VI Vukorov, Sarajevo 1991 - 1992
Non mi pare che Eduard abbia partecipato a delle vere e proprie azioni di guerra a Serbi e Croati, anche se essendo amico di uno dei capi, ha potuto essere presente a qualche azione.
Interessante il racconto che Carrère ci fa sulla fine dei Ceasescu e del video girato dalla TV romena e mandata in onda sui canali francesi il 26 dicembre 1989. Le emozioni di Carrère si intrecciano con delle immaginarie e probabili emozioni e sentimenti di Eduard.Le pagine sulla questione romena del 1989 con l'uccisione da parte dei "rivoltosi" dei due coniugi, che fino all'ultima ora della loro vita, si sono sostenuti e consolati.
Sono stata in Romania, nel giugno 2002, in camper, in un viaggio da noi organizzato che comprendeva l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria, per poi uscire dal confine bulgaro verso il Nord della Grecia, nostra meta per le vacanze estive.  La Romania, allora era un paese estremamente povero, e lo si vedeva bene nella campagne, dove i contadini per lavorare la terra avevano delle zappette e qualche altro arnese agricolo che in Italia si usava nel 1900. Bucarest ci è apparsa come una città cadente, con i soliti palazzoni in stile soviet, fatiscenti e scrostati, esattamente uguali a quelli che abbiamo visto bombardati in questi due mesi in Ucraina, il modello era quello per tutti i paesi satelliti di allora. I cani randagi non mancavano, ovunque.
Tornando a Sarajevo, nel novembre del 1991 Eduard, in occasione dell'uscita di uno dei suoi libri, viene invitato a Belgrado, capitale ora della Serbia, ma forse allora ancora se pu traballante, capitale della ormai divisa Jugoslavia.
Eduard, appena giunto a Belgrado viene attirato da un gruppo che gli propone di partecipare a combattimenti  fra Slovenia e Croazia, perchè è così che è incominciata la divisione della Jugoslavia. 
L'anno 1990, a fine agosto, già si vedevano le autostrade Jugoslave percorse da cingolati, camion militari e truppe che da sud si recavano al nord. Noi, io, mio marito e mio figlio, stavamo ritornando come ogni anno dalla Grecia, con la nostra caravan e l'auto. Era il nostro percorso abituale per andare in Grecia. Fu l'ultimo anno, già quel pomeriggio si udivano chiaramente i venti di guerra.
Avevamo paura di venir coinvolti.
Eduard, si trovò a suo agio con i Serbi, nazionalisti che si vedevano portar via delle regioni come la Slovenia, che aveva sviluppato un turismo molto remunerativo. Successe allora seriamente quello che in un primo tempo volevano fare quelli che volevano un Italia del Nord, staccata dal Sud.
Eduard finalmente partecipa, seppur solo come spettatore alla guerra, quella che a suo padre era stata negata. E' esaltato e dice che dalla guerra si impara tutto sulla vita e sugli uomini. 
"La verità che nessuno osa dire è che la guerra è un piacere, il più grande dei piaceri, altrimenti finirebbe subito. La guerra è come l'eroina: provate una volta, non si può più farne a meno"
Queste le sue parole, dunque in parte Sara ci è andata vicino, alla mia domanda:  va bene, la guerra però la fatta sempre gli uomini, ma le donne? Le donne costruiscono, mettono al mondo figlio, costruiscono, sempre attente alla famiglia. Gli uomini distruggono. 
Per darmi delle risposte penso a quello che ho letto in Freud sull'argomento delle pulsioni distruttive, vita e morte!
Anche le donne possiedono la loro brava quota di aggressività che spesso si manifesta attraverso frasette ironiche, pettegolezzi malvagi, e mobbig, perchè no. 
Ci possiamo salvare da i nostri impulsi aggressivi  sublimandoli, incanalandoli verso opere socialmente accettate dalla società. Chi è capace di sublimazione è di solito salvo.
Qui posso suggerire alcuni  brevi saggi di Freud per chi volesse andarseli a leggere:
"Perché la guerra? (Carteggio con Einstein)" 1932, vol. 11 Opere complete ed. Boringhieri.
"Il perturbante" 1919 vol. 9, opere dal 1917 al 1923  da O. citate
"Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte" 1915 Vol. 8 O.c.
Da una lettera a F. van Eeden, riporto:
"Dallo studio dei sogni e delle azioni mancate delle persone sane, oltrechè dei sintomi nevrotici, la psicanalisi ha tratto la conclusione che gli impulsi primitivi, selvaggi e malvagi dell'umanità non sono affatto scomparsi, ma continuano a vivere, seppure rimossi, nell'inconscio di ogni singolo individuo, aspettando l'occasione per potersi riattivare. Ebbene, guardi cosa sta accadendo in questa guerra, guardi le crudeltà e le ingiustizie di cui si rendono responsabili nazioni  più civili, la malafede con cui si atteggiano di fronte alle proprie menzogne e indegnità. [ omiss.]"
Vedere anche Jones "vita e opere di Freud" vol. 2 pp. 444 e seguenti, in cui Abraham rammenta a Freud come anche i primitivi combattevano e si uccidevano.
Io per ora ho finito, quello che mi premeva era di riaffermare che non esistono i buoni e i cattivi, ma uomini e donne, che hanno preso coscienza dei loro impulsi e hanno imparato a dominarli.     
            
            
            "ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)