Ciao! Io, ho iniziato ieri sera, e si è innescato l'effetto Carrère, il che significa che sono a metà libro. Fra un po' mi stancherò e farò una pausa, ma tutto ieri e stamani (pure mentre facevo colazione, nelle pause durante ul lavoro, mentre cucinavo, insomma appena potevo) sono rimasta incollata alle avventure di Limonov, che come premesso da Roberta è un tipo davvero poco raccomandabile. Piccola canaglia, lo chiamano, e canaglia la è davvero. Anche un po' carogna. C'è da dire che la descrizione dell'ambiente in cui cresce fa capire bene come la violenza fosse all'ordine del giorno, ed è su una dinamica prevaricato-prevaricatore che si forma la psiche del nostro (anti)eroe.
La sua ambizione non è che voglia di riscatto, una questione di vita o di morte: mangiare per non essere mangiato. Carrère ci racconta di un uomo duro, ma non ipocrita, e che non mente, dice... o forse riporta la convinzione stessa di Limonov, come Limonov si vede? Perché la realtà è che mente eccome, anche è vero che non è il suo stratagemma preferito: ma di sicuro inganna, seduce e raggira. Lo alimenta un narcisismo violento, si pompa l'ego per non soffrire la miseria. In questo è spalleggiato da un grande talento e una mente brillante. Un po' punk, un po' decadente, molto autodistruttivo. Carrère racconta con eleganza e ci apre anche il dietro le quinte degli ambienti letterari dell'epoca in maniera confidenziale. Io non capisco tutto, anzi, ma mi lascio accompagnare.
Sinora ho seguito Limonov dalla giovinezza in Ucraina alla vita cosmopolita di Londra, e infine come emigrato a New York. Stiamo per spostarci a Parigi, sull'onda della sua prima pubblicazione, traguardo che ha inseguito sin qui con ferocia. A Parigi, naturalmente, ritroveremo Carrère, quindi sono curiosa. Chi sta leggendo, dove siete arrivati? Io ora vedo di fermarmi e di riprendere un po' il fiato.