Ho fatto l'esempio del forum perché è quello su cui scriviamo in questo momento. Ma il ghosting è fenomeno molto più e molto più rilevante. La "scomparsa" di un utente del forum, sebbene possa dispiacere, non cambia più di tanto le vite. Ma quando essa si verifica nell'ambito di relazioni virtuali, gli effetti possono essere e sono molto più sconvolgenti. Non è un caso che i casi (scusando il gioco di parole) di crisi di ansia, attacchi di panico, ecc. tra i giovani sono molto più diffusi; sono indubbiamente favoriti dallo strumento tecnologico, dai social da internet, dalle relazioni virtuali.
E no, i casi eccezionali di scomparsa del passato non sono minimamente paragonabili sotto il profilo quantitativo.
Certo che virtuale è anche reale, nello stesso senso che quando fai un bonifico subisci davvero una diminuzione del patrimonio. Ma negare le differenze tra i due ambiti a mio avviso costituisce una limitata comprensione della realtà.
L'esempio del Forum ci stava. Alla fine è un qualcosa che conosciamo entrambi
Probabilmente io non conosco così bene le dating app, al punto da sottovalutare il fenomeno del ghosting. Non sapevo che fosse così frequente al punto tale da generare ansia, attacchi di panico, ecc. Pensavo che questi fossero maggiormente correlati allo stile di vita della società di oggi.
Ho fatto una rapida ricerca e trovato qualche spunto di approfondimento. Questo è abbastanza allineato con il mio pensiero, nel senso che spiega come il fenomeno non sia nuovo. Qua c'è qualche commento interessante. Questo mi sembra il più interessante di tutti e riporta gli studi a cui probabilmente facevi riferimento, ove si spiega l'impatto psicologico che può avere.
Ad ogni modo, sono sempre convinto che in passato il problema esistesse comunque, solo che non veniva chiamato "ghosting". Probabilmente generava analoghi impatti psicologici ma non essendoci la tecnologia ad accelerare e semplificare il processo di "ghosting" magari era meno frequente.
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In effetti è proprio così: abbiamo uno stile di vita troppo frenetico e il mondo della scuola/del lavoro si basano sulla velocità, sulla flessibilità e sulla performance.Probabilmente io non conosco così bene le dating app, al punto da sottovalutare il fenomeno del ghosting. Non sapevo che fosse così frequente al punto tale da generare ansia, attacchi di panico, ecc. Pensavo che questi fossero maggiormente correlati allo stile di vita della società di oggi.
Anche questo è vero. Anzi, forse il ghosting era pure più semplice visto che non esistevano i social, i telefoni cellulari e quant'altro! Chi voleva sparire poteva farlo tranquillamenteAd ogni modo, sono sempre convinto che in passato il problema esistesse comunque, solo che non veniva chiamato "ghosting". Probabilmente generava analoghi impatti psicologici ma non essendoci la tecnologia ad accelerare e semplificare il processo di "ghosting" magari era meno frequente.
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Sai cosa? Speravo che desse un senso logico alle cose. È vero che lui stesso definisce "zibaldone" questo saggio; ma lo avrà pur dovuto rivedere per dividere quanto scritto in capitoli e paragrafi. Ecco, magari dividere i capitoli per logicità dei pensieri lo avrei preferitoNon voglio fare il difensore d'ufficio di Bauman (buon'anima), ma è scritto proprio nella prima pagina (citazione di Baudelaire "vi mando un'operetta di cui solo ingiustamente si potrebbe dire che non ha né capo né coda...") che non si tratta di un'opera sistematica, ma di pensieri sparsi. Capisco naturalmente che possa non piacere (a me sì, perché comunque ci vedo un filo conduttore).
Dall'ufficio difensore di Bauman è tutto
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Qui ho sentito un po' odore di stantio: se l'amore è infatti "un mutuo ipotecario su un futuro incerto e imperscrutabile"; se l'amore è "precarietà e apprensione"; se l'amore è "sopravvivenza dell'io attraverso l'alterità dell'io"; se l'amore è "vivere nella perpetua incertezza" (tutte parole di Bauman) ... come facciamo a giudicare quali prove e quali eventi siano o non siano da riportarsi all'amore? È solo il sacro vincolo del matrimonio la prova definitiva dell'amore? Per Bauman, evidentemente sì (anche se lui ha divorziato xD).Il vincolo che dura "finché morte ci separi" è decisamente fuori moda [...]. Ma la caduta in disuso di tale nozione ha finito inevitabilmente per abbassare il livello di difficoltà delle prove che un'esperienza deve superare per fregiarsi del titolo di "amore".
Qualunque danno la tua ostinazione possa causarti, non oserò contraddirti, per timore che possa trovarti costretto a scegliere tra la tua libertà e il mio amore. Puoi contare sulla mia approvazione, qualunque cosa accada... E poiché l'amore non può che essere possessivo, la mia amorevole generosità è assistita dalla speranza: quell'assegno in bianco è un dono del mio amore, un prezioso regalo che nessun altro ti farebbe. Il mio amore è quel tranquillo paradiso che tu cercavi e di cui avevi bisogno anche qualora non lo cercassi. Ora che la tua ricerca è finita puoi finalmente riposare...
Ma quante volte capita? E quante di queste situazioni hanno esiti disgraziatamente tragici? In questo Bauman ci ha visto veramente lungo.Ovunque io vada, verrai con me; qualunque cosa io faccia, la farai anche tu; qualunque cosa io accetti, l'accetterai anche tu; qualunque cosa io rifiuti, la rifiuterai anche tu.
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SerenaM post=69330 userid=7357Ho terminato il primo capitolo, e mi sento esplodere di informazioni!
Come @bibbagood, anche io ho percepito un certo pessimismo in Bauman, una visione cinica generalizzata che non offre alcuna speranza né suggerisce spiragli di miglioramento.
Questa sua tendenza alla lettura negativa dei fatti l'ho trovata anche nei passaggi in cui parla dell'amore e della morte. Per quanto mi piaccia l'idea che porta avanti, e cioè che ogni storia d'amore è unica e irripetibile, assimilarla alla morte è un po'... come dire... singolare (?)
Però ho capito cosa volesse dire, e l'ho apprezzato: così come la morte è incerta e ci fa paura, così anche l'amore, "impulso creativo [...] che nessuno può mai sapere dove andrà a finire" ci induce ad evitare di "consegnarci in ostaggio al destino" (bellissima frase) e a ricercare schemi e skills da utilizzare per mantenere una parvenza di controllo su ciò che per definizione è fuori dal nostro controllo.
L'amore, in quest'ottica, diventa un lavoro come un altro. Si acquista expertise in ambito relazionale, come se le relazioni fossero tutte uguali. Più relazioni si hanno, più soft skills si acquisiscono, più è competitivo il nostro curriculum. Come diceva @davpal3, in un panorama del genere l'incremento dei disturbi d'ansia non può essere un caso.
Eppure la verità, secondo me, resta immutata: e la verità è che, se l'assetto sociale cambia, i bisogni di vicinanza, sostegno, reciprocità restano invariati. L'essere amati "nonostante noi stessi", come diceva Hugo, è qualcosa che tutti sperano, per quanto inseriti nella logica consumistica che inflaziona tutto. Non sono quindi pienamente d'accordo con Bauman quando dice che:Qui ho sentito un po' odore di stantio: se l'amore è infatti "un mutuo ipotecario su un futuro incerto e imperscrutabile"; se l'amore è "precarietà e apprensione"; se l'amore è "sopravvivenza dell'io attraverso l'alterità dell'io"; se l'amore è "vivere nella perpetua incertezza" (tutte parole di Bauman) ... come facciamo a giudicare quali prove e quali eventi siano o non siano da riportarsi all'amore? È solo il sacro vincolo del matrimonio la prova definitiva dell'amore? Per Bauman, evidentemente sì (anche se lui ha divorziato xD).Il vincolo che dura "finché morte ci separi" è decisamente fuori moda [...]. Ma la caduta in disuso di tale nozione ha finito inevitabilmente per abbassare il livello di difficoltà delle prove che un'esperienza deve superare per fregiarsi del titolo di "amore".
Come @bibbagood, anche io sono rimasta francamente perplessa per l'opinione sulla convivenza, entro cui non si farebbero giuramenti o progetti. Qua ho proprio sentito l'odore di naftalina del cappotto di zia
L'amore è incertezza, Bauman ce lo dice in tutte le salse; è un "odioso paradosso" in cui non vi è mai sicurezza di niente, perché l'amore è continuo divenire. E allora che cambia tra convivenza e matrimonio? Forse un anello al dito cancella l'incertezza? L'altro resta sempre sconosciuto e inconoscibile, in quanto appunto Altro da noi. Non è il matrimonio che rende l'altro una nostra proprietà, un terreno ormai stranoto su cui possiamo smettere di indagarci.
La convivenza poi, a differenza di quanto ritenuto da Bauman, ha un peso eccome: tante coppie convivono per una vita e hanno alla base giuramenti molto più solidi di tanti matrimonio. E poi convivere significa dividere gli spazi, conoscere le rispettive abitudini, provvedere alla stessa casa ... non è forse un impegno questo? Dalle convivenze nascono figli anche molto voluti, si adottano animali domestici, si accendono mutui, si costruiscono pure mobili di sana pianta.
Non è il vincolo religioso del matrimonio a sancire cosa sia o non sia amore; su questo sono molto ferma!
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bibbagood post=69333 userid=1044Durante la lettura del primo capitolo, ho riletto alcune parti più volte perchè non capivo il filo logico (mi dispiace Davide, non mi hai convinto, ma complimenti per le doti difensive!!), dopo un po'ci ho rinunciato sicura che mi sarei letta poi i vostri commenti qui e ci avrei capito di più e infatti Serena hai riassunto benissimo alcuni dei concetti espressi da Bauman su cui io però non ero molto sicura di aver capito il punto.
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Quest'odore io lo sento sparso un po' in tutte le pagine.Qua ho proprio sentito l'odore di naftalina del cappotto di zia
Mi sembra uno di quei discorsi del tipo "ai miei tempi funzionava tutto meglio".Depressione post-parto e crisi coniugali (o di convivenza) dopo la nascita di un figlio appaiono mali prettamente <<liquido-moderni>>, allo stesso modo di anoressia, bulimia e innumerevoli forme di allergia.
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Concordo con te, nel senso che non ci vedo nulla di male nel cambiare, assieme o separatamente.bibbagood post=69333 userid=1044Dopo che hai spiegato il confronto amore-morte okay, così mi posso ritrovare anche io, ma invece nella parte riguardo al dare libertà all'altro o viceversa toglierla, oppure tendere ad assomigliare sempre più all'altro perchè stare insieme vuol dire far venire meno la proprio individualità, non so, mi sembra Bauman banalizzi e generalizzi. Ci sono purtroppo tantissimi casi come questi, ma non credo che l'amore liquido sia solo questo. Penso sia anche quello di tante coppie in cui si cresce insieme, si cambia insieme, spesso inconsapevolmente e non perchè ce lo impone l'altro o perchè abbiamo paura di perderlo, semplicemente perchè stando insieme a una persona che rispettiamo e ammiriamo tendiamo ad ascoltarla, quindi prendere in considerazione cose che magari prima non avremmo mai preso in considerazione precludendoci possibili interessi, non si diventa come l'altro, semplicemente si cambia insieme.
Mi ritrovo in questo tuo commento, neanche io sono una consumatrice accanita! E ciò che compro lo compro per necessità, non per capriccio o per compulsione all'acquisto.E poi non mi son trovata d'accordo neanche sugli altri due paragoni che fa, quello del desiderio associato allo shopping e delle relazioni paragonate alle azioni in borsa. Non mi piace fare shopping, indosso senza problemi tutti i giorni vestiti che mettevo alle medie, quindi forse per questo non mi ritrovo, però ad esempio mi piace comprare libri e stampe/quadri, ma non è che la voglia mi passa una volta comprati, dopo anni e anni spesso mi ritrovo a osservarli in casa con lo stesso "affetto" e mi dispiacerebbe separarmene.
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Continuo a non vedere questa differenza marcata tra convivenza e matrimonio. E in effetti non c'è, come fai giustamente notare: il matrimonio può essere sciolto esattamente come la convivenza, e il "per sempre" non esiste più.La distinzione tra convivenza e matrimonio secondo me è molto ben tracciata. Non si tratta, ripeto, di dire cosa è meglio. Ma Bauman mette in luce benissimo come la convivenza presupponga e richieda un impegno in nessun modo paragonabile a quello matrimoniale. Io credo che l'esperienza di ciascuno di noi, diretta o indiretta, sia in questo senso abbastanza chiara. Certo, adesso che il matrimonio, come sottolineavo prima, può essere facilmente sciolto, la differenza tende a sbiadire.
Sempre sul matrimonio, Bauman non dice che è la soluzione all'incertezza, ma anzi il contrario, che impone di accogliere l'incertezza, la "buona e la cattiva sorte". Ciò che modernamente si tende a evitare, privilegiando rapporti liquidi, facilmente scioglibili e che pertanto non richiedono un impegno verso l'incerto.
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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