Sabato, 06 Settembre 2025

Serie televisive

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28/01/2024 16:58 #65828 da bibbagood
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Di recente ho visto The bear, che sta vincendo un sacco di premi tra emmy e golden globe, l'ho abbastanza apprezzato ma non tanto da giustificare tutto questo successo e sinceramente alcune puntate mi son risultate molto ansiogene

Molto consigliata invece è Dopesick! Avrete sentito anche voi del successo del libro "Demon Copperhead" di Barbara Kinsolver che ha vinto il Pulizer qualche mese fa, ovvero una storia rivisitata di Davide Copperfield, che si svolge però negli anni 90 negli Stati Uniti, durante l'epidemia di oppioidi. Il libro mi spaventa un po', ma la questione l'ho trovata interessante perchè non la conoscevo, probabilmente ero troppo piccola, e visto che insieme al libro stanno consigliando molto la serie Dopesick (che in realtà è del 2021), ho deciso di iniziare da quella. Si trova su Disney Plus, le puntate sono un po'lunghe (un'ora), ma secondo me è fatta benissimo. Spiega benissimo il contesto storico, come è possibile che sia nata e si sia diffusa un'epidemia simile, ma parla anche di tanti temi come la giustizia, la corruzione delle case farmaceutiche e degli enti di sanità, e soprattutto di quanto sia difficile avere accanto persone dipendenti, di quanto si farebbe tutto per loro. È una serie ovviamente non leggera, ma io la consiglierei un po'a tutti coloro che vogliono vedere una serie un po'più impegnativa.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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08/05/2024 20:44 - 11/05/2024 11:46 #67098 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Serie televisive
Ho finito "Baby reindeer", di cui al momento si parla tanto e mi ha lasciato per alcuni versi molto entusiasta per altri meno. Tra gli aspetti positivi ci sono la capacità di trarre un tema serio, con scene anche inquietanti e disturbate, alternandolo con scene comiche, creando un equilibrio secondo me ben riuscito; poi c'è il tema in sè per sè, ovvero lo stalking, che secondo me è tratto molto bene, e in particolare trovo sia reso benissimo come si arriva a certe situazioni: trovo che forse la finalità principale della serie sia cercar di far capire a chi guarda situazioni di stalking dall'esterno quanto non sia facile liberarsene e quanto non sia banale il motivo per cui si è arrivati a una situazione da cui non si riesce a uscire. Tratta infatti bene la violenza psicologica verso persone più deboli caratterialmente, che quindi lo diventano ancora di più, accumulando traumi su traumi, che incentivano il crearsi di situazioni che produrranno altri traumi. Non dico che si è predisposti a essere stalkerati semplicemente se non si ha un carattere forte, quanto che non basta dall'esterno rimane stupiti e dire "ma perchè non gli hai detto prima di fermarsi?", "Un po'è anche colpa tua se si è arrivati a tanto", "ma perchè non fai niente?". Infine, ho trovato molti degli attori piuttosto bravi e la visione in lingua originale secondo me merita per i vari accenti.
Tra le cose che non mi sono piaciute c'è la "confusionarietà" di alcune scene e situazioni, a volte la narrazione perde fluidità; e c'è in più punti un voler insistere un po'troppo su alcune cose che erano giá sufficientemente chiare.
Oggi ho letto un "interessante" dibattito su threads su questa serie televisiva, interessante perchè c'era gente che si scannava su chi avesse capito veramente la serie e chi invece non capiva niente Ma era comunque interessante perchè evidentemente ha suscitato impressioni diametralmente opposte e leggendo alcune delle impressioni ci ho trovato cose a cui a me non è venuto minimamente da pensare. La cosa scantenante era su chi fosse il vero cattivo, in quanto colei che aveva postato il threads polemico si era lamentata che aveva capito che fosse per una volta qualcosa di originale di una donna che stalkera un uomo invece alla fine è sempre la stessa storia con l'uomo che è cattivo. Già questo giudizio mi ha lasciato perplessa, ma ancor meglo son stati i commenti, di chi ha frainteso a chi si riferisse con "l'uomo". In ogni caso sono rimasta shockata di quanto venga affrontato ancora oggi con superficialità e banalità un tema così importante, se manco una serie simile ti porta a riflettere su alcune cose meritiamo decisamente l'estinzione.


"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 11/05/2024 11:46 da bibbagood.
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11/05/2024 09:31 - 11/05/2024 11:46 #67108 da davpal3
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Anche io ho visto questa serie e l'aspetto più interessante, già notato da Beatrice, è la descrizione della complessità di un rapporto "malato", che non trova mai causa in una sola persona. Frequentemente, su internet, social ecc. si trovano descrizioni di persone "tossiche", narcisiste, ecc. Si tende a concentrare l'attenzione sul soggetto abusante. Non dico che non ci siano persone che, in certe condizioni o in certi momenti della vita, possano assumere comportamenti aggressivi, manipolatori e così via, nè voglio attribuire le colpe alla "vittima". Intendo solo sottolineare, come la serie mette bene in evidenza, che spesso siamo noi, per varie ragioni, a "dare spazio" a questo tipo di persone o atteggiamenti, che in certe circostanze possono colmare sensi di vuoto, di solitudine, fame di attenzioni ecc.
Questa è l'impostazione più corretta anche della psicologia (leggendo Freud anzitutto), che mette in luce come la causa delle ossessioni e manie non sia mai l'oggetto, ma sempre il soggetto.
Comunque tutto questo discorso, che ho elaborato vedendo la serie e che cerco con difficoltà di esprimere, è meravigliosamente espresso in questo estratto di un libro di Recalcati: "Quello che dobbiamo fare nei colloqui preliminari è portare un soggetto a riconoscere la sua implicazione in ciò che lamenta. A riconoscere in che modo alimenta attivamente ciò che lo fa soffrire. La rettifica soggettiva è, quindi, una manovra etica: la responsabilità del male non è dell'Altro, ma del soggetto. È il motto etico che sostiene la psicoanalisi: la responsabilità è sempre del soggetto, non dell'Altro [...] Sostenere la responsabilità assoluta del soggetto non significa attribuirgli le responsabilità dell'Altro. Significa che anche il soggetto che avrà subito abusi o violenze sarà responsabile non di questi abusi o violenze, ma di quello che ne farà nella sua vita. Si "accomoderà" nella posizione della vittima o assumerà eticamente ciò che gli Altri hanno fatto di lui, facendo qualcosa di ciò che gli è stato fatto?"
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21/05/2024 19:43 #67215 da bibbagood
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Anche io ho visto questa serie e l'aspetto più interessante, già notato da Beatrice, è la descrizione della complessità di un rapporto "malato", che non trova mai causa in una sola persona. Frequentemente, su internet, social ecc. si trovano descrizioni di persone "tossiche", narcisiste, ecc. Si tende a concentrare l'attenzione sul soggetto abusante. Non dico che non ci siano persone che, in certe condizioni o in certi momenti della vita, possano assumere comportamenti aggressivi, manipolatori e così via, nè voglio attribuire le colpe alla "vittima". Intendo solo sottolineare, come la serie mette bene in evidenza, che spesso siamo noi, per varie ragioni, a "dare spazio" a questo tipo di persone o atteggiamenti, che in certe circostanze possono colmare sensi di vuoto, di solitudine, fame di attenzioni ecc.

 

Sì, è sicuramente uno degli aspetti che infatti ha colpito anche me, e non tanto il voler sottolineare il ruolo della vittima, quanto il cercare di far vedere quanto la situazione sia molto più complessa di quel che può sembrare da fuori e che se la persona "stalkerata" fosse di per sè sicura, si facesse i cavoli suoi, avesse una vita appagante, avesse un carattere forte, non dico che non si metterebbe in determinate situazioni, ma  sicuramente le risulterebbe più semplice troncarla sul nascere o reagire subito prendendo provvedimenti. Ma non siamo tutti così e non lo siamo in tutte le fasi della nostra vita. Per sottolineare questo concetto consiglio l'ascolto della puntata del podcast Tienimi Bordone del Post di qualche giorno fa di cui ne parlavano, in cui Matteo Bordone era shockato come me di come una delle principali reazioni a questa serie è stata andare a cercare chi fosse la stalker nella realtà, come se fosse chissà che caso incredibile e si volesse sapere più dettagli possibili di questa storia succulenta, mentre secondo me il messaggio è tutt'altro, ma niente, la gente non ce la fa, e sicura queste persone son le stesse che non si accorgono se un loro caro viene stalkerato o non prendono la situazione sul serio fino a che non è troppo tardi.

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25/03/2025 11:03 #70536 da bibbagood
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Visto che ne ho parlato nella discussione su Demon Copperhead, voglio parlarvi anche qui della nuova serie Netflix "Adolescence" e chiedervi se l´avete vista anche voi e che ne pensate. Sono solo 4 puntate, di circa 50-60 minuti, ma nonostante la brevità è molto intensa. Una delle critiche fatte è proprio che sia troppo impegnativa e che uno vuole vedere la tv per svagarsi, cosa non possibile qui. Siamo infatti sempre più abituati a "vedere" serie tv tenendole in sottofondo mentre facciamo altro o magari scrollando ogni tanto il cellulare mentre vediamo una puntata. Bè, qui non è possibile, gli episodi sono un dialogo continuo in cui ogni singola frase serve a mettere un tassello nel quadro del messaggio che la serie vuole trasmettere. Infatti la storia non riguarda tanto l´omicidio commesso quanto la lunga riflessione lasciata allo spettatore e alla spettatrice su tutte le dinamiche sociali presentateci indirettamente. Le generazioni si sono accorciate e quindi è ancora più difficile per i genitori di adesso capire i figli e il loro mondo, anzi, diventano proprio mondi a parte di cui il genitore non è neanche a conoscenza, si pensa di essere genitori al passo coi tempi se si usano i social, ma l´uso che ne fa un 40-50enne è un uso completamente diverso da quello che ne fa un 13enne, con le relative implicazioni. C´è il tema di quanto sia responsabile un genitore per quel che diventa un figlio: è colpa del genitore se il figlio commette un atto orribile? Ma se il genitore ha anche altri figli che invece sono ragazzi modello, vuol dire che il genitore il suo lavoro l´ha fatto, non poteva fare niente per "salvare" l´altro figlio (messaggio su cui non mi trovo d´accordo, perché proprio perchè siamo persone diverse e la responsabilità é in buona parte dovuta alla nostra indole e carattere, i genitori non credo dovrebbero adottare un metodo di educazione standard, non tenendo conto delle differenze caratteriali dei figli). C´è il tema della scuola, della disillusione degli insegnanti, che per sopravvivere a un ambiente deleterio optano per chieudere gli occhi e andare avanti, l´unica possibilità di salvezza è non provare a guardare con un occhio personale alle storie dei singoli ragazzi. VC´è il tema di come i ragazzi (bambini) di oggi abbiamo una sicurezza tale per alcune cose da aver perso il contatto con la realtà e non avere una vera percezione di quel che significano le azioni. 
Insomma è una seria impegnativa per tanti aspetti ma secondo me anche molto ricca di spunti e che non lascia indifferenti.

Riguardo al tema di cui si parla tanto sulla tecnica usata (unico piano sequenza per puntata, quindi la telecamera per ogni episodio, 50 minuti, non si stacca mai e hanno girato tutta la puntata in blocco, sperando di non fare errori sennò bisognava riiniziare completamente da capo) riconosco la difficoltà e quindi la bravura, ma personalmente forse avrei apprezzato che in ogni puntata ci seguisse la vicenda su più piani paralleli, cosa appunto non possibile con questa tecnica.

Se l´avete vista, son curiosa di sapere che ne pensate; se non l´avete vista, recuperatela!

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25/03/2025 14:27 #70537 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Serie televisive
L’ho vosta e mi è piaciuta moltissimo. La trovo interessante e non banale, cosa che riscontro molto raramente nelle serie contemporanee. 
Mi è piaciuto molto come mette in evidenza l’incapacità delle generazioni più vecchie perfino di comprendere le dinamiche virtuali delle generazioni i più giovani. Questo viene espresso soprattutto in una scena epica tra il poliziotto e suo figlio, che mi ha fatto anche molto ridere. 
È un aspetto che abbiamo trattato molto leggendo Bauman. Il virtuale modifica le relazioni umane in modi nuovi e impensati. 
in generale tutti i personaggi mi sembrano rappresentati molto realisticamente e con tante sfumature. 
La tecnica del piano sequenza secondo me è ciò che rende questa serie quasi unica tra quelle di successo. 

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