Sabato, 06 Settembre 2025

Maggio 2022 - Limonov

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16/05/2022 16:08 #59136 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
VI Vukorov, Sarajevo 1991 - 1992
Non mi pare che Eduard abbia partecipato a delle vere e proprie azioni di guerra a Serbi e Croati, anche se essendo amico di uno dei capi, ha potuto essere presente a qualche azione.
Interessante il racconto che Carrère ci fa sulla fine dei Ceasescu e del video girato dalla TV romena e mandata in onda sui canali francesi il 26 dicembre 1989. Le emozioni di Carrère si intrecciano con delle immaginarie e probabili emozioni e sentimenti di Eduard.Le pagine sulla questione romena del 1989 con l'uccisione da parte dei "rivoltosi" dei due coniugi, che fino all'ultima ora della loro vita, si sono sostenuti e consolati.
Sono stata in Romania, nel giugno 2002, in camper, in un viaggio da noi organizzato che comprendeva l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria, per poi uscire dal confine bulgaro verso il Nord della Grecia, nostra meta per le vacanze estive.  La Romania, allora era un paese estremamente povero, e lo si vedeva bene nella campagne, dove i contadini per lavorare la terra avevano delle zappette e qualche altro arnese agricolo che in Italia si usava nel 1900. Bucarest ci è apparsa come una città cadente, con i soliti palazzoni in stile soviet, fatiscenti e scrostati, esattamente uguali a quelli che abbiamo visto bombardati in questi due mesi in Ucraina, il modello era quello per tutti i paesi satelliti di allora. I cani randagi non mancavano, ovunque.
Tornando a Sarajevo, nel novembre del 1991 Eduard, in occasione dell'uscita di uno dei suoi libri, viene invitato a Belgrado, capitale ora della Serbia, ma forse allora ancora se pu traballante, capitale della ormai divisa Jugoslavia.
Eduard, appena giunto a Belgrado viene attirato da un gruppo che gli propone di partecipare a combattimenti  fra Slovenia e Croazia, perchè è così che è incominciata la divisione della Jugoslavia. 
L'anno 1990, a fine agosto, già si vedevano le autostrade Jugoslave percorse da cingolati, camion militari e truppe che da sud si recavano al nord. Noi, io, mio marito e mio figlio, stavamo ritornando come ogni anno dalla Grecia, con la nostra caravan e l'auto. Era il nostro percorso abituale per andare in Grecia. Fu l'ultimo anno, già quel pomeriggio si udivano chiaramente i venti di guerra.
Avevamo paura di venir coinvolti.
Eduard, si trovò a suo agio con i Serbi, nazionalisti che si vedevano portar via delle regioni come la Slovenia, che aveva sviluppato un turismo molto remunerativo. Successe allora seriamente quello che in un primo tempo volevano fare quelli che volevano un Italia del Nord, staccata dal Sud.
Eduard finalmente partecipa, seppur solo come spettatore alla guerra, quella che a suo padre era stata negata. E' esaltato e dice che dalla guerra si impara tutto sulla vita e sugli uomini. 
"La verità che nessuno osa dire è che la guerra è un piacere, il più grande dei piaceri, altrimenti finirebbe subito. La guerra è come l'eroina: provate una volta, non si può più farne a meno"
Queste le sue parole, dunque in parte Sara ci è andata vicino, alla mia domanda:  va bene, la guerra però la fatta sempre gli uomini, ma le donne? Le donne costruiscono, mettono al mondo figlio, costruiscono, sempre attente alla famiglia. Gli uomini distruggono. 
Per darmi delle risposte penso a quello che ho letto in Freud sull'argomento delle pulsioni distruttive, vita e morte!
Anche le donne possiedono la loro brava quota di aggressività che spesso si manifesta attraverso frasette ironiche, pettegolezzi malvagi, e mobbig, perchè no. 
Ci possiamo salvare da i nostri impulsi aggressivi  sublimandoli, incanalandoli verso opere socialmente accettate dalla società. Chi è capace di sublimazione è di solito salvo.
Qui posso suggerire alcuni  brevi saggi di Freud per chi volesse andarseli a leggere:
"Perché la guerra? (Carteggio con Einstein)" 1932, vol. 11 Opere complete ed. Boringhieri.
"Il perturbante" 1919 vol. 9, opere dal 1917 al 1923  da O. citate
"Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte" 1915 Vol. 8 O.c.

Da una lettera a F. van Eeden, riporto:
"Dallo studio dei sogni e delle azioni mancate delle persone sane, oltrechè dei sintomi nevrotici, la psicanalisi ha tratto la conclusione che gli impulsi primitivi, selvaggi e malvagi dell'umanità non sono affatto scomparsi, ma continuano a vivere, seppure rimossi, nell'inconscio di ogni singolo individuo, aspettando l'occasione per potersi riattivare. Ebbene, guardi cosa sta accadendo in questa guerra, guardi le crudeltà e le ingiustizie di cui si rendono responsabili nazioni  più civili, la malafede con cui si atteggiano di fronte alle proprie menzogne e indegnità. [ omiss.]"
Vedere anche Jones "vita e opere di Freud" vol. 2 pp. 444 e seguenti, in cui Abraham rammenta a Freud come anche i primitivi combattevano e si uccidevano.
Io per ora ho finito, quello che mi premeva era di riaffermare che non esistono i buoni e i cattivi, ma uomini e donne, che hanno preso coscienza dei loro impulsi e hanno imparato a dominarli. 

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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18/05/2022 12:17 #59150 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Finito Limonov! Mi mancavano tre capitoli. 
Non ho preso appunti durante la lettura, perchè volevo finire. 
Non ho grandi giudizi da dare. Complessivamente libro che non annoia, e che fornisce una visione abbastanza negativa della società russa e del potere nelle mani di pochi oligarchi stra ricchi.

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18/05/2022 18:09 #59154 da pallina
Risposta da pallina al topic Maggio 2022 - Limonov
Ciao a tutti, io sono al punto in cui lui è appena rientrato a Mosca e non so cosa pensare di quest'uomo. Mi sembra tanto che il detto "chi è causa del suo mal pianga se stesso" sia stato scritto appositamente per lui. E' perennemente insoddisfatto di tutto quello che ottiene, non fa altro che paragonarsi agli altri e, se scopre che qualcuno di sua conoscenza (in particolar modo) ha avuto più fortuna di lui, ecco che entra in gioco la competizione e il desiderio smanioso di superarlo. E' vero che nella vita un po' di sana competizione aiuta a crescere, ma qui lui esagera un tantino, sembra non accontentarsi mai e preferisca perdere tutto (è un continuo viaggio sulle montagne russe la sua vita).
Il contesto storico descritto nei vari paragrafi lo trovo interessante ma allo stesso tempo fuorviante: a volte mi sembra che dia più risalto a questo che non alla vita di Limonov, per non parlare delle digressioni sulla vita dello stesso autore.
E' una biografia sui generis, che non mi conquista tantissimo ma allo stesso tempo mi porta a continuare a leggere, seppure senza fretta.
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19/05/2022 10:58 #59159 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Maggio 2022 - Limonov

bibbagood post=59123 userid=1044Oltre all'episodio riportato da Graziella, ovvero che Stalin non si è fatto problemi a sacrificare il figlio, non sapevo che Stalin si fosse anche occupato di scrivere i manuali di storia, come Carrère ci racconta nella parte su Parigi, capitolo 4! Incredibile come un sistema possa diventare così malato e corrotto, con una censura tale che come compendio di storia si utilizzi un manuale scritto dal capo di partito 

Esattamente quello che ci racconta Orwell in 1984 con cui critica neanche troppo velatamente il regime di Stalin. Il Grande Fratello, capo del partito, riscrive la storia. Altro che mondo distopico, Orwell si è limitato ad osservare

MEMENTO AUDERE SEMPER
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19/05/2022 18:12 #59163 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Maggio 2022 - Limonov
sono arrivata alla nascita della figura degli oligarchi e al "tassista abusivo Putin"
effettivamente questo libro non annoia anche se non è il massimo ..della Russia come viene già detto da Graziella c'è una visione molto negativa ma sinceramente mi domando è proprio così ?
il potere in mano a pochi e tutti sottomessi ? 
 

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19/05/2022 18:30 #59164 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov

sono arrivata alla nascita della figura degli oligarchi e al "tassista abusivo Putin"
effettivamente questo libro non annoia anche se non è il massimo ..della Russia come viene già detto da Graziella c'è una visione molto negativa ma sinceramente mi domando è proprio così ?
il potere in mano a pochi e tutti sottomessi ? 

 

Ho superato anche io di poco l'introduzione di Putin, sto al capitolo 5 della parte VII.
Difficile rispondere alla tua domanda, ma leggendo un po' le dinamiche spiegate da Carrère, secondo me sì. Per troppi anni, praticamente da sempre, son stati negati alla maggior parte della gente gli strumenti per formare un'opposizione politica, indipendentemente da chi era al potere; in questi capitoli Carrère accenna ad esempio all'entusiasmo di alcuni personaggi di cercare di cambiare la politica economica del paese, per il paese, ma non ne avevano la minima competenza, non sapevano minimamente con cosa si sarebbe dovuti confrontare e che implicazioni potevano avere alcune scelte piuttosto che altre. In un contesto simile è quindi facile che regni semplicemente la legge del più forte, di chi sa sfruttare la situazione a proprio vantaggio :-(

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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20/05/2022 19:30 #59169 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov
Tornando invece alla parte V, ovvero il ritorno di Limonov a Mosca dopo 15 anni, ho trovato interessante la descrizione del Limonov di adesso rispetto a quello che aveva lasciato la patria tanto tempo prima. Il paese è rimasto per lo più uguale, ma lui è una persona completamente diversa, e se ne rende conto solamente ora, quando deve confrontarsi con il suo passato e con quel che era. Quindi cerca di dimostrarsi amico del popolo, ma non capisce che il popolo non può vederlo come tale. E soprattutto si rende conto di vedere la Russia con occhi completamente diversi; gli sembrava impossibile poter soffrire per la sua patria prima, ma adesso soffre invece a rendersi conto di quanto sia povera e di come sia messa. Che poi non è altro che quel che succede a ciascuno di noi, dopo aver vissuto in un altro posto o aver conosciuto persone che non appartengono alla realtà che conosciamo, improvvisamente vediamo questa realtà, che conosciamo da sempre, con tutt'altri occhi.

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22/05/2022 08:17 #59176 da Sabi
Risposta da Sabi al topic Maggio 2022 - Limonov
Buongiorno anche questa volta posso dire che non conoscevo Emmanuel Carrère e che non avrei acquistato questo libro ma mi sono iscritta a questo club proprio per allargare i miei orizzonti e ho fatto proprio bene! Limonov è davvero un personaggio interessante, complesso, intrigante, ma quello che mi ha colpito di più è che attraverso questo racconto ho conosciuto un paese così complesso come la Russia e alcuni stati dell'ex Unione sovietica. Questo mi ha permesso anche di avere qualche spiraglio di luce per comprendere, anche se non del tutto perchè dovrei leggere libri più specifici, il conflitto attualmente in corso. 
Consiglierò questo libro ai miei amici.
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22/05/2022 10:10 #59179 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov

Sabi post=59176 userid=7192 Limonov è davvero un personaggio interessante, complesso, intrigante, ma quello che mi ha colpito di più è che attraverso questo racconto ho conosciuto un paese così complesso come la Russia e alcuni stati dell'ex Unione sovietica. Questo mi ha permesso anche di avere qualche spiraglio di luce per comprendere, anche se non del tutto perchè dovrei leggere libri più specifici, il conflitto attualmente in corso. 
 

Questo aspetto è stato per me il punto forte e contemporaneamente la cosa che mi é piaciuta di meno....Sinceramente pensavo che ci si sarebbe soffermati più sulla figura di Limonov, dando più o meno lo stesso spazio alle varie fasi della sua vita. Invece mi verrebbe da dire che è la storia dell´Unione sovietica ad essere la vera protagonista di questo libro. Molto interessante, soprattutto perchè trattata da diversi punti di vista (Limonov, Carrère, fatti di cronaca), ma sinceramente speravo in un altro libro

Sempre nella parte V ho trovato interessante la visita di Limonov ai genitori e i diversi occhi con cui lui percepisce quella realtà. Ma stavolta é il punto di vista della madre a risultare a noi più strano, ingenuo. All´inizio del libro la madre sembra essere una donna forte, mentre qui è una signora completamente rimbambita dalla propaganda. Rimane allibita che nell´occidente, a Parigi, lo stato sia attaccato cosi tanto ai soldi da voler far pagare il gas, ma non si chiede se forse anche loro in un´altra misura lo stiano pagando, e in modo forse altrettanto caro.
Un ultimo aspetto di questa quinta parte che mi ha colpito è quando nell´ultima pagina si descrive il funerale di Sacharov e in particolare di come la gente vi abbia partecipato non costretta, rappresentando un evento unico nella storia. Mi ricorda un po´ quelle manifestazioni in cui il partito che le rappresenta dice che c´erano migliaia e migliaia di persone, quando invece magari ce ne era solo qualche centinaio; allo stesso modo probabilmente in Unione Sovietica si era costretti pro forma a partecipare a questi funerali di stato , giusto affinchè si potesse dire di quanto il popolo fosse attaccato al membro del partito o del Politburo deceduto.

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23/05/2022 10:10 #59185 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Maggio 2022 - Limonov
Ciao a tutte e a tutti! Dopo la lunga pausa che mi sono presa per tirare il fiato, ieri ho finito di leggere "Limonov". Non mi ha lasciato delle buone sensazioni, anche se secondo me è un bel libro: corposo, scritto bene, molto documentato e anche molto personale, per Carrère.

Come Bea penso che nella seconda parte del libro Limonov quasi "sparisca" nello sfondo del post-comunismo, che ha gettato i vari paesi nel caos più totale. Penso che sia una buona scelta, come ho detto forse in un altro post, e in un certo senso corrisponde anche alla crescita naturale di un uomo: man mano che maturi, il tuo ego, che in gioventù è praticamente tutto (dato che devi formarti un'identità e affermarti) man mano lascia spazio agli altri, alla comprensione che il mondo è molto complesso e tu sei solo un pezzetto. Ciò detto, verso la fine ho avuto l'impressione di essermi persa qualcosa, e che il pasaggio non sia avvenuto proprio di proposito.

Quello che mi è piaciuto: gli scorci su una cultura così diversa e complessa come quella dell'Europa dell'Est; la rassegna storica, che mi ha insegnato tanto della storia recente che avevo dimenticato o che non conoscevo proprio; il contributo personale di Carrère, la sfida che si è posto: ricostruire tutta la vita di questo personaggio e del contesto storico, toccando così tanti punti e ambienti diversi, dai circoli intellettuali alla guerriglia, non dev'essere stata una passeggiata.

Quello che mi è piaciuto meno: lo sguardo un po' morboso che a volte si coglie nella descrizione di particolari macabri o di "devianza sessuale". Con questo non intendo ovviamente l'omosessualità di per sé, ma quella che viene descritta in questo libro, come gran parte dei rapporti eterosessuali: la sessualità descritta in questo libro è violenta e disturbante, e mi ha fatto quell'effetto strano di repulsione e attrazione che capita quando assisti a un evento molto traumatico (il classico "non riuscire a staccare gli occhi dall'incidente d'auto", per intenderci). Ho riletto quei passaggi più volte, ma non perché mi piacessero. Non riuscivo a elaborarli.

Non dico che certe cose vadano censurate, ma quando se ne scrive, chi legge capisce subito se lo sguardo è distaccato oppure no, e Carrère mi sembra (forse controvoglia) attratto dalla logica prevaricato-prevaricatore, vittima-carnefice, abusato-abusante in cui i confini si mischiano, e ci marcia un po' su. Penso che sia in verità un'ottima lettura anche di tutta la sofferenza psicologica di chi ha dovuto vivere in contesti simili, dove l'abuso è istituzionale o comunque all'ordine del giorno. La descrizione della Russia post-comunismo, con la sua corsa all'arricchimento stile Far West, con morti ammazzati in ogni dove, mi ha angosciata. Insomma, per dire che forse la psiche si arrotola poi quasi di conseguenza su questi temi, per autodifesa.

Tutto questo per dire che alla fine non mi ha lasciato così tanto, proprio perché di sotto ci ho colto questo sapore che mi fa chiudere la lettura con un senso di invischiamento con questo raccontato, a tratti molto crudo e distruttivo, e non è una sensazione piacevole. Ho letto libri di una tristezza infinita o che mi hanno causato rabbia, non è che alla fine della lettura ti devi sentire "bene" per forza, ma c'è differenza tra quando le emozioni, anche negative, ti attraversano (e magari ti insegnano qualcosa) e quando ti restano appiccicate addosso in maniera sgradevole. Non so cosa ne pensate voi al riguardo.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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