Mercoledì, 05 Novembre 2025

Febbraio 2018 - Keyla la rossa

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11/02/2018 10:25 #34530 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

VFolgore72 ha scritto:

aleinviaggio ha scritto: ... mi è anche dispiaciuto che molte delle tradizioni ebraiche menzionate nel testo non fossero descritte in maniera approfondita.

Probabilmente non aveva tutto questo interesse nell'approfondire il tema della religione ebraica e delle sue tradizioni, anche se comunque ne fa cenno molto spesso.


Questo spunto è interessante e merita l'approfondimento secondo me. Anche io sono d'accordo con voi: se l'autore avesse voluto scrivere un libro mediante il quale far conoscere le tradizioni ebraiche, avrebbe approfondito di più tali aspetti, cosa che non ha fatto (forse perché la sua opera era indirizzata a lettori che già conoscono le tradizioni ebraiche, che quindi servono nel libro soltanto a ricreare un ambiente, un'atmosfera). Quindi non era quello l'intento dell'autore. Quale era dunque l'intento principale dell'autore secondo voi? È riuscito nel suo intento? Per me è troppo presto per rispondere perché sono ancora al 25% della lettura ma un'idea sto iniziando ad averla...

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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11/02/2018 13:17 #34541 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

IlariaAngelicchio ha scritto: Ho appena finito di leggere Keyla la rossa. Grazie Graziella per la proposta, per avere svelato il dizionarietto a fine libro (con i formati digitali non si "scova" subito) e per le tue condivisioni sul mondo ebraico
Dopo il momento di empatia per Keyla, avrei voluto ptprendere a schiaffi Bunem. Vi è successo qualcosa di simile?
Ho trovato la sua indecisione, lo stare di qui e di lá,...urticante


Hai ragione, mi sono chiesta più e più volte del perché un simile comportamento da parte di Bunem, ieri ho finito le ultimi pagine. Ci sono rimasta male. Me lo spiego solo a modo mio: un crollo psichico e allo stesso tempo un forte senso di colpa nei confronti della sua famiglia, una grande vergogna per essere sceso (secondo la sua educazione) così in basso da rimanerne completamente schiacciato. Un disprezzo estremo per la sua vita in America e per la sua incapacità totale di "redenzione": la sua colpa è troppo grossa, non c'è più via di scampo.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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11/02/2018 13:27 #34542 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

VFolgore72 ha scritto: Cavolo, chiedo profondamente scusa. :(


Bello invece, così abbiamo imparato tutti ad usare lo spoiler!

Su Max. E' lui il nostro lato oscuro? Il nostro ES? il nostro Mister Hide? Il diavolo che ci mette sempre la coda?

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11/02/2018 14:06 #34543 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

aleinviaggio ha scritto: ciao a tutti,
ho appena terminato la lettura del libro. a quanto pare andrò contro la stragrande maggioranza dei commenti, ma il libro non mi è piaciuto. è vero, come avete sottolineato, che all'inizio la lettura procede rapidamente. ma andando avanti la struttura del testo si appesantisce e diventa davvero troppo ripetitiva. una caratteristica che mi sento di imputare al fatto che è stato concepito per una pubblicazione a puntate. Graziella aveva citato i romanzi di Dostoevskij, ed effettivamente ho ritrovato in Keyla la pesantezza e la ripetitività che avevo constatato in alcuni capitoli de I fratelli Karamazov (pure pubblicato a puntate).
mi è anche dispiaciuto che molte delle tradizioni ebraiche menzionate nel testo non fossero descritte in maniera approfondita. ha senso se si pensa che il romanzo era destinato a un ben preciso tipo di lettore, che doveva conoscere bene quelle tradizioni. ma questa mancanza di profondità preclude una buona comprensione di quelle pratiche a un lettore che non vi sia già addentro.
inoltre ho trovato piuttosto squallida la rappresentazione del sesso, che, anche quando i personaggi sono innamorati, è sempre ricondotto a uno stadio animalesco


Mi permetto di citare da un articolo di Roberta Ascarelli (germanista, ordinario di letteratura tedesca all'università di Siena e docente di letteratura askenazita al Corso di Studi ebraici dell'UCEI):
"Eccentrico e coinvolgente, questo testo estremamente doloroso e moderatamente peccaminoso è unico anche perché permette di entrare come nessuna altra opera di Singer nel laboratorio della sua scrittura. Sappiamo quanto Singer curasse la traduzione in inglese dei suoi testi, guidata e rivista con cura autoriale, "traduzioni che, in realtà a un'analisi comparativa delle due versioni, sono vere e proprie riscritture , prodotte dallo sforzo di ridurre il testo all'osso. di omegeneizzarne le infinite sfumature" scrive Alessandro Gebbia.
Nella versione incompiuta di Yarme un Keyle vibra invece ancora lo spirito popolare della storia a puntate - con le sue enfasi e i suoi ammiccamenti affinché non si smarrisca, tra una puntata e l'altra, la familiarità con i personaggi e l'interesse per la spessa trama narrativa. Strategie che emergono con chiarezza in questa storia già tradotta da Singer in inglese, sebbene ancora in forma provvisoria, in attesa di una riscrittura più meditata e rarefatta, come le altre "storie americane" di Singer.

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11/02/2018 22:47 #34555 da IlariaAngelicchio
Risposta da IlariaAngelicchio al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa
Bunem mostra a più riprese segnali depressivi. Sono in accordo con te. La stanchezza, l'astenia...
Quello che ho faticato e fatico a capire è che, durante tutto il racconto, il personaggio non coglie mai le occasioni che ha per risollevarsi: trasferirsi nella casa dove sta lavorando, cogliere i consigli dello zio di Solcha, la corrispondenza con la sorella...inoltre ha dei comportamenti duplici. Ad esempio: chiede informazioni in yiddish pur sapendo leggere Malthus in inglese. È strano no?

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12/02/2018 10:40 #34557 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

IlariaAngelicchio ha scritto: Bunem mostra a più riprese segnali depressivi. Sono in accordo con te. La stanchezza, l'astenia...
Quello che ho faticato e fatico a capire è che, durante tutto il racconto, il personaggio non coglie mai le occasioni che ha per risollevarsi: trasferirsi nella casa dove sta lavorando, cogliere i consigli dello zio di Solcha, la corrispondenza con la sorella...inoltre ha dei comportamenti duplici. Ad esempio: chiede informazioni in yiddish pur sapendo leggere Malthus in inglese. È strano no?


Si è strano, anch'io non colgo il motivo di un simile comportamento, l'autore non ci fornisce molti appigli per capire. Forse è proprio il senso di colpa direi atavico, che lo sovrasta e gli toglie la forza, forse quando ha lasciato la famiglia ha dato un taglio anche alla sua vita.

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12/02/2018 11:00 #34558 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa
è sicuramente un bel libro nel senso che si legge scorrevolmente , scritto bene, pur non approfondendo le cerimonie ebraiche ti da un piccolo spunto e curiosità per approfondire da soli il tutto, pero la storia mi ha un pò deluso mi aspettavo la figura di una donna forte che finalmente prende in mano la sua vita e che cammina a testa alta invece via via che leggevo mi sono trovata una donna che si aggrappa disperatamente all'uomo che in quel momento è gentile con lei .... gli uomini sono tutti un pò travolti dagli eventi e non vedono o non vogliono vedere le occasioni che la vita li riserva...... in questo libro echeggia un aria di depressione che avvolge tutti i personaggi forse è proprio questo che l'autore voleva trasmettere la situazione al livello morale e fisico di tutti gli ebrei in quel periodo

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12/02/2018 11:53 #34562 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

SARA1984 ha scritto: è sicuramente un bel libro nel senso che si legge scorrevolmente , scritto bene, pur non approfondendo le cerimonie ebraiche ti da un piccolo spunto e curiosità per approfondire da soli il tutto, pero la storia mi ha un pò deluso mi aspettavo la figura di una donna forte che finalmente prende in mano la sua vita e che cammina a testa alta invece via via che leggevo mi sono trovata una donna che si aggrappa disperatamente all'uomo che in quel momento è gentile con lei .... gli uomini sono tutti un pò travolti dagli eventi e non vedono o non vogliono vedere le occasioni che la vita li riserva...... in questo libro echeggia un aria di depressione che avvolge tutti i personaggi forse è proprio questo che l'autore voleva trasmettere la situazione al livello morale e fisico di tutti gli ebrei in quel periodo



Però io mi sento di difendere Keyla! è vero che si fa trascinare dagli eventi e si attacca in maniera morbosa agli uomini, ma secondo me non lo fa solo perché sono gentili, pensa veramente di essersi innamorata di loro. È una donna che si fa molto prendere dalle emozioni, senza ragionare più di tanto. Lei stessa ad un certo punto del libro si chiede come potesse solo poco tempo prima essere così innamorata di Yarme, ed ora provare un così forte disprezzo per lui.

In realtà lei secondo me é l’unica in tutto il libro ad essere del tutto onesta di sentimenti, pur nella sua semplicità. Yarme stava con lei principalmente per i soldi, Bunem inizialmente anche e poi perché una volta giunti in America lei era tutto ciò che aveva. Keyla invece ha sempre manifestato sentimenti sinceri sia per l’uno che per l’altro, e questo secondo me è testimoniato dal fatto che ha sempre messo davanti quelli che lei credeva essere gli interessi di entrambi ai propri.

Bunem invece non fa altro che cercare un modo di scaricarla e comunque è evidente che i suoi sentimenti non sono sinceri. Si comporta da vero opportunista, pur di non rimanere solo in un Paese che si è rivelato molto più inospitale di quanto si aspettasse.

È vero che si percepisce un alone di depressione che percorre tutta la seconda parte del romanzo, ma secondo me questo è legato al fatto che i due, una volta giunti in America, sono stati risucchiati da questo folle vortice che ti costringe a lavorare 10/12 ore al giorno per ottenere il minimo indispensabile alla sussistenza, per rischiare comunque di rimanere senza lavoro e morire di fame. In un constesto dal genere, nel quale il lavoro, spesso usurante e svilente, non lascia il tempo per nient’altro è normale che la depressione prenda il sopravvento (sopratutto per Bunem che era abituato a studiare più che a lavorare). E questo secondo me succede in particolare quando lui rimane solo e non ha più nemmeno quella consolazione serale che Keyla rappresentava.

Non credo di averci visto la rappresentazione dell’esodo degli ebrei in questa di questa seconda parte (anche se probabilmente a ripensarci è così) . Mi è sembrata più la rapprensetazione di una condizione generale nella quale si ritrovavano tutti gli immigrati che si recavano in America pensando di trovare fortuna e invece la realtà con cui si trovavano a confrontarsi era completamente diversa

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12/02/2018 13:35 - 12/02/2018 18:15 #34565 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa

Anna96 ha scritto:

SARA1984 ha scritto: è sicuramente un bel libro nel senso che si legge scorrevolmente , scritto bene, pur non approfondendo le cerimonie ebraiche ti da un piccolo spunto e curiosità per approfondire da soli il tutto, pero la storia mi ha un pò deluso mi aspettavo la figura di una donna forte che finalmente prende in mano la sua vita e che cammina a testa alta invece via via che leggevo mi sono trovata una donna che si aggrappa disperatamente all'uomo che in quel momento è gentile con lei .... gli uomini sono tutti un pò travolti dagli eventi e non vedono o non vogliono vedere le occasioni che la vita li riserva...... in questo libro echeggia un aria di depressione che avvolge tutti i personaggi forse è proprio questo che l'autore voleva trasmettere la situazione al livello morale e fisico di tutti gli ebrei in quel periodo


Però io mi sento di difendere Keyla! è vero che si fa trascinare dagli eventi e si attacca in maniera morbosa agli uomini, ma secondo me non lo fa solo perché sono gentili, pensa veramente di essersi innamorata di loro. È una donna che si fa molto prendere dalle emozioni, senza ragionare più di tanto. Lei stessa ad un certo punto del libro si chiede come potesse solo poco tempo prima essere così innamorata di Yarme, ed ora provare un così forte disprezzo per lui.

In realtà lei secondo me é l’unica in tutto il libro ad essere del tutto onesta di sentimenti, pur nella sua semplicità. Yarme stava con lei principalmente per i soldi, Bunem inizialmente anche e poi perché una volta giunti in America lei era tutto ciò che aveva. Keyla invece ha sempre manifestato sentimenti sinceri sia per l’uno che per l’altro, e questo secondo me è testimoniato dal fatto che ha sempre messo davanti quelli che lei credeva essere gli interessi di entrambi ai propri.

Bunem invece non fa altro che cercare un modo di scaricarla e comunque è evidente che i suoi sentimenti non sono sinceri. Si comporta da vero opportunista, pur di non rimanere solo in un Paese che si è rivelato molto più inospitale di quanto si aspettasse.

È vero che si percepisce un alone di depressione che percorre tutta la seconda parte del romanzo, ma secondo me questo è legato al fatto che i due, una volta giunti in America, sono stati risucchiati da questo folle vortice che ti costringe a lavorare 10/12 ore al giorno per ottenere il minimo indispensabile alla sussistenza, per rischiare comunque di rimanere senza lavoro e morire di fame. In un constesto dal genere, nel quale il lavoro, spesso usurante e svilente, non lascia il tempo per nient’altro è normale che la depressione prenda il sopravvento (sopratutto per Bunem che era abituato a studiare più che a lavorare). E questo secondo me succede in particolare quando lui rimane solo e non ha più nemmeno quella consolazione serale che Keyla rappresentava.

Non credo di averci visto la rappresentazione dell’esodo degli ebrei in questa di questa seconda parte (anche se probabilmente a ripensarci è così) . Mi è sembrata più la rapprensetazione di una condizione generale nella quale si ritrovavano tutti gli immigrati che si recavano in America pensando di trovare fortuna e invece la realtà con cui si trovavano a confrontarsi era completamente diversa


Sono d'accordo con te.
Belli tutti questi interventi, e considerando quanto ne stiamo discutendo sono contenta di aver proposto un libro così.

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Ultima Modifica 12/02/2018 18:15 da guidocx84. Motivo: Corretto tag quote

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15/02/2018 09:49 #34635 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Febbraio 2018 - Keyla la rossa
L'ho finito anch'io da qualche giorno.
Il suo pregio è appunto di essere un libro scorrevole però io l'ho trovato farsesco, teatrante, con personaggi sempre esasperati.
Non posso dire di averlo apprezzato in modo particolare, qui ci ritrovo la fiction nel senso più antico del termine, ovvero la finzione.
Dopo questo continuo a preferire di gran lunga il fratello Israel

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

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