Nonostante capisca perfettamente la scelta di Bibi, io ho resistito e sono arrivata fino alla fine, a tenermi a galla è stato il terzo capitolo che ho trovato più gradevole rispetto al resto, per poi avere nuovamente il tracollo sull'ultimo capitolo che, devo ammettere, ho letto saltando qualche pagina perché non ce la facevo più!

Del terzo capitolo mi è piaciuta la parte sulla difficoltà ad amare il prossimo e sul fatto che ormai stare al mondo è una prova di sopravvivenza in cui vince il più forte, è un mondo in cui "la fiducia, la compassione e la pietà sono armi suicide. Se non ti dimostri più duro e spietato di tutti, gli altri ti faranno fuori senza tanti rimorsi", per usare le sue parole.
Ho riflettuto molto anche sulla parte successiva in cui dice che ormai il "finché morte non ci separi" assomiglia ad una trappola da scansare: sono sempre meno le coppie che decidono di sposarsi e preferiscono continuare a convivere, molti dicono che è prettamente una questione economica poiché fare una festa di matrimonio al giorno d'oggi è piuttosto costoso, ma in realtà è palesemente il desiderio di non avere quel legame vincolante, perché se lo si desidera ci si potrebbe anche sposare civilmente e senza troppi fronzoli. Io e il mio fidanzato, con cui convivo da 8 anni, abbiamo deciso di sposarci e devo ammettere che ho sentito la differenza nella nostra coppia, ho sentito l'importanza e il peso di questa decisione ma ho anche sentito che fosse il giusto passo da compiere, perché credo nell'istituzione del matrimonio e nel suo valore a livello affettivo. Ovviamente capisco e rispetto anche chi non decide di sposarsi, ma è innegabile che appare come una scelta più "facile" con eventuale scappatoia senza troppi ostacoli.
Ho apprezzato anche la parte successiva in cui parla della politica e della globalizzazione, così come quando tratta degli stranieri, però devo essere onesta: riesce ad avere la mia attenzione per pochi minuti, dopo i quali mi sembra di leggere sempre lo stesso concetto trito e ritrito senza mai arrivare ad una conclusione vera e propria. Alcuni concetti che illustra sono giusti ma non ci vedo nulla di nuovo e illuminante, sarà che è stato scritto più di 20 anni fa, sarà lo stile che ha scelto di utilizzare, ma per me è stata una lettura noiosissima, tra le letture più noiose mai fatte, che non mi lascia niente. Ho un deja vu con L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, per cui faccio un appello (rima non intenzionale

) : l'inverno è già lento e difficile, possiamo evitare di scegliere questa tipologia di testo durante questi mesi?