Si parla di traduzioni e io non dico la mia?
Dunque: GUERRA E PACE Libro III, parte II, capitolo IV
1) Edizione Einaudi: Traduzione di Enrichetta Carafa d’Andria
Alpatyč, giunto la sera del 4 agosto a Smolènsk, si fermò dall’altra parte del Dnieper, nel sobborgo Gacènsk, alla locanda del locandiere Ferapòntov, dove già da trent’anni egli aveva l’abitudine di fermarsi. Ferapòntov, trent’anni indietro, con l’aiuto di Alpatyč, aveva comprato un boschetto del principe, s’era messo a commerciare e ora aveva una casa, una locanda e una bottega di farina nel capoluogo. Ferapòntov era un contadino quarantenne, grasso, bruno, rosso, con delle grosse labbra, un grosso naso a patata, delle grosse protuberanze sulle nere sopracciglia corrugate e un grosso ventre.
2) EDIZIONE BUR - Rizzoli: Traduzione di Leone Pacini Savoj e Maria Bianca Luporini
Arrivato, la sera del 4 agosto, a Smolensk, Alpatyč si fermò al di là del Dnepr, nel sobborgo di Gačensk, alla locanda dell’albergatore Ferapontov, dove ormai da trent’anni aveva l’abitudine di fermarsi. Ferapontov, che trent’anni prima, con l’aiuto d’Alpatyč, aveva comperato un bosco dal principe, s’era dato al commercio, e ora possedeva una casa, un albergo e un negozio di farine lì nel capoluogo. Era, Ferapontov, un massiccio, nero, sanguigno contadino sui quaranta, che aveva massicce le labbra, massiccio e a mo’ di bernoccolo il naso, un paio d’uguali bernoccoli sulle nere sopracciglia aggrottate, e massiccio il ventre.
3) Edizione Feltrinelli: Traduzione di Gianlorenzo Pacini
Arrivato la sera del 4 agosto a Smolènsk, Alpatyč si arrestò di là del Dnepr nel sobborgo di Gàčensk, alla locanda dell’oste Ferapòntov, presso il quale egli già da trent’anni aveva l’abitudine di fermarsi. Dodici anni prima, con l’intermediazione compiacente di Alpàtyč, Ferapòntov aveva comprato un boschetto del principe, si era messo in affari e adesso possedeva una casa, una locanda e una bottega di farina nel capoluogo di provincia. Ferapòntov era un grosso contadino quarantenne, nero di capelli e rosso in viso, dalle grosse labbra, dal grosso naso bitorzoluto, con dei bitorzoli sulle nere sopracciglia sempre corrugate e dal grosso ventre.
4) Edizione Garzanti: Traduzione di Pietro Zveteremich
Giunto a Smolensk la sera del 4 agosto, Alpatyč si fermò al di là del Dnepr, nel sobborgo di Gačensk, alla locanda di Ferapontov presso il quale da trent’anni era uso far sosta. Dodici anni prima, con l’aiuto di Alpatyč, Ferapontov aveva comprato un bosco dal principe, si era dato al commercio e ora era proprietario di una casa, di una locanda e di una bottega di farine del capoluogo. Ferapontov era un contadino sui quarant’anni, nero, pingue, sanguigno con le labbra grosse, con un naso carnoso simile a un bernoccolo, un paio di analoghi bernoccoli sopra le nere sopracciglia, e un ventre gonfio e ridondante.
5) Edizione Newton Compton: Traduzione di Alfredo Polledro
Alpatič, giunto la sera del 4 di agosto a Smolènsk, si fermò di là dal Dnieper, nel sobborgo di Gacènsk in una locanda, presso il portiere Ferapontov, dove già da trent’anni aveva l’abitudine di fermarsi. Ferapontov trent’anni addietro, favorito da Alpatič, avendo comprato un boschetto dal principe, si era messo a commerciare e ora aveva una casa, una locanda e una bottega di farine nella provincia. Ferapontov era un contadino quarantenne basso, nero di capelli e rosso di viso, con grosse labbra, un grosso naso fatto a bernoccolo, uguali bernoccoli sopra le nere sopracciglia corrugate, e un grosso ventre.
Ferapontov in panciotto, con una camicia di percalle, stava in piedi presso la bottega che dava sulla via. Veduto Alpatič, gli si accostò.
6) Edizione REA: Traduzione di Federigo Verdinois
Giunto a Smolensk la sera del 4 agosto, Alpatyè si fermò al di là del Dnepr, nel sobborgo di Gaèensk, alla locanda di Ferapontov presso il quale da trent’anni era uso far sosta. Dodici anni prima, con l’aiuto di Alpatyè, Ferapontov aveva comprato un bosco dal principe, si era dato al commercio e ora era proprietario di una casa, di una locanda e di una bottega di farine del capoluogo. Ferapontov era un contadino sui quarant’anni, nero, pingue, sanguigno con le labbra grosse, con un naso carnoso simile a un bernoccolo, un paio di analoghi bernoccoli sopra le nere sopracciglia, e un ventre gonfio e ridondante.
Nella edizione Feltrinelli troviamo questa nota:
La traduzione è condotta sul testo di L.N. Tolstoj, Opere scelte, Edizione “Letteratura artistica”, Mosca 1979, 20 voll.
Probabilmente le incongruenze non sono da far risalire a errori nella traduzione bensì ad incongruenze nell'originale russo che a quanto pare nel corso del tempo è stato soggetto a vari rimaneggiamenti. Infatti le traduzioni sono di due tipi (anni citati 30/30 o 30/12) quasi sicuramente sulla base del testo originale russo.