Mercoledì, 05 Novembre 2025

Maggio 2022 - Limonov

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10/05/2022 16:29 #59108 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Credo di poter dire che tutto quello che magnifica Carrére come narrazione della cultura russa e francese, non mi era nuovo, inoltre di poca importanza: La cultura di cui parla Carrére è sta alla letteratura importante come la musica classica sta al roch. E' la cultura di chi fa della perversione, dello sballo, del sesso smodato, uno stile e pretende che tale stile sia il massimo. Se confrontato con altri scrittori moderni dell'epoca, romanzi di Carrère, seppure biografici, fanno una benchè misera figura. Chi crede che con le bestemmie, le descrizioni di rapporti omosessuali spinti, e bisessuali con belle donne che vengono poi quasi violentate, si faccia un libro di successo anche effimero, si sbaglia veramente tanto. Avrà questa letteratura il suo pubblico, non dico di no, come la pornografia, il romanzo "Porci con le ali" "Cioccolato a colazione" due romanzi di vecchia data che hanno aperto con almeno più talento, la strada a questo genere "pietoso" di letteratura: "spazzatura"? No non sia mai! roba da premio Nobel invece!
Non leggerei mai un romanzo di quelli citati da Carrére e non perchè mi scandalizzerei, abbiamo tutti letto 60anni fa l'amamte di LadY Chetterly (sicuramente la grafia e sbagliata) 
Ma per piacere, niente compiacimento a doghe e alcool, chi ne fa uso e da compiangere e sarebbe da aiutare attraverso i CPS locali. L'alcolismo poi è il peggiore.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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12/05/2022 09:21 #59115 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov
Nella seconda parte, il capitolo su Mosca, Carrère riflette sulla difficoltà, quasi impossibilità, di essere onesti in regime totalitario: non si poteva avere una buona opinione di se stessi.
"Gli intellettuali di regime, se non erano completamente abbrutiti o del tutto cinici, si vergognavano di quel che facevano, si vergognavano di quel che erano. [..] I piu´ infingardi dicevano sospirando che se fosse dipeso soltanto da loro avrebbero seguito quegli esempi sublimi [Pasternak, Solcenicyn, etc], ma avevano una famiglia, figli che avevano intrapreso lunghi studi, tutte le validissime ragioni che ognuno di noi ha per diventare un collaboratore anziché un dissidente."
Riflessione che si applica anche a contesti non per forza su larga scala come i totalitarismi assoluti, bensí ad esempio anche nelle realtà mafiose, dove si preferisce pagare e accettare il sistema, di fatto sostenendolo, perchè le ragioni pratiche sono di fatto più importanti (vitali?) di quelle idealistiche e la decisione più saggia, l´unica a disposizione, è sacrificare i propri ideali per un bene migliore.

Carrère continua a descrivere questa spaccatura tra ciò che si è e ciò che si fa, dicendo che in realtà c´era anche la massa di coloro che non erano nè eroi, nè furbetti, nè corrotti, convinti che qualsiasi opera d´arte fosse in realtà compromessa con il potere e che essere un artista voleva dire essere necessariamente un fallito, e farne un vanto: "Lo era, per un poeta, spalare la neve davanti a una casa editrice a cui mai e poi mai avrebbe dato in lettura le proprie poesie, e toccava al direttore sentirsi a disagio quando scendeva dalla sua Volga e lo vedeva con la pala in mano. Facevano una vita di merda, ma non avevano tradito. "

Insomma, Carrère dà una sorta di speranza (?) che una protesta silenziosa può voler dire non compromettere ciò in cui si crede. Temo però che siano più i Solcenicyn a cambiare le cose :-(

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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12/05/2022 12:19 #59116 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Io dovrei appunto iniziare la parte in cui il personaggio è a Mosca. Riprenderò oggi o domani. 
Le cose che scrive Beatrice sono molto interessanti e vere. siamo fatti così!
Fino all'anno scorso avevo la speranza in un mondo migliore, ma ora dopo il 22 febbraio, non posso che prendere atto che esistono delle persone a cui non importa nulla veder morire centinaia di persone, veder distruggere la loro vita e la loro casa. 
E' così, non ci posso fare nulla, questa è l'umanità di sempre, fin dai tempi dell'impero romano e anche prima. 
Anni fa eravamo tornati al Medio Evo, ora non so più dove siamo, mi sembra di essere durante la seconda guerra mondiale. 
Quindi mi chiedo, perché non accettare l'umanità per quello che è, e ritagliarsi se possibile un piccolo spazio mentale per stare vicino alle persone buone, caritatevoli, giuste. Ognuno vuole vivere, nessuno cerca la morte. 
Sto leggendo il secondo volume di Grossman, "vita e destino"
Sulla sete di potere e sulla crudeltà di chi arriva anche a un medio potere, sul cinismo, ci sarebbe da scrivere fiumi di parole, riflessioni, torno a quello che è stato detto da Freud, dalla M. Klein da tanti altri studiosi dell'argomento. E' così e basta. Ognuno di noi può solo cercare, se ce la fa, a essere buono, caritatevole e soccorrere chi ha bisogno, tutto nei limiti della propria sopravvivenza.
Ci risentiamo, non appena sono andata avanti con Carrère. 
Grazie comunque a chi mi da l'opportunità di leggere e condividere i pensieri.

 

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12/05/2022 22:36 #59121 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov
Il rapporto di Limonov con le donne mi sembra esser più complesso di quello che ha con la politica e la cultura: in questi due campi infatti mi sembra che lui abbia deciso che debba sostenere una posizione, a qualsiasi costo, ed è piuttosto accecato da rabbia, frustrazione e una sorta di ambizione. Invece con le donne è come se cedesse, come se decidesse di metter da parte quella rabbia che lo sta prosciugando.
Nel capitolo VII della parta su New York rivede Tanja, e invece di disprezzarla perchè diventata debole e patetica, si sente sopraffare dalla voglia di riavere una seconda possibilità per costruire una vita insieme, tranquilla, fuggendo da quegli eccessi che gli hanno guidati finora, riducendoli ad esseri infelici. Momenti simili di affetto, forse di umanità, li aveva avuti anche con Anna e li avrà anche con Natasa tra Parigi e Mosca/Char'kov. Chissà, gli fosse capitata la donna giusta, magari si sarebbe reso conto dell'inutilità dei suoi comportamenti e la vuotezza delle sue convinzioni 

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12/05/2022 22:44 #59122 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov
Del capitolo su New York mi son piaciute molto le righe iniziali, sia ha subito un colpo d'occhio sulla città! E ho trovato molto ben riuscito il paragone secondo cui "Passare da Mosca a New York è come passare da un film in bianco e nero a uno a colori." E in effetti è proprio questa la sensazione anche leggendo, si passa proprio tra due modi diversi, e la narrazione dei primi due capitoli è effettivamente più grigia. Tra gli stupori iniziali vi è il poter entrare in libreria e vedere libri che si possono sfogliare e che non sono tenuti sotto chiave; e anche le piantine della città, a quanto pare l''URSS riusciva a fare propaganda anche con quelle!

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13/05/2022 15:32 #59123 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Maggio 2022 - Limonov
Oltre all'episodio riportato da Graziella, ovvero che Stalin non si è fatto problemi a sacrificare il figlio, non sapevo che Stalin si fosse anche occupato di scrivere i manuali di storia, come Carrère ci racconta nella parte su Parigi, capitolo 4! Incredibile come un sistema possa diventare così malato e corrotto, con una censura tale che come compendio di storia si utilizzi un manuale scritto dal capo di partito 
Carrère ce ne parla quando arriva a parlare di Gorbacev e della sua glasnost, la politica di più o meno trasparenza che ha comportato l'apertutra verso l'occidente, e all'improvviso si vedono persone che leggono ovunque. Sarà che Carrère, da letterato, da peso soprattutto a questo aspetto e sicuramente la glasnost si è riflessa in tanti altri aspetti socio-culturali, ma trovo comunque riuscita l'immagine di questa improvvisa libertà che porta a voler recuperare tutto quel che non si era potuto leggere fino a quel momento.
Nelle righe successive si riporta il pensiero della Achmatova, ovvero del voler dare un nome a tutte quelle vittime di cui ora finalmente si può parlare, non si fa più finta che non esistano, ma che per adesso sono solo un numero, neanche esatto. Mi ha ricordato le "Stolpersteine", ovvero quelle mattonelle dorate in giro per tutta Europa davanti alle case di ebrei morti durante l'olocausto (in Germania è pieno, ma ce ne sono anche a Roma e suppongo anche in altre città), proprio per non parlare solo di un genocidio di massa ma ricordare che erano delle persone.
Queste pagine le ho trovate particolarmente incisive perchè Carrère esprime pensieri come "E' stata la liberazione della storia a determinare il crollo dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est", sottolineando come i totalitarismi siano di fatto sinonimo di ignoranza, e che conoscere la storia, senza manipolarla, permette di essere liberi. Spesso credo, anche in Italia, che non è una questione se si è di destra o di sinistra, ma quanto la posizione che si prende sia frutto di ignoranza (da entrambe le parti) e che sia più che altro questo ad essere determinante nel considerare l'opinione politica di chi ci sta intorno.
 

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14/05/2022 17:40 #59125 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
Condivido Beatrice, e trovo sempre interessante il tuo approccio nei confronti di questo libro.
Stalin scrittore di libri di storia per le scuole, mi era sfuggito. Apprezzo la tua analisi che mi fa vedere questa biografia sotto una luce diversa. 
Peraltro io mi trovo ancora avvolta nelle spire di "Vita e destino" di Grossman, che dovrò decidermi a postare nel topic appropriato. 
Gorbaciov è stato un personaggio determinante con la sua "glasnost", ma purtroppo come vedi quella nazione si tende sempre a ritornare indietro. 
Mio marito, sociologo, storico, e interessato alla difesa militare, diceva sempre che un popolo, non cambia le sue caratteristiche, e mi raccontava che Garibaldi aveva non pochi problemi con i suoi soldati italiani che secondo lui "volevano sempre mangiare"
Ti ringrazio comunque tanto per le tue esposizioni. Stai facendo un bellissimo lavoro. 
Spero di riuscire presto ad uscire da questa specie di pigrizia mentale che mi impedisce di analizzare con serietà le parole di Carrere.
 

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15/05/2022 18:45 #59129 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
MOSCA, CAR'KOV dic. 1989
Dopo quindici anni. Eduard torna in Russia a Mosca prima e poi a Car'Kov. L'albergo dove scende è l'Hotel Ucraina che assieme ad altri sette grattacieli rendono Mosca simile a Gotham City. Eduard entra da vincitore in quell'albergo nel quale, quindici anni prima non avrebbe mai potuto entrare. Nella Hall c'è una baraonda incredibile e un andirivieni di ceffi "patibolari". Pare però che a differenza degli anni precedenti, nelle stanze vi si goda più libertà, non ci sono cimici, e telefonare a un amico russo sembra possibile.
A Mosca, in clima di perestrojca si può pubblicare di tutto, così anche Semenov, Editore che Eduard a conosciuto a Parigi, ha pubblicato un libro sull'infanzia di Eduard, l'Epoca gloriosa, con una tiratura di trecentomila copie.
Spesso la storia di Eduard si incrocia con la storia di Carrere, scombinando un po' il ritmo della lettura. I ricordi di Carrère lo aiutano a identificarsi con i sentimenti e le emozioni che lo scrittore pensa che avrà provato Eduard, durante l'incontro organizzato dall'editore al Circolo Culturale di Izmailovo. Semenov è anche lui in Russia e presiede al centro del palco alla presentazione degli ospiti che lui ha portato.
Nel ristorante dove la compagnia si ritrova per la cena Carrère punta il dito sottolineando la differenza fra i comuni negozi cittadini, dove non si trova niente, mentre i tavoli del ristorante traboccano di vivande e di alcolici.
Anche Bulgakov in "Maestro e Margherita", ci sono molti episodi in cui viene continuamente evidenziato questo fatto, il famoso "Gribolev" e i negozi dove si può entrare solo con una tessera; e pensare che Bulgakov scriveva con Stalin ancora vivo, siamo negli anni '50. Dopo trenta anni siamo ancora allo stesso punto. 
Alla mattina all'Hotel Ucraina, Eduard fa conoscenza con un certo Vitez, regista francese. I due fanno amicizia e fanno colazione assieme e si scambiano opinioni sulla situazione che hanno incontrato. Vitez, in modo direi romantico spera che la libertà e la comodità attuale non siano la causa della snaturazione dell'anima russa. Curiosa questa affermazione.
" I Russi, pensa Eduard, sanno morire, ma in quanto all'arte di vivere, sono sempre stati delle frane".
Camminando per Mosca Eduard passa nei luoghi storici dove ha vissuto episodi memorabili della sua vita in Russia. Ma ancora una volta si sente ritornato vincitore, e le porte che prima gli erano precluse, ora gli vengono aperte e nella Casa degli Scrittori ritrova i vecchi militanti dell'undergrand. 
Interessanti sono le pagine nella quali Eduard, col treno va a Car'Kov dove abitano ancora i suoi genitori. I treni della terza calasse, sono affollati da gente rozza e maleodoranti. Finito il viaggio in treno si fa portare da un taxi "davanti a quel palazzo formicaio dove ha trascorso la sua adolescenza". Qui ritrova i genitori il padre malato, la madre Raisa che vive ancora nel passato
del regime comunista. I genitori non mostrano particolare interesse per i successi del figlio, loro sono soddisfatti della loro routinne
Il capitolo si chiude con la madre Raisa che inorridisce al pensiero che anche in Russia potrebbero nascere più partiti.
 

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16/05/2022 11:29 #59130 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Maggio 2022 - Limonov
io sono un pò più avanti sarajevo1991-1992
Eduard decide che nella sua vita gli manca l'esperienza della guerra quindi quando viene invitato a Vukovar per "dare un occhiata"non ci pensa due volte e c'è una frase qui che mi ha colpito oltre al tutto il paragrafo in realtà perché sembra così attuale e ahime così vero 
"....è attraversare, di lì a poco , le rovine ancora fumanti dei villaggi .é poter credere , in quell'angolo gelido dei Balcani ,di essere nel 1941 e non nel 1991 ..."  ora si potrebbe mettere a fianco a queste due date anche il 2022
insomma qui Eduard ci fa notare come le guerre sono tutte uguali solo distruzione .
una pagina più avanti fà una vera definizione di Guerra iniziando con dire ciò che sappiamo tutti la guerra è sporca ,non ha senso ...e poi ci fa riflettere dicendo nessuno osa dire che la guerra è un piacere...
e in fine ci dice una cosa molto vera pace è guerra sono l'uomo e la donna  lo yin e lo yang necessari entrambi.

per quanto riguarda il suo rapporto con le donne secondo me  si comporta esattamente come in tutti suoi interessi decide una posizione e la mantiene anche se questo via via lo distrugge 
la sua prima amante Anna ha atteso che fosse lei a lasciarlo lui ha continuato il suo rapporto 
con Tanja si era convinto che era la donna della sua via nonostante tutto
e vedrai che sarà così anche per le relazioni future che incontrerà ...si crea una posizione ben solida nella sua mente e nulla lo scalfisce infatti sono sempre loro che lo abbandonano no viceversa 

ciò che mi ha colpito di più di questo libro è la Russia il modo di vivere di pensare di agire così distante da noi non solo ora anche in quegli anni e mi domando se sia cambiata in questi anni sinceramente saperlo mi spaventa
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16/05/2022 12:13 #59132 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Maggio 2022 - Limonov
anche io sono a Sarajevo. Ieri non sono andata oltre per postare perché ero stanca
 Ma avevo già pronti i miei appunti scritti. Oggi pomeriggio li scrivo. Saranno di integrazione al tuo postato Sara. Ho dovuto fare una ricerca nella mia opera Omnia si Freud, sono 11 volumi, prIma di trovare cio che scrisse il padre della psicanalisi sulla guerra. Volevo metterci le sue parole e non solo il mio ricordo. voce 

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Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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