Non ho letto il Libro del Mese e quindi non sono qui per dare pareri legati strettamente ad esso. Tuttavia ho letto tutti i vostri messaggi come sono solito fare e voglio dire che mi ha sorpreso positivamente l'atteggiamento di Miriam che per la prima volta ha proposto un Libro del Mese alla Community.
Miriam, ho apprezzato la maturità con la quale hai compreso che le opinioni sul libro che hai proposto sono strettamente personali e che una critica (positiva o negativa che sia) al libro non vuole essere mai una critica alla tua persona. Spesso non riusciamo a scindere le due cose perché ovviamente ci teniamo avendo proposto noi il titolo al Club.
Io stesso sono caduto spesso nell'errore di sentirmi in difetto e di pensare che le critiche al libro da me proposto fossero critiche (velate o meno) dirette alla mia persona. Così come mi è capitato di pensare che una scarsa partecipazione alle letture da me proposte fosse uno "sgarbo" che mi veniva fatto dagli utenti.
Invece credo che l'approccio giusto sia il tuo. Hai dimostrato l'apertura mentale che serve per stare in questo Club.
Non c'è libro giusto o sbagliato: tanto meno in un club del libro. Grazie!
Tornando al libro e al suo contenuto, credo che l'ambientazione storica di un libro sia un qualcosa che l'autore può curare o meno nel dettaglio a seconda dell'esigenza. In questo caso, trattandosi di un giallo e non di un romanzo storico (anch'essi comunque contraddistinti da fatti inventati posti un un panorama storico realmente accaduto o comunque molto verosimile), possa starci qualche "licenza di inventare" se funzionale alla storia. L'importante è che non sia macroscopica e faziosa (cosa più difficile quando un americano parla di avvenimenti legati all'"amica" Russia)
Anche io, da appassionato di tecnologia ed informatica, quando vedo in un film un hacker che penetra sistemi informatici in 10 secondi digitando cose assurde e riferendo, con giri di parole inventati, di operazioni che non hanno né capo né coda, tendo ad inorridire e ad urlare allo scandalo
Però capisco che sono funzionali al film... ovviamente apprezzo tantissimo i film in cui, se sono previste scene del genere, sono curate al punto da essere veramente realistiche (a volte succede, soprattutto se il regista si affida a consulenti esterni/esperti del settore per scrivere certe parti della scenografia).
Ripeto, non ho letto il libro, quindi lungi da me dare giudizi sull'argomento specifico come hanno fatto alcuni di voi. Mi è piaciuto molto però notare che il libro abbia rappresentato uno stimolo ad andare a riprendere in mano la storia, i fatti realmente accaduti, anche solo per confutarli.
Così come mi è piaciuto l'ultimo post di Giuseppe che racconta dell'esperienza di vita vissuta che gli è stata trasmessa da alcuni suoconoscenti. Sono "esempi pratici" che ti restano impressi...