Introduzione pag. 10 e 11:
Con un certo orrore si viene a sapere che Limonov è stato anche nei Balcani dove combatteva a fianco dell'esercito serbo, vicino ai più loschi individui nazisti, in "un documentario della BBC lo abbiamo visto mitragliare Sarajevo assediata"
Poi è andato in Russia e ha fondato un partito politico nazionalbolscevico.
L' introduzione termina a pag. 19.
Ucraina, 1943 - 1967 (Cap. I)
Qui inizia la biografia del nostro Limonov, già nella prima pagina abbiamo un elenco di vari tipi di Polizia russa. E' il 1942 e infuria la guerra tra tedeschi e russi, le linea sono ormai a Stalingrado, dove i russi tentano disperatamente di respingere i tedeschi.
" E' un epoca all'insegna dell'eroismo e della durezza: un operaio che si presenta al lavoro con cinque minuti di ritardo viene mandato davanti al consiglio di guerra; i cekisti arrestano, processano e all'occorrenza giustiziano con una pallottola alla nuca."
Immagine ben diversa mi aveva abituato Grossman nella sua Stalingrado, nelle pagine che riguardano il lavoro nella fabbrica di produzione bellica, (fusione del metallo, proiettili, ecc.) Qui ognuno fa il suo dovere con estrema felicità e sacrificio, lavora giorno e note anche sotto i bombardamenti aerei notturni delle forze tedesche.
La "campana" è ben diversa: il padre di Limonov, proveniente da una famiglia di contadini, è stato arruolato dall'NKVD che seleziona personale migliore. E invece di finire al fronte viene destinato di guardia a una fabbrica di armamenti nelle retrovie.
Carrere non manca mentre parla dei genitori di Limonov di raccontarci e descriverci la vita in Unione sovietica, che è molto diversa da quella idilliaca descritta da Grossman. La madre Raisa è figlia di un direttore di ristorante caduto in disgrazia viene mandato in un battaglione disciplinare dove muore.
Eduard nasce nel febbraio del 1943 venti giorni prima della vittoria dei russi sul fronte di Stalingrado.
Una cosa che mi ha davvero sconcertato e che non sapevo che Stalin ha rifiutato lo scambio fra suo figlio Jacov (tenente) fatto prigioniero da tedeschi e il feldmaresciallo Paulus, uno dei grandi capi militari del Reich, che i russi avevano catturato davanti a Stalingrado.
Jacov si suicidò gettandosi contro il filo spinato elettrificato del campo in cui era rinchiuso.
Insomma storie di una crudeltà assoluta, che credevamo fosse finita per sempre e invece già da queste pagine si può capire come la vita di intere popolazioni civili, non valeva nulla. Chi comandava faceva assolutamente il bello e il cattivo tempo fregandosene delle persone. Infatti solo così si spiega che i russi, hanno avuto 20 milioni di morti.
Riusciremo a mettere insieme un dibattito sull'argomento?
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)