Ho iniziato il libro e terminato il primo capitolo relativo a tatuaggi, chirurgia estetica, hipster, ecc.
Ho letto le vostre considerazioni: alcune mi trovano d'accordo, altre meno.
Ad esempio: il fatto che il dibattito tra Bauman e Leoncini (che a quanto ho capito è avvenuto mediante uno scambio di corrispondenza) a tratti possa sembrare banale, non potrebbe essere dovuto al fatto che stiamo leggendo il riassunto di una corrispondenza tra i due? Questo libro, che facciamo rientrare nella saggistica come macro categoria, di fatto non è un saggio nel senso stretto del termine. Alcuni passaggi sono molto colloquiali ma tra "colloquiale" e "banale" c'è di mezzo il mare!
L'obiettivo di un testo del genere secondo me non dovrebbe essere quello di fermarsi ad analizzare unicamente ciò di cui dibattono i protagonisti ma utilizzare tali argomentazioni come strumento di approfondimento (un po' come quando vediamo un dibattito in televisione: non può/vuole essere esaustivo visti i tempi e le modalità con cui va in onda ma se non altro può essere d'ispirazione all'approfondimento). Questo è l'esperimento che potremmo fare qui con coloro che sono interessati.
Un approfondimento che, mi rendo conto perché capita anche a me, oggi è sempre più difficile. La società moderna ci impone ritmi frenetici. Il tempo per l'approfondimento si riduce drasticamente e rischiamo di omologarci poiché non abbiamo neanche il tempo di farci una nostra opinione. Per avere un'opinione degna di questo nome dovremmo studiare, documentarci, ragionare... e non avendo il tempo si preferisce prendere come oro colato ciò che viene "vomitato" in TV, sui social, sui giornali, che ci bombardano di flash news (e fake news...) che ci facciamo bastare. Ci schieriamo spesso senza avere abbastanza informazioni per farlo coscientemente (basti ricordare il referendum sulle trivelle... quando tutti gli italiani furono chiamati a diventare i massimi esperti in materia...).
Scusate la digressione che non ha niente a che vedere con il primo capitolo del libro... ma è legata alla fretta con cui alcuni di voi lo hanno giudicato banale. Non voglio difendere questo libro a tutti i costi. Sarò il primo a criticarlo quando lo avrò terminato se non mi avrà dato ciò che mi aspettavo.
Veniamo al contenuto del primo capitolo.
Innanzi tutto mi fa ridere (e trovo che sia stata una mossa onesta) il fatto che Leoncini abbia riportato nel libro anche un paio di passaggi in cui Bauman lo "redarguisce" (parlo delle ultime pagine del primo capitolo, quando Bauman dice a Leoncini di non generalizzare saltando a conclusioni affrettate, cosa che a mio modo di vedere è quasi sempre sbagliata). Bauman: "
Niente scorciatoie nei ragionamenti, per favore!" (vai... Thomas ha fatto incacchiare Bauman).
Gli spunti di approfondimento sono tanti per essere trattati tutti in un post... però vorrei soffermarmi inizialmente sul discorso "tatuaggi".
Credo che il modo migliore per farlo sia quello di sapere inizialmente ciascuno di noi cosa ne pensa.
1) Avete (o vorreste) un tatuaggio? Se ce lo avete (o lo vorreste), perché lo avete fatto (perché lo vorreste)? Se non lo avete (o non lo vorreste) perché non lo vorreste?
2) Cosa pensate delle persone che si tatuano?
Rispondo io per primo. Non ho un tatuaggio, non lo vorrei e ritengo che chi decide di farsi un tatuaggio lo faccia principalmente perché va di moda farlo (coscientemente o, in più casi, incoscientemente, tant'è che non è raro parlare con persone che si sono pentite di essersi tatuate). Sono d'accordo quando Leoncini scrive:
"
Il nativo liquido oggi si muove solo all'interno della propria individualità e cerca affannosamente di notorizzarla per invadere la sfera pubblica, illudendosi che possa esistere una soluzione universale e condivisa da tutti del suo essere incompleto. Viene naturale chiedersi: perché i tatuaggi sono diventati una necessità per chi vuole omologarsi all'estetica della modernità liquida?"
Attenzione: non sto facendo di tutta l'erba un fascio, così come non sto dicendo che non capisco le ragioni per cui le persone si tatuano. Sicuramente, tra tutte le persone tatuate nel mondo, molte avranno avuto una buona ragione per farlo.
Dico però che quando vedo gente dello spettacolo o calciatori come J-Ax, Fedez, Naingolan, ecc. oppure quando vedo persone meno conosciute di loro alle quali non si riesce neanche a trovare un filo di pelle che non sia coperta da tatuaggi... allora mi domando: cosa può averli spinti a rendersi così se non la moda?
Vi racconto questa: FIFA 18 per PlayStation. Hanno creato un gioco nel gioco. Si chiama "Il viaggio di Hunter" e ti da la possibilità di vivere in sei livelli la vita di un calciatore diciottenne che vuole affermarsi. Via via che passi i vari livelli e le varie sfide, ti sbloccano delle possibilità di agire sulla persona di Hunter, sia in termini di abilità fisiche ma anche in termini estetici.
C'è una sezione intera dedicata ai tatuaggi. Ogni cazzata che fai fare ad Hunter, si sblocca un nuovo tatuaggio che puoi fargli. Decidi tu in quale parte del corpo! Lo puoi riempire! Che bello!! E la cosa ganza è che se rispondi in maniera impulsiva al tuo allenatore o ai tuoi compagni di squadra facendo lo spavaldo, ti sbloccano tatuaggi ancor più "cattivi" e se te li fai i tuoi followers sui social aumentano!!!
E poi puoi mettergli fasce, braccialetti, fargli la barba da hipster o i capelli maculati tipo ghepardo... insomma, cosa è tutto questo se non moda? Quello che mi preoccupa è l'indottrinamento che un gioco del genere può generare su ragazzi di giovane età, che ancora magari non hanno una personalità formata grazie all'esperienza e potrebbero non essere in grado di ragionare e capire quali siano tutti gli aspetti legati ad una scelta del genere.
Cosa penso dunque delle persone che si tatuano? Mi domando innanzi tutto quale sarà stato il motivo per cui hanno scelto di farsi un tatuaggio. Motivo che talvolta comprendo (casi particolari), talvolta no (la maggior parte delle volte).
Il più delle volte però penso che sia stata la moda a guidarli. Il che non è per forza sbagliato. Non esiste il giusto e lo sbagliato in questo caso. Si tratta solo di capire cosa c'è all'origine di un fenomeno. E adesso non datemi del bacchettone!
E comunque meglio i tatuaggi che i dilatatori ai lobi delle orecchie o i piercing tra le sopracciglia! Perché??? Perché????