Buongiorno a tutti!
Mi spiace non aver seguito tutte le discussioni del mese ma sono stata travolta (anche dalla lettura di altri libri). Ad ogni modo, dato che non potrò essere presente all'incontro dal vivo a Milano con le altre ragazze, scrivo qui i miei commenti.
Scusate ma non ho letto con estrema cura tutte le pagine precedenti, ho comunque visto che questo libro ha suscito varie e diverse reazioni e secondo me già questo aspetto è altamente indicativo del valore di un libro.
Quando ci si limita a dire "carino" senza riuscire a esternare altri commenti e discussioni, chiaramente un libro non ha alcun interesse. Dumas, invece, infiamma.
Confesso di avere iniziato la lettura la scorsa domenica e di averla conclusa in quattro giorni.
Mi riesce difficile dar un giudizio netto riguardo a questo libro e tante sono le considerazioni e riflessioni che andrebbero fatte.
In primo luogo non bisogna dimenticare il periodo storico in cui è stato concepito: siamo in pieno Romanticismo, prima metà dell'800.
Siamo di fronte a una storia vissuta in prima persona da un Dumas giovane che decide di trascrivere e riportare una porzione della sua vita senza addurre pretese letterarie.
Lui stesso dice alla fine del libro che il l'unico merito della sua storia è quello di "esser vera". Questo è probabilmente il merito e il pregio di questo romanzo che ha conosciuto un successo pazzesco tra il "popolo" e ha subito critiche feroci dagli intellettuali e critici.
Da una parte ci affascina la storia di questa prostituta che si innamora e che si sacrifica per il vero amore, dall'altra siamo un pochino perplessi dai toni e dal melodramma che emerge la vicenda (da cui non a caso Verdi trae la Traviata).
Da un punto di vista strettamente narrativo e stilistico Dumas non mi sembra brillare, tranne per una trovata interessante (che non inventa lui comunque): crea il suo doppio. L'io narrante riporta le vicende, dicendo di aver ascoltato, e letto, le testimonianze dirette della vicenda. Il lettore sa che il narratore altri non è che il doppio di Dumas, reale protagonista della vicenda, ma questo artificio permette non solo di dare credibilità alla narrazione ma anche di tentare di descrivere con coerenze e logica le passioni e gli amori dei protagonisti.
La vicenda però coinvolge. Onestamente sono stata completamente assorbita dalla tragedia di Margherita e dal suo personaggio, eroina moderna, esempio di vero amore, disposta a sacrificarsi fino alla morte e a cambiare, radicalmente, per il suo Armando.
I toni sono quelli del romanticismo, il ritmo pure, non stupiamoci se leggiamo qualcosa con stile e velocità diversa rispetto a quello che ci capita di leggere ora. Siamo nelll'Ottocento.
Penso, però, che sia prodigiosa la sua capacità di emozionare e scavare nell'animo umano, capacità che rende questo romanzo comprensibile anche a noi, duecento anni dopo.