Sabato, 06 Settembre 2025

Gennaio 2025 - Amore liquido

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21/01/2025 19:17 #69667 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Ho terminato la lettura, il quarto capitolo ammetto dopo le prime pagine di averlo letto molto veloce: se Bauman voleva fare una riflessione su tutte le forma d'amore, doveva fare un'opera in 10 volumi, perchè è ovvio che qualsiasi cosa facciamo indica una forma di amore o la sua mancanza, qualsiasi rapporto, qualsiasi forma di comunicazione, qualsiasi azione è dettata da quanto amore ci mettiamo e proviamo; e se questo è il principio su cui vuole basare il suo libro e quindi parlare dell'amore in senso universale, secondo me con questo libro non è riuscito nell'intento, perchè il quarto capitolo è principalmente un trattato politico-filosofico sulle politiche relative ai profughi cui segue (non si sa con quale aggancio) una riflessione sul senso di verità; sì, ci si può trovare sicuramente un'espressione dell'amore in questi temi, ma non è la prima cosa cui si pensa se si legge come li affronta. Inoltre, mi sembra che in questo capitolo faccia ancora più citazioni da praticamente chiunque, rendendo ancora più difficile seguire il discorso, ma soprattutto dopo aver letto il riferimento a Fallaci, completamente decontestualizzato e interpretato liberamente per sostenere la sua (di Bauman) tesi, le varie citazioni le ho saltate proprio a piè pari perchè magari Deridda e Arendt in realtà stavano parlando di tutt'altro nelle rispettive opere.

Comunque, è stato anche un pessimo tempismo leggere questo capitolo proprio oggi, dopo l'insediamento di Trump di ieri sera, e probabilmente ciò ha acuito la mia non voglia di leggere quelle pagine, scritte 20 anni fa, in cui Bauman si esprime in modo negativo verso la rotta intrapresa, e che invece oggi non ci sembra per niente male, cose dipinte così negative 20 anni fa sarebbero oggi probabilmente auspicabili. Bauman dice ad esempio "[...]collegare l'odio etnico, che è fuori moda, alla più accettabile paura per la propria incolumità." : bè a quanto pare è tornato invece di moda l'odio etnico, perchè il tema della criminalità riferita agli stranieri non occupa più un posto di rilievo nel dibattito sociopolitico, il tema principale é l'odio fine a se stesso verso lo straniero con cui (teoricamente) dovremo condividere i nostri privilegi e non lo troviamo giusto, perchè non è un mio problema se il suo paese é in guerra o non offre le stesse possibilità, colpa sua ad essere nato là, non può permettersi di fare il furbo e venire qui a sfruttare il nostro benessere. In parte è anche quel che dice Bauman con l'esempio del Portogallo, lui però si sofferma solo sul fatto che i portoghesi hanno dimenticato che un tempo dovevano emigrare anche loro (lo stesso discorso potrebbe valere per gli italiani), ma attualmente il discorso si può ampliare ancora di più con il fatto che sono gli stessi figli di immigrati che non vogliono gli stranieri e io mi chiedo: ma ce la fai? Se ci fosse stata gente come te quando é arrivato tuo padre tu non saresti qui. Ma vabeh, come dice Bauman "Quando si tratta di gettare i semi per far crescere i frutti dell'ira, la logica non è contemplata". Che direi è la conclusione perfetta per un saggio simile: la società, i rapporti, possono pure cambiare, ma noi non ce la facciamo proprio a evolverci in meglio.

Infine, una frase che proprio oggi non ha bisogno di essere commentata:
"Gli Stati Uniti sono dichiaratamente un paese di immigrati: in tutta la loro storia l'immigrazione è sempre stata dipinta come un nobile intento, una missione, un eroico successo dell'ardimentoso, del valente e dell'impavido; cosicchè denigrare gli immigrati o gettare sospetti sui nobili intenti dell'immigrante andrebbe a tutto detrimento dell'identità americana e forse infliggerebbe un colpo mortale al mito del sogno americano, suo indiscusso fondamento e collante."

E da un'immigrata del 2025 direi che è tutto.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ringraziano per il messaggio: SerenaM, Scalpo fluente

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22/01/2025 08:27 - 22/01/2025 08:28 #69675 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Quoto in tutto e per tutto Bea, anche io ieri ho letto il quarto capitolo e quindi concluso la lettura. È stata una lettura faticosa, anche perché così "disordinata". In realtà mi aspettavo un saggio solo sulle relazioni di coppia e mi ha piacevolmente sorpreso che invece mirasse ad analizzare tutte le forme d´amore. Che poi il messaggio del saggio fosse fondamentalmente negativo, era prevedibile: l´umanità sta involvendo sotto tutti i punti di vista. L´attualità ne è appunto una tristissima conferma

"Che te ne fai di tutti quei libri?"
Ultima Modifica 22/01/2025 08:28 da ziaBetty.
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22/01/2025 21:14 #69701 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Ho finito anche io la lettura e mi trovo d'accordo con @bibbagood sulla valenza politico-filosofica dell'ultimo capitolo. Non vado molto d'accordo con i temi politici, neanche quando applicati alla sociologia, per cui questo quarto capitolo per me è stato... poco convincente (?) Personalmente avrei condensato tutto nel terzo capitolo e avrei chiuso lì. 
Nel terzo capitolo si parla di mixofobia, che la Treccani ci definisce come "rifiuto della mescolanza tra culture". Nel quarto capitolo, Bauman non fa altro che riprendere il concetto di mixofobia per spiegare come questa abbia portato alla nascita di un nuovo fenomeno: la paura per la propria incolumità. 
Paura che già emergeva nel terzo capitolo, quando Bauman parlava delle strette suddivisioni del territorio tra etnie e classi sociali (per questo dico che avrebbe potuto condensare in un unico capitolo; non è che se ne esca con queste novità pazzesche). 
Semplicemente, nel quarto capitolo c'è una spinta in più: la paura non è tanto per il diverso da noi, ma per il diverso che è visto come un "vivente di serie B". 

La modernità ha sempre prodotto fin dal suo avvento enormi quantità di rifiuti umani. Ma le sue gravissime conseguenze sono state a lungo tenute nascoste dalla politica di smantellamento dei rifiuti…ovvero la trasformazione di ampie aree del mondo in discariche.

Ecco che quanto anticipato nel terzo capitolo assume tutto un altro sapore: la compartimentazione dei territori, infatti, non è tanto legata ad una volontà egoistica di avere un proprio spazio, scevro da ogni rischio di invasione, quanto piuttosto ad una vera e propria paura di "contaminarsi" attraverso il contatto con persone "portatrici di sporcizia". 
Parte una riesamina delle "discariche umane" che sono state create sin dai tempi dell'imperialismo. Confinare gli indesiderati in certe zone geografiche è sembrata, fino a questo momento, un'ottima idea: per difendersi dalla contaminazione, infatti, basta evitare accuratamente di valicare i limiti della "civiltà". 
Ma " oggigiorno il pianeta sta esaurendo tali discariche, mentre la produzione di rifiuti continua inesorabilmente". Che fare allora? 
La soluzione più ovvia sarebbe fermarsi un attimo a riflettere; ma in un mondo che corre a velocità supersoniche forse è meglio dichiarare di avere la coda, susciterebbe meno perplessità. Meglio giustificare l'esistenza delle discariche umane dietro a motivazioni assurde ma perfettamente logiche: "gli immigrati ci rubano il lavoro"; "gli immigrati ci vogliono colonizzare"; "il terrorismo è colpa degli immigrati". Ma quante volte le sentiamo queste cose in quei salotti pseudo-intellettualoidi alla tv? Purtroppo, veramente troppe. E continuano ad aumentare. 
Gli stranieri, resi capro espiatorio di tutti i mali del mondo, "si trovano sotto una duplice morsa: vengono cacciati dal loro paese e respinti dal paese ospitante. Essi vengono catapultati in un niente, in un luogo senza un luogo".
Visto e considerato che molti governi (tra cui il Trump 2, come tristemente ricordava @bibbagood) propongono di confinare i migranti in appositi campi-discariche, possibilmente fuori dalla città, "il cui accesso è severamente vietato alle altre forme di vita", forse è quasi meglio abitare un non-luogo. In un non-luogo sei comunque libero; in un campo no. In un campo non hai neanche la dignità di essere umano, la dignità di cui ci parlava Bauman nel terzo capitolo (e torno sempre là, poteva unire). 
Questo quarto capitolo ha il sapore della profezia nefasta, quella che sai che incombe sulla tua testa ma che fai di tutto per ignorare, come i bambini che nascondono gli occhi dietro le dita e per loro è tutto scomparso. E invece è ancora tutto qui; e lo stiamo vedendo, oggi più che mai. La considerazione è amarissima, e quel foriero di cattivi presagi di Bauman non se ne poteva certo esimere. 
Però non tutto è perduto: anche Bauman, infatti, riconosce nel dibattito una possibile via d'uscita. In fondo, la costruzione sociale è, per l'appunto, una costruzione; e come tutte le costruzioni, può comporsi e ricomporsi continuamente.
Chissà se in futuro questa costruzione smetterà di essere prigione e diventerà castello. 
 
Ringraziano per il messaggio: davpal3

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29/01/2025 22:00 #69834 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Finito anche io.
Il quarto capitolo obiettivamente non c'entra nulla con tutto il resto :D
Per me comunque interessante, perché tocca temi che conosco e studio per altri motivi.
Come diceva Beatrice, è sconsolante leggere alcune cose perché non solo si sono verificate, ma sono ormai anacronistiche e superate. La paura verso il diverso, verso lo straniero, l'odio esplicito sono diventati ormai mainstream. In questo periodo storico le pochissime speranze che aveva Bauman sembrano essere scomparse.
E' interessante notare il contrasto tra la visione kantiana e le idee attuali, che sono quanto mai lontane dall'idea di una umanità unita, solidale, ecc.
Complessivamente comunque per me una bellissima lettura e ringrazio Serena per aver proposto il libro e aver spinto il forum a leggere qualcosa di diverso :D
Ringraziano per il messaggio: SerenaM

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02/02/2025 11:14 #69877 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Gennaio 2025 - Amore liquido

Ho terminato la lettura, il quarto capitolo ammetto dopo le prime pagine di averlo letto molto veloce: se Bauman voleva fare una riflessione su tutte le forma d'amore, doveva fare un'opera in 10 volumi, perchè è ovvio che qualsiasi cosa facciamo indica una forma di amore o la sua mancanza, qualsiasi rapporto, qualsiasi forma di comunicazione, qualsiasi azione è dettata da quanto amore ci mettiamo e proviamo; e se questo è il principio su cui vuole basare il suo libro e quindi parlare dell'amore in senso universale, secondo me con questo libro non è riuscito nell'intento, perchè il quarto capitolo è principalmente un trattato politico-filosofico sulle politiche relative ai profughi cui segue (non si sa con quale aggancio) una riflessione sul senso di verità; sì, ci si può trovare sicuramente un'espressione dell'amore in questi temi, ma non è la prima cosa cui si pensa se si legge come li affronta. Inoltre, mi sembra che in questo capitolo faccia ancora più citazioni da praticamente chiunque, rendendo ancora più difficile seguire il discorso, ma soprattutto dopo aver letto il riferimento a Fallaci, completamente decontestualizzato e interpretato liberamente per sostenere la sua (di Bauman) tesi, le varie citazioni le ho saltate proprio a piè pari perchè magari Deridda e Arendt in realtà stavano parlando di tutt'altro nelle rispettive opere.


Mi ero ripromesso di commentare questo punto, ma poi l’ho dimenticato. Non concordo sul fatto che il pensiero di Fallaci sia stato decontestualizzato o addirittura travisato. In realtà lei è stata una delle massime (e poche per fortuna) espressioni intellettuali di un pensiero marcatamente islamofobo, se non proprio razzista.

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02/02/2025 13:26 - 02/02/2025 13:28 #69880 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Scrivere " [..]rigettare gli stranieri anzichè divorarli: vale a dire rastrellarli ed espellerli (proprio come Oriana Fallaci - la formidabile giornalista e opinionista italiana- ha affermato noi europei dovremmo fare con tutti coloro che adorano altre divinità ed esibiscono sconcertanti abitudini igienico-sanitarie)" mi sembra decisamente riduttivo e decontestualizzato: la parabola razzista di Fallaci è stata analizzata allo sfinimento, visto che il contesto in cui è stata espressa è ben definito, non ha passato la vita a portare avanti il pensiero riportato in quella frase, tutt'altro, proprio per questo se ne è parlato tanto, perchè le sue uscite in "La rabbia e l'orgoglio" sono risultate shockanti rispetto al lavoro di una vita. Peccato che Bauman non dica a cosa si riferisse Fallaci e in che circostante lo abbia detto (e con questo non dico ovviamente che giustifico i pensieri espressi in "La rabbia e l'orgoglio", tutt'altro, semplicemente che mi dispiace che il lavoro portato avanti da una personalità simile, assolutamente unica, per 60 anni sia ridotto a questo semplicemente perché era l'unica cosa che a Bauman servisse per la sua teoria).

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 02/02/2025 13:28 da bibbagood.

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02/02/2025 13:31 #69881 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Gennaio 2025 - Amore liquido

Scrivere " [..]rigettare gli stranieri anzichè divorarli: vale a dire rastrellarli ed espellerli (proprio come Oriana Fallaci - la formidabile giornalista e opinionista italiana- ha affermato noi europei dovremmo fare con tutti coloro che adorano altre divinità ed esibiscono sconcertanti abitudini igienico-sanitarie)" mi sembra decisamente riduttivo e decontestualizzato: la parabola razzista di Fallaci è stata analizzata allo sfinimento, visto che il contesto in cui è stata espressa è ben definito, non ha passato la vita a portare avanti il pensiero riportato in quella frase, tutt'altro, proprio per questo se ne è parlato tanto, perchè le sue uscite in "La rabbia e l'orgoglio" sono risultate shockanti rispetto al lavoro di una vita. Peccato che Bauman non dica a cosa si riferisse Fallaci e in che circostante lo abbia detto (e con questo non dico ovviamente che giustifico i pensieri espressi in "La rabbia e l'orgoglio", tutt'altro, semplicemente che mi dispiace che il lavoro portato avanti da una personalità simile, assolutamente unica, per 60 anni sia ridotto a questo semplicemente perché era l'unica cosa che a Bauman servisse per la sua teoria).


Ma no, è semplicemente l’argomento che Bauman stava trattando in quel momento. Inoltre era esattamente il momento in cui Fallaci esprimeva quelle idee, che avevano molta più risonanza di ora.

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02/02/2025 16:20 #69884 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Gennaio 2025 - Amore liquido

ziaBetty post=69675 userid=96Quoto in tutto e per tutto Bea, anche io ieri ho letto il quarto capitolo e quindi concluso la lettura. È stata una lettura faticosa, anche perché così "disordinata". In realtà mi aspettavo un saggio solo sulle relazioni di coppia e mi ha piacevolmente sorpreso che invece mirasse ad analizzare tutte le forme d´amore. Che poi il messaggio del saggio fosse fondamentalmente negativo, era prevedibile: l´umanità sta involvendo sotto tutti i punti di vista. L´attualità ne è appunto una tristissima conferma


Io sono arenato poco dopo la metà del libro... spero di non fare la fine di Artax, il cavallo di Atreiu de La storia infinita 

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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21/03/2025 21:17 - 21/03/2025 21:21 #70515 da GigiMala
Risposta da GigiMala al topic Gennaio 2025 - Amore liquido
Lettura terminata con grande ritardo: colpa del lavoro, ma anche un po' di Bauman. La trattazione è troppo frammentata, esagerato il numero delle citazioni; si fatica ad inquadrare il tema in alcuni passi. Il concetto ricorrente - ovvero che nella società liquida i legami vincolanti spaventano - è reiterato oltremodo nella prima parte, senza la dovuta perspicacia argomentativa, a mio modesto parere. Trovo perversa la logica del mancato impegno per non precludersi la possibilità di scoprire se possa esistere una relazione maggiormente appagante; ma tant'è. Bauman è come se gettasse il sasso ritraendo la mano: se la fotografia del reale pare interessante, le conclusioni e l'analisi risultano poco incisive. Uno spunto, invece, mi è piaciuto tantissimo (p. 129): la moralità non ha alcun fine. Semplicemente, si tratta di ascoltare la voce della coscienza. E se l'umanità fosse educata in questa direzione, tutti ne guadagneremmo.
Ultima Modifica 21/03/2025 21:21 da GigiMala.

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