mulaky post=63100 userid=3998Oggi tocca alla pagina 61 del libro n. 1
Il Gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa – pag.61.“Un’ora dopo tutti furono di nuovo in cammino rinfrancati. Benché i cavalli, stanchi, andassero più adagio ancora, l’ultimo tratto del percorso appariva breve; il paesaggio, non più sconosciuto, aveva attenuato i propri aspetti sinistri. Si andavano riconoscendo luoghi noti, mete aride di passeggiate passate e di spuntini durante gli anni scorsi; la forra della Dragonara, il bivio di Misilbesi; fra non molto si sarebbe giunti alla Madonna delle Grazie che, da Donnafugata, era il termine delle più lunghe passeggiate a piedi. La Principessa si era addormentata , Don Fabrizio, solo con lei nell’ampia carrozza, era beato. Mai era stato tanto contento di andare a passare tre mesi a Donnafugata quanto lo era adesso in questa fine di Agosto 1860.Il quadro ci dipinge la famiglia del principe di Salina ormai quasi arrivata a Donnafugata dopo un lungo faticoso viaggio : è stata lasciata Palermo, dove i moti causati dall’arrivo di Garibaldi si sono ormai spenti, per la tranquillità della campagna siciliana. Il principe Fabrizio ha ormai intuito bene che una nuova classe è all’orizzonte, quella borghesia che egli guarda con disprezzo, ma anche con disincanto, e grazie al prediletto nipote Tancredi, che si unisce ai moti garibaldini, ha anche compreso che
“…se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica. Se vogliamo che tutto rimanga come è , bisogna che tutto cambi…..”.Poco dopo glielo confermerà anche il proprio braccio destro, il soprastante Russo, che consiglierà al principe di non opporsi al presunto nuovo :
“….tutto sarà meglio mi creda, Eccellenza. Gli uomini onesti e abili potranno farsi avanti. Il resto sarà come prima….Proprio Tancredi sarà il simbolo di questa classe dirigente spregiudicata che riuscirà a mantenere i propri privilegi pur aderendo al nuovo e cavalcandolo : attraverso un connubio d’amore con la bellissima
Angelica, figlia di
Don Calogero Sedara, un mezzadro rapidamente arricchitosi e divenuto sindaco di Donnafugata, rimpinguerà le proprie casse, dandosi poi alla politica e divenendo deputato del nuovo Regno Sabaudo.Se da un lato questa narrazione, che pone in primo piano il collasso del regno borbonico ed il necessario assoggettamento ad un altro re, può far annoverare Il Gattopardo fra i romanzi a sfondo storico, per altro verso il testo è permeato da un senso quasi di “cupio dissolvi” a fronte della decadenza di una classe nobiliare che viene meno per fare posto ad una borghesia scaltra ed assetata di ricchezza e beni.Un’ultima nota sull’opera : l’autore, che aveva lavorato al testo fra il 1954 ed il 1957, al momento della sua pubblicazione, non era più in vita e non potette assistere al successo della sua creatura; nel 1959, quando ricevette il
premio Strega
, la tiratura aveva raggiunto in otto mesi le 250 000 copie. Il manoscritto, inizialmente non compreso dai grandi editori, fu intercettato, tramite Elena Croce , figlia del filosofo Benedetto, da Giorgio Bassani, che lavorava presso la Giangiacomo Feltrinelli Editore, ed a questi si deve appunto la sua pubblicazione.Piace sottolineare come altro appassionato appartenente a questo Club ha inserito fra i suoi romanzi preferiti “I Viceré “ di De Roberto, opera cugina della presente che ben può a questa essere accostata.