Recupero giorno 3
Il mio libro numero 6 corrisponde a Delitto e castigo di Dostoevskij.
<<No, non è così!>>, disse Zèsimov.Raskölnikov, disteso sul divano, era pallido, respirava a fatica, e il labbro superiore gli tremava.
<<In tutto ci vuoi misura>>, seguitò Lügin con alterigia; «l'idea economica non è ancora un invito all'assassinio, e se soltanto si suppone...>>
<<Ma è vero>>, interruppe di nuovo e improvvisamente Raskòlikov, con una voce tremante di collera, nella quale si sentiva un certo desiderio d'offendere, <<è vero che avete detto alla vostra fidanzata… proprio nel momento in cui ottenevate il suo consenso, che più di tutto vi faceva piacere... che essa fosse povera... perché è più vantaggioso togliere la moglie da uno stato di povertà, per poterla poi dominare. e rinfacciarle che è stata beneficata da voi?...>>
<<Egregio signore!>>, esclamò Lugin, furioso e irritato, arrossendo e impappinandosi, <<egregio signore... quest'è svisare l'idea! Scusatemi, ma io debbo dirvi che le voci giunte fino a voi, o, per dir meglio, fatte giungere a voi, non hanno un'ombra di fondamento, e io... sospetto chi... insomma... questa frecciata... insomma la vostra mamma... Del resto, già prima, nonostante le sue eccellenti qualità, m' era sembrato che nelle sue idee ci fosse un tantino di romanticismo e d'esaltazione... Ma tuttavia ero lontano le mille miglia dal supporre che avesse potuto interpretare e riferire le cose in un aspetto tanto deformato dalla sua fantasia... E poi... e poi...>>
<<Ma non sapete?...>>, esclamò Raskölnikov, sollevandosi sul guanciale e fissandolo con uno sguardo penetrante e scintillante, <<non sapete?...>>
<<Che cosa?>>, Lugin s'era fermato e aspettava che gli si desse una risposta. Sul suo volto si dipinse un'espressione offesa e minacciosa.Il silenzio durò alcuni secondi. <<Non sapete che se voi... V'azzarderete un'altra volta a pronunziare... sia pure una sola parola... su mia madre... vi farò ruzzolare giù per la scala!>>
<<Ma che hai?>>, gridò Razumichin.
<<Ah, dite sul serio!>>, Lügin impalidi e si morse il labbro.
<<Ascoltatemi, signore>>, cominciò, staccando le sillabe e reprimendosi con tutte le forze, ma non potendo far a meno d'ansare, <<fin dal primo momento avevo indovinato la vostra ostilità, ma son rimasto qui apposta per conoscervi un po' più a fondo. Molto avrei potuto perdonare a un malato, a un parente, ma ora... a voi... mai, signore...>>
<<Io non sono malato!>>, gridò Raskdlnikov.
<<Tanto peggio...>>
Non so perché ma ho sottolineato queste due citazioni, forse perché sono due argomenti piuttosto universali e ben radicati nel genere umano ancora oggi: ti sposo così divento il tuo salvatore e posso rinfacciartelo quando voglio, tutto le volte che posso e non toccatemi la mamma!