pierbusa post=55906 userid=1238
    
        pierbusa post=55904 userid=1238Si capisce benissimo che è un libro scritto da un americano come quando io parlo si capisce benissimo che le mie origini sono siciliane, perché non dovrebbe capirsi? Cioè l'Autore dovrebbe far finta di essere un russo? O io di essere un modenese? 
 
Concordo! E ...per restare in tema con i miei "gusti diversamente raffinati"
dato che precedentemente hai citato il "mostro sacro"
Cocciante, intoccabile maestro, a proposito dells definizione
Di romanzo senz'anima, cito a tal guisa un artista partenopeo che in una molto meno famosa 
canzone rap diceva: "il mio accento si deve sentire!"
così  come, in questo caso, a mio avviso, si deve percepire lo stile di chi scrive... identità  e  originalità  sono due doti indispensabili... 
         
Tra le altre cose mi sono procurato l'ebook che include anche gli altri due volumi della trilogia di Martin Cruz Smith ossia "Stella polare" e "Lupo mangia cane" (oltre ovviamente a "Gorky park"). Questi libri sono incentrati sulla figura di Arkady visto come un personaggio che erode un sistema dispotico dal di dentro e che da questo ne è stritolato. Sarebbe da farne una maratona...
Occhi e capelli neri, questi raccolti in codino, stazza abbastanza prestante, pelle chiara, no nessuno ti scambierebbe per modenese, stai tranquillo, non hai un grande accento quando parli normalmente, ma quando leggi un pezzo di quel romanzo di Lampedusa, il tuo accento è stupendo, in più si sa che la Sicilia è stata occupata un  po' da tutti: dagli Svevi, dagli spagnoli, dai francesi dagli arabi. Ognuno di questi ha portato il suo contributo, alla giacente autoctona civiltà Grecia, ora molto lontana.
Rispondo sul romanzo ENIGMA. Come al solito, e come Pier ben sa, io sbaglio sempre qualcosa quando vado a braccio bello scrivere. E' una mia caratteristica
della quale non mi vergogno, mi sono fatta da sola, che ci volete fare. sono andata a lavorare a 13 anni, e i libri  li leggevo sui tram di Milano, che da casa mi portavano al posto di lavoro.
Il titolo del romanzo è "
Enigma, l'autore è Dan Brown. credo di ricordare che è stato scritto circa quattro anni fa,
Ma torniamo al nostro Gorky Park. 
Oggi ho deciso che faccio una pausa, leggo il Corriere della Sera e il suo inserto "La Lettura"
Guardavo ieri in Internet che questo romanzo cioè quello che stiamo leggendo è uscito dalle mani dell'autore nel 1982. 
Periodo storico, mi par di ricordare, vado a braccio, in cui l'unione sovietica, politicamente era in grande crisi: non ce la faceva più a mantenere una massa di "satelliti" parassiti che gli succhiava il sangue, e che gli costava veramente parecchio: mi riferisco a Gorbaciov, o a chi per lui, quando a ritirato le sue truppe dai vari suoi "Imperi" dicendo "arangeves" (dialetto milanese) e mi sto chiedendo quando c'è stata la caduta del muro di Berlino. Mi toccherà ritornare ancora su Wikipedia.
Quel che contesto io allo Smith, cioè l'autore, è la mancanza di ricerca storica seria, nel suo romanzo, tutto quello che non è riferito all'assassinio, al poliziesco, è copiato in giro, e alla "Carlona", dicono qui al mio paese. 
La cosa mi disturba, perchè ora mi costringerà a fare una ricerca del periodo quel storico, che dato il tempo devo rinverdirne il ricordo, e fare una fatica in più per collocare nel tempo storico gli avvenimenti del Gorky Park. 
A dirla tutta, così a naso, come ho letto fin ora, i dialoghi e gli avvenimenti non sono in linea con il periodo storico. E' un po' come se io raccontando della nostra II guerra mondiale, e dei bombardamenti a Milano, facessi parlare tutti i milanesi riparati nelle cantine, e mettessi al centro delle loro vicende, quelle che normalmente la gente comune si racconta, il divorzio, e la libertà o non libertà delle donne. 
Sono stata in Cecoslovacchia nel 1971 su invito del sindaco di Praga 10. I carri armati sovietici avevano da poco rioccupato la Cecoslovacchia, Ero stata ospitata, con mio marito, in un Hotel della zona. In sei giorni, non ci crederete, ma non sono riuscita a vedere il centro di una delle più belle città d'Europa. Ogni mattina venivamo prelevati e portati a visitare, una fabbrica di polli, o altro del genere, non prima però di essere portata in comune, dove tutte le mattine alle 10 si svolgeva il rituale di una "merendina" a base di cose salate, ma soprattutto di Vodka, bicchieri di Vodka. 
Poi cene e pranzi. e riunioni in sale con tante bandiere rosse. Ma i convenuti erano tutti vecchi, i giovani non c'erano. In una delle cene di fronte avevo un russo avrà avuto dai 40 ai 45 anni, in uniforme con medaglie, bellissimo, non mi ha mai tolto gli occhi di dosso, dico la verità ero molto interessata, ma due sedie più in là c'era mio marito, alla fine pasto ha chiesto di fare un brindisi, prima però ha voluto sapere come si dice in italiano "bella donna". Me lo avevano presentato come il primo carrista (carro armato), che a fine guerra era entrato in città per la liberazione dai tedeschi. Così, dicevano era stato il primo ad accorrere come soccorritore del comunismo, 
26 anni dopo.
All'uscita del ristorante un gruppo di giovani dimostranti contro l'invasione  sovietica è stato portato via.
La sera dopo ho preteso che mio marito mi portasse a  fare un giro per il centro della città, quella che i cecoslovacchi avevano snobbato dicendo che era una cosa vecchia. 
Bene, in città le luci stradali erano quasi tutte spente. I negozi!!! Io cercavo le vetrine con i famosi cristalli di Boemia, lampadari, bicchieri, oggettistica. Non avevano neppure abbassato le serrande, le vetrine era vuote, tutte.
Cercavo i famosi burattini di cui loro erano i massimi costruttori, quelli fatti di panno lenci, e che si muovono infilando l'indice nella testa, il pollice e il medio per le braccine del burattino. Ne avevamo comprati alcuni nella nostra scuola materna per i bambini. Niente, spariti, non c'era nessun negozio di giocattoli. 
La gente sugli autobus era nera, vestita di nero e incazzata.
Siamo riusciti una sera a incontrare la nostra interprete, di nascosto, seduti a un caffè, lei parlava e raccontava, e si guardava continuamente in giro.
Questa è stata la mia esperienza in uno dei "satelliti" sovietici. 
Durante il viaggio di ritorno non ho fatto altro che discutere con mio marito. 
Da quell'anno non ho più rifatto la tessera del partito comunista italiano. Ho qui in mano 7 tessere, dal 1967 al 1974.
Non so come accetterete e se accetterete questo mio post, forse un po' fuori topic, ma chissà magari no.
Ora vado a vedere la data della caduta del muro di Berlino.
A chi dovesse interessare ho anche da raccontare la mia visita alle tre Repubbliche Baltiche, dove ho visto il disastro ambientale e le scorie che si sono lasciati dietro i Russi quando se ne sono dovuti tornare a casa. "Go Home"!!!!!