Martedì, 04 Novembre 2025

Maggio 2022 - Limonov

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06/05/2022 16:56 #59076 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Maggio 2022 - Limonov
è fantastico come la lettura avvicina due bambini diversi
eduard passa la giovinezza con le stesse letture di carre

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07/05/2022 12:45 #59078 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Sono a metà del romanzo. 
Limonov è una persona con un grave disturbo di personalità di tipo narcisistico bipolare, quello che comunemente viene chiamo disturbo maniaco-despressivo.  Ne porta addosso tutte le caratteristiche, E' un egocentrico e un pervertito, tipica caratteristica anche dei borderline. 
Non è certo un' eroe ma neppure un antieroe, anzi è delinquente.
Penso che Carrère lo abbia trovato un tipo affascinante sul quale scriverci una biografia. D'altra parte anche Carrère a un certo punto della sua vita ha sofferto dello stesso disturbo maniaco-depressivo. 
Questo romanzo personalmente, lo trovo inutile, conosco bene il tipo di disturbo, che se preso durante l'adolescenza è curabile con delle medicine, altrimenti non fa che ingigantire. 
Le caratteristiche del carattere e del comportamento di Limanov è tipico di questo tipo di disturbo, Basta prendere un manuale di psichiatria, e andare su Internet per accertarsene.
Su questo libro del mese non ho veramente altro da dire, non credo che ci sia molto da discutere sulle scelte di vita "obbligate" per via della sua patologia da Limanov. Aggiungerò che a differenza della schizofrenia, che piano piano si porta via anche l'intelligenza del soggetto, nel caso del disturbo Bipolare (maniaco-depressivo) l'intelligenza resta, ma il comportamento nei periodo maniacale, è fortemente compromesso. 
Tipiche sono le bevute e i rapporti sessuali eccessivi .  Di un tipo così c'è solo da dire "poveretto" 

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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07/05/2022 13:10 #59080 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov

bibbagood post=59073 userid=1044Anna non si riferiva alla distribuzione, ma alla pubblicazione , amazon e ibs non sono case editrici

Ovvero strano che ci sia poco interesse nel pubblicare opere di Limonov.

Ho letto qualche capitolo della prima parte e mi piace molto come viene descritta l´evoluzione di Limonov, si percepisce bene come si forma il suo carattere e quali eventi e circorstanze lo abbiano portato a diventare cosi. Interessante soprattutto il cambio di prospettiva: chi sono i veri eroi, le persone da ammirare, e chi è invece da denigrare (prima i militari sono i buoni e la classe sociale giusta, poi diventano invece il nemico e gli eroi sono i ribelli...ma non quelli politici, che hanno solo sprecato tempo con stupidaggini che li hanno portati nei gulag).

Nelle pagine invece dell´introduzione si accenna anche a Houllebecq e ho trovato interessante che un francece accenni a lui dicendo che è improbabile che i francesi lo voterebbero. Io su Houllebecq ho un giudizio contrastante. Da una parte vorrei leggere qualche suo libro per poter darmi un´idea di come sono veramente le sue opere e dare un giudizio basato su qualcosa di concreto ed essendo cosi famoso penso possa valerne la pena; dall´altra la sua persona, le sue ideologie, mi fanno passare la voglia di conoscere qualcosa di lui e regalargli dei soldi e iil mio tempo acquistando e leggendo i suoi libri

Io ho letto di Hullebecq "Sottomissione" il romanzo e del genere "1984" nel quale viene ipotizzata una società governata dalla religione musulmana al potere. Questa idea non viene certo accettata facilmente dall'io, il quale se ne difende attraverso il "meccanismo di difesa" chiamato "negazione". Così ci si difende dalle voci di catastrofisti, i vari cassandra che vicino in mezzo a noi.
Non so però se basta mettere la testa sotto la sabbia.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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08/05/2022 13:12 #59089 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov

lettereminute post=59035 userid=6958La sua ambizione non è che voglia di riscatto, una questione di vita o di morte: mangiare per non essere mangiato. Carrère ci racconta di un uomo duro, ma non ipocrita, e che non mente, dice... o forse riporta la convinzione stessa di Limonov, come Limonov si vede? Perché la realtà è che mente eccome, anche è vero che non è il suo stratagemma preferito: ma di sicuro inganna, seduce e raggira. Lo alimenta un narcisismo violento, si pompa l'ego per non soffrire la miseria. In questo è spalleggiato da un grande talento e una mente brillante. Un po' punk, un po' decadente, molto autodistruttivo.

Anche io, arrivata alla fine del secondo capitolo comincio a pensare che forse è più che altro Limonov a vedersi cosí, a credere davvero di essere avere sí tanti difetti, ma contemporaneamente essere leale e sincero. Sembra che all´inizio ne facesse una cosa di orgoglio e di idealizzazione di quella personalità che aspira a diventare; ma notando come non riesca ad andare avanti, come tutti sembra vadano avanti mentre lui rimane indietro, nell´ombra, mi sembra non si faccia scrupoli a cambiare la sua etica e a sfruttare le persone in base a quanto possano tornargli utili, e solo fino a quando gli sono utili.


Mi piace molto come Carrere parli del panorama intelletuale russo ma di fatto europeo; ho studiato sia Achmatova che Brodskji, ma i punto di vista che ci offre Carrere permette di avere una idea della loro persona, e di cosa li ha portati a far si che potessero affermare la loro fama a livello mondiale. Lo stesso vale di Solzenicyn, di cui ho letto Una giornata di Ivan Denisovic di cui si parla, ma di cui mi son guardata bene di leggere fino adesso Arcipelago Gulag. Solzenicyn ha avuto un ruolo chiave nel contesto politico-culturale della guerra fredda, ma conoscevo solo la sua opera, la sua denuncia; qui Carrere ci fa conoscere l´uomo, l´idealismo che lo guidava, le difficoltà che quel contesto per quegli intellettuali rappresentava.

Mi piace inoltre il ruolo centrale che Carrere dà alla poesia, di cui non è un estimatore, ma descrive bene l´importanza che aveva negli ambienti culturali di quel tempo; la poesia, di cui anche io non capisco niente, mi sembra che spesso identifichi nel modo più incisivo l´idealismo intellettuale, come ad esempio era già successo con Mandelstam. Non so, personalmente mi arrivano molto di più le parola di un romanzo o un reportage, la poesia mi sembra sempre troppo indiretta; ma contemporaneamente credo facendo poesia si carica ogni parola di un significato più profondo e del significato che assume legandosi a determinate altre parole, creando quindi immagini che forse possono rappresentare in modo più completo quel che prova chi scrive. C´è qualcuno/a tra di noi qui appassionato di poesia :-)?

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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09/05/2022 14:50 - 09/05/2022 15:01 #59099 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Maggio 2022 - Limonov
Ciao! Prima del fine settimana sono arrivata al ritorno di Limonov in Unione sovietica, seguito dalla parentesi balcanica di cui Carrère aveva già accennato in apertura al libro. Parlo dell'episodio della vita di Eduard che l'aveva messo sotto una luce molto diversa agli occhi degli intellettuali parigini che, negli anni precedenti, l'avevano preso sotto la propria ala.

Di nuovo risalta il contrasto tra la visione che hanno gli occidentali di ciò che accade a Est e la sostanza, sfuggente ed esplosiva: una realtà cruda e in cui è difficile distinguere tra vittime e carnefici, perché chi subisce poi rilancia atrocità di altra specie. Quest'atmosfera Carrère cerca di ricostruirla in diversi momenti, ma quando arriviamo a Sarajevo l'operazione diventa esplicita, e ci mette a parte dei suoi lavori di ricerca: le sue fonti principali sono due storici francesi che lui ritiene affidabili, e che hanno seguito la guerra tra croati e serbi (Limonov lo ritroviamo proprio tra questi).

Il tono del libro si fa progressivamente più spento, errori ed orrori cominciano ad accumularsi, nessun ideale è al riparo. Limonov è sempre assetato di fama e riconoscimento, e quando ottiene dei risultati non sono quelli che si immaginava. Forse perché quello che cerca non esiste. Le impressioni condivise, a quanto leggo, puntano sempre lì: il "nostro" cambia faccia, in ogni ambiente in cui entra sogna di raggiungere i vertici, ma al tempo stesso disprezza il successo. C'è una corrente di violenza in tutto ciò che dice, pensa e fa. Carrère è ambivalente: si identifica con lui, gli fa orrore, gli fa pietà. Quando sente di esagerare nel giudicarlo, prova a offrire qualche giustificazione, qualche attenuante. Non capisco quanto apprezzo questo taglio: sicuramente lo trovo interessante dal punto di vista psicologico, ma mi è difficile dire se è un gioco letterario deliberato, o se Carrère stesso si è impigliato, invischiato col suo protagonista. Un paio di cose penso di poterle affermare con sicurezza: 1) Carrère si accorge di questa ambivalenza, lo scenario è sfumato anche per lui, e ho l'impressione che questa cosa gli faccia paura, che non gli piaccia; 2) proprio per questo, cerca più che può di rendere evidente la sua posizione al lettore. 

Come ha sottolineato Graziella, Carrère ha sofferto di disturbo bipolare, ne parla in "Yoga", e credo che in certi momenti in effetti abbia un eccesso di identificazione con Limonov (pur non avendo, che io sappia, mai condotto una vita sregolata di quel tipo... per questo parlo di eccessiva identificazione, ma di nuovo, è una sensazione mia). A tratti c'è anche, secondo me, un soffermarsi un po' "troppo" sui dettagli crudi (violenza, ipersessualità, dipendenze) come in una specie di rielaborazione non riuscita di un trauma. Mi sono presa una pausa perché, per come sono fatta io, rischio di farmi coinvolgere e poi il malessere mi resta addosso. Riprenderò tra un po'.

Comunque devo dire che da Parigi in poi, e quindi anche dall'entrata in scena dello stesso Carrère, lo sguardo si amplia: prima era tutto sulle peripezie dell'avventuriero Limonov, ora si respira la Storia con la S maiuscola.

P.S. Complimenti a Bea che grazie allo studio può godersi le citazioni e gli approfondimenti sui personaggi dello scenario culturale russo, io non conosco nessuno e faccio molta fatica, se non altro per la gran quantità di persone e circostanze diverse. Però il racconto è coinvolgente lo stesso. :D

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
Ultima Modifica 09/05/2022 15:01 da lettereminute.
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09/05/2022 15:15 #59100 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Maria Chiara, mi ha interessato la tua relazione su ciò che stiamo leggendo, ma non sono molto d'accordo nel lasciare fra la nebbia e nella "confusione" le responsabilità di violenze ed aggressioni. A me invece, chi sono i colpevoli è chiaro, così mi è chiaro, nella mia testa, dov'è la verità e dove è la menzogna. 
Sono d'accordo con te sul fatto che Carrère si sia un po' troppo identificato col il suo personaggio, seppure lui non abbia mai partecipato ad una vita dissoluta. 
Io sono ferma a un po' prima della metà del libro, certo andrò avanti, ma è un romanzo dal quale mi aspettavo qualcosa e che invece trovo molto deludente e dal quale prendo le distanze.
Peccato, ormai le occasioni delle letture in comune si stanno proprio riducendo. 

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09/05/2022 19:30 - 09/05/2022 19:32 #59104 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Maggio 2022 - Limonov

Maria Chiara, mi ha interessato la tua relazione su ciò che stiamo leggendo, ma non sono molto d'accordo nel lasciare fra la nebbia e nella "confusione" le responsabilità di violenze ed aggressioni. A me invece, chi sono i colpevoli è chiaro, così mi è chiaro, nella mia testa, dov'è la verità e dove è la menzogna.


Grazie per l'interesse, mi fa piacere. Posso sapere a che cosa ti riferisci quando parli di colpevoli, verità e menzogna? Alle varie situazioni messe in scena, o a una in particolare? Non sei d'accordo con me o con l'approccio dell'autore? Se ho capito bene ed è quest'ultimo, devo dire che certo, è uno stile che interroga molto, mira a mostrare molte "doppie facce". Penso che sia sfidante. In alcuni momenti mi ha provocato, e ho riflettuto. In altri, invece, mi è sembrato che volesse fornire delle attenuanti e mi ha dato fastidio (per intenderci, penso che Limonov sia tutt'altro che eroico, e che non abbia lati particolarmente apprezzabili). Però anche lì: Carrère sta davvero cercando di mostrarlo sotto una buona luce, o mi sta provocando deliberatamente questa reazione? Non ne sono sicura.

Quando ho introdotto questo tema dell'ambivalenza vittima-carnefice, comunque, facevo riferimento alla situazione iugoslava che Carrère descrive nella parte VI, specialmente nei capitoli introduttivi. Anche nel grande troviamo quell'ambivalenza che "in piccolo" è sul solo Limonov. Qui vengono presentate, tra le altre cose, le varie oscillazioni dell'opinione pubblica e degli stessi amici dell'autore, chi a favore dell'indipendenza della Croazia, chi contro. Croati e serbi si scontreranno, e saranno questi ultimi ad essere ricordati come criminali di guerra per le atrocità commesse. Strano ma vero, è proprio tra loro che troviamo Limonov, che sta inseguendo un nuovo sogno di gloria: l'ideale bellico, della guerra che il padre non ha mai combattuto ed è per questo da lui giudicato un codardo. Ma Carrère ci ricorda che, all'inizio della guerra, l'esito non era del tutto scontato: i partigiani serbi, per esempio, erano noti per il loro ruolo chiave nella resistenza contro la Germania nazista, mentre i croati, cito, "non soltanto erano stati filonazisti ma filonazisti particolarmente zelanti e sanguinari". 

Questi fatti io li seguo con interesse, anche se faccio fatica, perché all'epoca ero bambina e quindi non ho presente il clima che si respirava. Poi, francamente, dove stia la verità, il giusto e via dicendo non lo posso sapere, specialmente in contesti dove la violenza la fa da padrone in tutti gli schieramenti (in questa parte ne vengono descritti davvero di atroci, da tutte le parti e per tutti i gusti). Ideali a parte, esiste anche il fare la guerra per il gusto di fare la guerra, ed è lì che si rivela la brutalità, da qualunque parte stai e qualunque cosa tu ti racconti.

Non a caso qua il libro prende un taglio più cupo e dimesso, e Limonov stesso "rimpicciolisce" agli occhi dello scrittore, che sinora aveva spinto un po' più sull'eccezionalità di Limonov, sia le altezze (il talento poetico) che le bassezze (le miserie inflitte e autoinflitte). Come dicevo, lo trovo molto interessante dal punto di vista psicologico. Dal punto di vista letterario, devo capire: a volte Carrère mi sembra che stia facendo un gioco di prospettiva deliberato, a volte che si invischi troppo. Apprezzo abbastanza il solo fatto che scelga di mostrarcelo, ed è il motivo per cui volevo leggere questo libro dopo "Yoga". Lo stesso "Yoga" comunque mi ha lasciato una sensazione strana alla fine, devo elaborare. Sono curiosa anche di sapere le sensazioni degli altri lettori, alla fine vi farò delle domande. :D

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
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Ultima Modifica 09/05/2022 19:32 da lettereminute.
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10/05/2022 15:07 - 10/05/2022 15:08 #59105 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov

lettereminute post=59099 userid=6958P.S. Complimenti a Bea che grazie allo studio può godersi le citazioni e gli approfondimenti sui personaggi dello scenario culturale russo, io non conosco nessuno e faccio molta fatica, se non altro per la gran quantità di persone e circostanze diverse. Però il racconto è coinvolgente lo stesso. :D

Sí, gli esami di letteratura, cultura e attualità russa sono quelli che mi son piaciuti di più . Però nel capitolo su Parigi mi sono invece completamente persa nelle pagine di critica su Mitterand

Oltre a esser bipolare, credo che il problema di Limonov fosse una vera e propria ossessione della paura di fallire, e in questo modo perde di vista cosa effettivamente può esser considerato un fallimento e cosa un successo, la cosa più importante è che gli altri riconoscano la sua grandezza, il suo spiccare in mezzo alla mediocrità da cui lui si sente circondato; ma è proprio da coloro che considera mediocri che brama di ricevere questo riconoscimento. Questa ossessione non gli fa più capire con lucidità cosa effettivamente potrebbe renderlo felice, è il classico esempio di persona che passa tutta la vita a rincorrere un qualcosa che pensa di meritare e che la rende felice, e cosí facendo passa la vita nell´infelicità e nella frustrazione.

Alla fine del primo periodo in Ucraina, quando comincia a esser troppo irrequieto per restare in mezzo a gente di provincia, che considera tutti dei falliti (per partito preso, senza alcun fondamento), un´amica gli dice: „Eddy, non sei capace di immaginare che si possa avere una vita piena anche senza il successo e la celebritá? Che il criterio per valutare se uno è o no un uomo affermato sia per esempio l´amore, la famiglia, una vita tranquilla e armoniosa?“ e Carrère commenta che no, Eddy non ne é capace e si vanta di non esserlo.

Personalmente non dico che bisogna accontentarsi o che la vera felicità sia nell´amore e in una armoniosa vita famigliare; spesso se si è ambiziosi o si hanno determinate passioni, ci si rende conto che quello che si ha non basta ed è quindi giusto darsi da fare ed è essere irrequieti per cercare di ottenere quel che ci rende felici. Però anche la ricerca stessa deve darci soddisfazione, deve farci capire che quel che stiamo facendo è effettivamente quel che ci rende felici. Invece in Limonov sembra che il suo desiderio di scrivere non sia dettato da vena artistica, bensì dalla voglia di distruggere tutto, di dimostrarsi superiore a tutti e tutto, e non è una cosa che lo rende felice, perchè si rende conto che nessuno le vede come lui vorrebbe che gli altri lo vedessero.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 10/05/2022 15:08 da bibbagood.
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10/05/2022 15:13 #59106 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov

Questo romanzo personalmente, lo trovo inutile, conosco bene il tipo di disturbo, che se preso durante l'adolescenza è curabile con delle medicine, altrimenti non fa che ingigantire. 
Le caratteristiche del carattere e del comportamento di Limanov è tipico di questo tipo di disturbo, Basta prendere un manuale di psichiatria, e andare su Internet per accertarsene.
Su questo libro del mese non ho veramente altro da dire, non credo che ci sia molto da discutere sulle scelte di vita "obbligate" per via della sua patologia da Limanov.
 
Sinceramente, al di là della persona di Limonov, che è si protagonista, mi sembra che il libro offra molti altri argomenti interessanti, primi fra tutti per me la descrizione del panorama culturale in Europa e negli Stati Uniti nella seconda metà del 900 e la sua evoluzione, così come la descrizione dei diversi periodi storici e di come si passi da una fase all´altra. Ma sono solo a metà libro, magari nei prossimi capitoli si appiattisce tutto e allora mi ritroverò nel tuo commento ;-) .
Comunque mi dispiace ti aspettassi un romanzo, mi sembrava abbastanza chiaro che si trattasse di una biografia, anche se romanzata

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10/05/2022 15:43 #59107 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Maggio 2022 - Limonov
sono a metà libro e non so cosa pensare oltre al fatto che per me Limonov è semplicemente un  grande opportunista bipolare o meno approfitta delle persone come delle situazioni per crearsi e ricrearsi ogni volta 
lo spaccato russo è sicuramente interessante ma non diverso da ciò che sapevamo già per quanto riguarda Carre con questo secondo libro che leggo conferma le mie supposizioni è affascinato da personaggi oscuri e con una vita ma ancor di più una mente molto travagliata
anche io come Graziella mi aspettavo di più anche se non so precisamente cosa ...andiamo avanti e vediamo che succede

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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