EmilyJane ha scritto: Nel mio post precedente intendevo che avevo letto 4 sottocapitoletti
Comunque ora ho letto davvero i primi 4 capitoli, devo dire che mantiene un buon ritmo e si fa leggere freneticamente ma...non trovate che sia un po' tutto troppo assurdo, tutto un po' sopra le righe? La povera Keyla ha qualche squilibrio mentale ed emotivo, Yarme è un personaggio dalla doppiafaccia e Max è uno di quei demoni di cui parla Graziella 
La storia si fa più interessante ora che entra in scena Bunem....a proposito di Bunem e della sua famiglia, avendo io letto i memoir scritti da Isaac e Israel, mi sembra una rappresentazione della famiglia Singer prima che nascesse Isaac e il fratello più piccolo di cui non ricordo il nome. La sorella Esther soggetta a crisi convulsive e in cui sviene, la madre tanto intelligente ma stanca e nervosa, il padre rabbino che non è riuscito a diventare un rabbino ufficiale. E poi Bunem/Israel con i suoi dubbi su Dio e il suo studio di pittura.
Io l'ho notato e credo che Israel sia sempre stato una figura importante per Isaac, che mi sembra avesse pure detto (nonostante abbia vinto il nobel) che il vero scrittore in famiglia era appunto Israel.
Graziella, tu che ne pensi dato che hai già letto il libro e magari ti sei informata? 
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E' vero quello che dici su Isaac a proposito del fratello: doveva vincere lui il Nobel. Suo punto di riferimento e tramite culturale è il fratello Israel Joshua, da lui sempre riconosciuto come maestro.
La madre di Bunen/Isaac sempre stanca, è un personaggio tipico della letteratura ebraica askenazita, la sorella che ha gli svenimenti e le crisi convulsive non sono altro che crisi isteriche, tipiche delle donne che cura Freud.
In quanto ai personaggi e al loro comportamento, è vero che sono sopra le righe, ma è proprio tipico di certe persone un po' caratteropatiche, sempre in agitazione, conseguenza di un'educazione particolarmente severe, piena di divieti e di riti, dove le donne devono osservare una serie di "regole" a volte stressanti.
Se qualcuno, come mi è sembrato vuole approfondire l'autore, posso consigliare un romanzo di 150 pagine invece della Famiglia Moskat del 1950, ed è Satana a Goray del 1935. Qui abbiamo il "dibbuk, che secondo la tradizione ebraica, è l'anima di un peccatore defunto che è entrata nel corpo di un uomo vivente e abita in lui anche contro la sua volontà, parlando con voce propria e con proprie parole attraverso la sua bocca, compiendo con la sua persona ogni sorta di gesti e di atti che il vivo sente estranei ai suoi impulsi e al suo controllo. Come nel "Piccolo Diavolo" di Benigni. Anche questo romanzo esce nel 1934 a puntate su Globus, una rivista letteraria fondata e diretta dallo stesso Singer.
Era la norma una volta pubblicare romanzi a puntate su giornali, gli scrittori di professione lo facevano molto spesso per poter incassare un po' di soldi. Lo fece anche Dostoevsky, con Povera gente, mi pare.