mulaky post=63122 userid=3998
Ed eccoci all'ultimo giorno di questo gioco. Rimane solo il libro n. 2 da leggere, pagina 217.
Grazie a tutti per aver partecipato!
La strega e il capitano – Leonardo Sciascia.Il testo termina con pagina 80 (a parte una breve nota dell’autore alle pagine 83 e 84) e qui ne trascrivo la parte conclusiva per intero :
Il 4 febbraio 1617 si era concluso il processo. Esattamente un mese dopo la sentenza fu eseguita. Dal registro della Compagnia che assisteva i condannati a morte, apprendiamo che Caterina fu strangolata e poi data al fuoco. Per accrescere un tormento o per risparmiarglielo ? “ 1617. 4 marzo. Giustizia fatta su la Vetra, fu abbruggiata una Caterina de Medici per strega, la quale aveva maleficiato il Senatore Melzi; fu fatta una Baltresca sopra la Casotta; fu strangolata su detta Baltresca all’alto, che ognuno poteva vedere; ma prima fu menata sopra di un carro e tenagliata. Era sotto l’ufficio del signor Capitano, fu sepolta a Santo Giovanni; questa fu la prima volta che si facesse Baltresca”. La baltresca era una specie di castelletto, a che tutti non perdessero nulla dell’orrendo spettacolo. E così – assicurò il boia – giustizia fu fatta.Siamo a Milano fra il 1616 ed il 1617, presso la casa del senatore Luigi Melzi presta i propri servizi Caterina Medici, umile cameriera; quando il senatore inizia ad accusare dolori di stomaco, cui i tanti dottori chiamati non sanno dare alcuna spiegazione, Caterina viene accusata di esserne l’autrice attraverso pratiche di stregoneria. Interessate le autorità Caterina, pur di uscirne fuori inizia ad autoaccusarsi, ma nonostante tale atteggiamento collaborativo sarà comunque oggetto di tortura sino a che, processata e dichiarata colpevole come strega sarà strangolata ed arsa sul rogo.
L’opera è occasionata da un rimando, nei Promessi Sposi, esattamente nel capitolo XXXI , ad uno dei medici (il protofisico Lodovico Settala ) che ebbero in cura il senatore Melzi : Sciascia dopo avere scandagliato, come suo solito, documenti tratti da archivi vari, ricostruisce nella sua crudezza la triste vicenda (come lo furono tutte quelle legate alle accuse di stregoneria) dando dignità alla storia di Caterina e facendoci riflettere ancora una volta (ove mai ve ne fosse bisogno ) che
“la tortura non è un mezzo per iscoprire la verità, ma è un invito ad accusarsi reo ugualmente il reo che l’innocente; onde è un mezzo per confondere la verità, non mai per iscoprirla” (l’autore così riportando un brano delle “Osservazioni sulla tortura” di Pietro Verri).
Un libro breve, “La strega e il capitano” pieno di citazioni, di frasi estratte da documenti risalenti al XVII secolo, di riflessioni sul mondo della giustizia in genere.