Carissimi, eccomi qua, come promesso, al termine della lettura di "Vent'anni dopo", pronto ad urlare al cielo il mio eterno amore per le avventure dei moschettieri e per Dumas, che pongo in vetta alla classifica dei miei autori preferiti: primo posto per lui, insieme a Tolkien, seguiti dal mio caro Tizianone Terzani. Pari merito... per adesso... Sì perché di Tolkien ho letto abbastanza (o comunque le sue opere più importanti). Di Dumas devo leggere ancora tantissimo... ma i presupposti per vederlo in cima alla mia personale classifica sono più che positivi. Lo adoro!

Ho completato la lettura di "Vent'anni dopo" registrando un record personale di lettura: 10 ore consecutive. Giuro che non mi era mai capitato. L'intero volo Roma - La Romana passato a leggere l'ultimo 30% di "Vent'anni dopo". E quanto mi è piaciuto!
Nei romanzi di Dumas c'è tutto: storia, avventura, amore, amicizia, divertimento, frecciatine, intrighi, battaglie... leggere i romanzi di Dumas, per me, è uno spasso!
"Sono curioso di sapere perché, facendo un mestiere così lontano dalle armi, avete invece tendenze tanto bellicose". "Per la stessa ragione per cui monsignore, in questo momento, mi riceve vestito da cavaliere con la spada al fianco e gli speroni, pur essendo un uomo di Chiesa".
La finezza con cui tesse le trame della storia ha dell'incredibile e questa sua abilità credo che lo renda un romanziere d'eccellenza. E i dialoghi?
"No, non giuro mai: dico sì, o dico no, e siccome sono un gentiluomo, mantengo".
Tanta robaaa!!!!! D'Artagnan in questo secondo libro della trilogia è un uomo maturo, sempre più scaltro, sempre più intelligente, e i tre moschettieri si affidano ormai a lui in toto quando si tratta di organizzare una qualunque azione: che sia la più importante, come tentare di salvare il re Carlo, o la meno importante, come risolvere una questione d'onore in una taverna.
Mi pare che in questo secondo libro i caratteri di ciascuno dei personaggi si delineino molto meglio e più a fondo rispetto a quanto letto nel primo romanzo della trilogia.
"Athos è un generoso eroe da romanzo, Aramis un volto enigmatico, sempre impenetrabile, Porthos ha un ottimo carattere, ma subisce facilmente l'ascendente altrui. Che cosa saranno capaci di fare questi tre soggetti quando mancherò io per tenerli ben saldi tra loro?"
Queste le parole di D'Artagnan in riferimento ai suoi compagni di avventure: una meraviglia!
In questo secondo romanzo inoltre ci rendiamo conto di quanto le avventure raccontate nel primo romanzo siano servite a cementare l'amicizia ed il rispetto profondo tra questi quattro uomini: uno per tutti, tutti per uno. Per davvero!
E si introduce ampiamente la figura del visconte di Bragellone, cosicché il terzo ed ultimo romanzo del ciclo dei moschettieri ("Il visconte di Bragellone") sia introdotto nel migliore dei modi.
Detto questo, voto 10 a Dumas e 10 a questa sua opera. Attenderò un po' per leggere "Il visconte di Bragellone" perché questo tipo di libri li definisco curativi: quando la voglia di leggere sembra passarti, ecco che tornano comodi per fartela tornare! Adesso che mi sono rimesso in carreggiata, non voglio dunque "sprecare" una cartuccia del "siero Dumas" migliore in un momento in cui non ne sento l'esigenza... ma state pur certi che tornerò qui a raccontarvi delle emozioni vissute leggendo l'ultimo romanzo della trilogia che commenterò molto volentieri con chiunque abbia voglia

W I MOSCHETTIERI! W DUMAS!