Piripicchio ha scritto: Il problema di questo approccio è che si ricercano le soluzioni nella situazione rappresentata, nascoste sotto un binario o dietro una leva.Come se la descrizione del fatto alla fine rivelasse il meccanismo sottostante.
Ora l'equilibrio decisionale di Peter è costantemente in bilico tra natura e cultura che però NON sono aspetti immutabili...se il loro funzionamento è dettato dalla biologia allo stesso tempo non lo sono i contenuti che vengono elaborati.
Cambiando gli Input ovviamente cambiano anche le risposte.
Trovo molto interessante questa riflessione, anche perché spiegherebbe come mai, di fronte al dilemma, le persone reagiscono in modi completamente diversi, senza che vi sia una scelta razionale ed universalmente riconosciuta come corretta. È una tua riflessione personale o per tua conoscenza sai che alcuni filosofi hanno ipotizzato effettivamente quanto hai descritto?
Concordo sul fatto che l'ambiente in cui viviamo, la nostra cultura, la nostra esperienza, siano tutte 
condizioni al contorno che in effetti ha senso che abbiano un peso (anche inconscio) sulle decisioni che prendiamo.
Kheper ha scritto: 
Piripicchio ha scritto: Facciamo questo gioco. Se noi che ne stiamo discutendo ora fossimo il comitato etico chiamato a decidere sul comportamento dell'auto a guida autonoma, che decisione dovremmo prendere?
Se l'auto dietro la curva trova 5 persone in mezzo alla strada (che possono essere 5 bambini come 5 terroristi, non lo sappiamo), dovrebbe o no sterzare nel burrone e sacrificare il conducente per salvare i 5?
Entro fine mese dobbiamo fare una scelta... altrimenti verremo rimpiazzati da un altro comitato (magari meno) etico.
 
 
 
 
 
Proprio per le ragioni di cui sopra, poiché da programmatore vorrei realizzare un prodotto (software da installare sulle vetture a guida autonoma) che sia adatto ad ogni contesto/linguaggio/cultura in cui sarà utilizzato, probabilmente propenderei per realizzare un software che si adatta al guidatore stesso. Mi spiego.
Proporrei al guidatore un sondaggio (da mostrare sul sistema di infotainment dell'auto), con il quale 
codificare le sue "intenzioni di guida".
Un sondaggio tramite il quale "conoscerlo", personalizzando l'esperienza di guida in base al suo modo di essere.
A seconda delle risposte fornite dal guidatore al sondaggio, il software dovrebbe agire di conseguenza qualora si presentasse una scelta come quella ipotizzata (ne sdraio cinque o sterzo nel burrone per salvarli?)
In questo caso, la guida sarebbe "semi-autonoma", ovvero né manuale (perché di fatto è la macchina che sta guidando), né autonoma, perché comunque è "influenzata" dalle scelte del guidatore, ovvero dai suoi principi etici.
Poiché tali principi, come dice Piripicchio, possono anche variare nel tempo, darei al guidatore la possibilità di ri-sottoporsi al questionario infinite volte, a piacimento. Ad ogni accensione, la vettura potrebbe chiedere per qualche secondo al guidatore se vuole aggiornale il suo "profilo etico".
Il suo "profilo etico" potrebbe essere "salvato" all'interno di una memoria cifrata e richiamato all'accensione grazie ad una chiave univoca (rigorosamente in tecnologia RFID/NFC come quelle che inizialmente adottava solo Nissan e che ora, piano piano, anche altre marche di automobili stanno adottando al posto della chiave standard) con la quale azionare la vettura.
In questo modo, la stessa vettura potrebbe essere guidata da più persone, ognuno con la sua chiave, senza che il guidatore A "erediti" lo stile di guida codificato per il guidatore B, che magari ha risposto diversamente al sondaggio.
Inoltre, legando il "profilo etico" alla chiave, si eviterebbe la possibile "manomissione" dei profili altrui, perché legate alla chiave con cui si aziona la vettura.
Un esempio di sondaggio così come lo immagino io lo trovate al minuto 15:28 del video che vi posto di seguito, tratto dal gioco di cui vi parlavo (Prey). Nel gioco fanno fare al personaggio che impersoniamo il sondaggio. In base alle risposte fornite, il gioco cambia.
Quindi, nel nostro esempio, la vettura a guida semi-autonoma dovrebbe agire diversamente a seconda di chi la guida. Inoltre aggiungo (e sono certo che le stiano già realizzando secondo queste logiche) che in un qualunque momento il guidatore, anche solo toccando il volante e/o i pedali, deve poter escludere completamente il software di guida autonoma riprendendo totalmente il possesso della vettura (un qualcosa di simile a quello che già avviene con il cruise control).
Inoltre dovrebbe esserci completa trasparenza sull'algoritmo di cui sopra (il software di guida semi-autonoma dovrebbe essere 
open-source), in modo che il guidatore sia informato su quale sia lo stile di guida che la vettura implementerà sulla base delle risposte che il guidatore fornirà al sondaggio. Della serie: se ti butteresti su una rotaia per salvare la vita dei cinque uomini legati, non ti stupire se la macchina, di fronte al pericolo di asfaltare una scolaresca, devierà nel burrone.
Un limite che vedo in questa mia ipotesi è che, come dicevo qualche post fa, sulla carta siamo tutti bravi a fare ipotesi ma nella realtà, ciò che mancherà e che non è codificabile secondo me è la combinazione di istinto ed emozioni, tipiche dell'essere umano e, a mio parere, non codificabili.
Ora però non vorrei sfociare nuovamente nella fantascienza altrimenti andiamo di nuovo 
off-topic