Mattia P:
Ciò ha portato a una nuova ipotesi. I problemi del carrello possono indicare che la moralità umana è innata e che, per esempio, la Dottrina del duplice effetto, esposta per la prima volta quasi mille anni fa da san Tommaso d’Aquino, è cablata in noi.
Per quello che ho capito io la moralità non è innata, come non è innata la lingua.
Sono innate le predisposizioni ad entrambe. Questa è una differenza fondamentale secondo me.
Chomsky nei suoi studi se non ricordo male riporta esempi di persone che, in uno stato totale di isolamento, sono sopravvissute senza mai imparare una lingua (bambini lupo, feral kids...non ricordo i termini precisi). Se non sbaglio passato un periodo in cui il cervello è predisposto all'acquisizione di un linguaggio diventa praticamente impossibile impararne una. Questi bambini di fatto non avevano e non impararono mai a parlare. Ricordo di aver letto a scuola di come i bambini lupo, nonostante l'aspetto non avessero praticamente nulla di umano.
Ora questo sembrerebbe dimostrare come la nostra predisposizione alla lingua abbia la forma di archivio vuoto, con dentro un archivista dormiente, se non c'è all'esterno un
incredibile sforzo collettivo volto alla preparazione dell'archivio è sicuro che l'archivista non si sveglierà mai.
Questo per dire che se è vero che un bambino messo in mezzo alla savana in condizioni favorevoli, prima o poi compatibilmente con l'ambiente che lo circonda,
assumerà la posizione eretta crescendo di dimensione, lo stesso non possiamo dire per il linguaggio.
Ora siamo tutti d'accordo che l'etica sia un sottinsieme della lingua. Non esiste un sistema etico che non sia linguistico. La distinzione "giusto/sbagliato" sono dispositivi linguistici.
(Lo so che sembro un disco rotto...)
Quindi sillogisticamente mi verrebbe da dire che se in assenza di stimoli non si sviluppi una lingua
di conseguenza nessuna morale,
di conseguenza niente di innato.
neanche il concetto di Tommaso D'aquino della DDE...
Se non altro sarebbe stato d'accordo con noi se gli avessimo detto che "in principio era il verbo...."
Sono d'accordo con Margarethe, in generale, l'idea di uccidere il meno possibile ha un fondamento adattivo importante...
soprattutto nelle specie non umane.
Nel regno animale le esecuzioni sono piuttosto rare e circoscritte.
Tra gli uomini direi che la pratica di sacrificare milioni di persone per un concetto, una idea, è stata sempre piuttosto diffusa. E anche la stabilità dei piccoli "branchi" di uomini può essere molto complicata.
Quindi nonostante tutto (e io non credo) se fosse come dici tu la DDE, cablata dentro di noi, io personalmente la vedo cablata piuttosto male.
anzi direi che la moda dilagante di appellarsi all'empatia sia del tutto fuori scala rispetto alla facilità con cui viene bypassata da altri aspetti.
Appena ho un secondo rispondo alla domanda di guido!
Buonanotte!