Sulla psicologia sociale
Spesso gli individui danno la colpa alla società (responsabilità sociale) invece di pensare che è la sua individualità a gestire i suoi rapporti sociali.
Qui si ricorda un caso di omicidio successo a N.Y alla presenza di trentasette persone che non intertenerono per impedire all’assassino di uccide a coltellate una donna, Kitty Genovese nel 1964. Probabilmente ognuna delle trentasette persone pensava che a dover intervenire, chiamando anche la Polizia, era un altro.
“un testimone che assiste a un evento tragico e si accorge di essere solo, ha più probabilità di intervenire in soccorso piuttosto che un individuo che si rende conto di essere insieme ad altri.”
Proprio nel dibattito che seguì questo caso, Bauman sentì per la prima volta parlare del concetto di “spettatore”: “le persone che vedono compiere il male ma ne distolgono lo sguardo e non fanno nulla per fermarlo.”
“Ma retrospettivamente, con il senno di poi, possiamo dire che il caso Genovese mise in luce anche un altro fenomeno destinato ad acquistare negli anni seguenti sempre più fosca importanza e sempre maggiore urgenza di inquadramento concettuale: quello del “male casuale” o “disinteressato”
“Il cinismo e l’assenza di scopo del male “casuale” o “gratuito” sfuggono alla comprensione e alle spiegazioni “razionali” di “causa-effetto”, che nella nostra mentalità di moderni il male deve possedere.”
Bauman si sofferma sui contenuti die film di Michael Haneke, regista e sceneggiatore austriaco che è “uno dei più sensibili e profondi esploratori e cronisti di questa varietà sconvolgente del male.” Qui riporto per chi è interessato un link di una intervista fatta da Luisa Zielinski per The Paris Review (inverno 2014) consultabile sul sito della testata online al link
www.theparisreview.org/interviews/6354/m...-no-5-michael-haneke
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Io ho dovuto affidarmi al traduttore, (orribile) perché sono una vera ignorante nei confronti delle lingue.
Bauman nelle seguenti righe di testo, ci fa partecipi del suo pensiero circa la nostra assuefazione, al male che ci viene propinato in continuazione dai fatti odierni dalla T.V. urlati nei telegiornali.
“Gli eventi nuovi, insoliti, ancora non-notati (e tantomeno mentalmente e emotivamente assimilati)tendono a scioccare semplicemente in quanto tali. Eventi simili, se ripetuti quotidianamente rivisti o riascoltati, tendono a venire spogliati della loro capacità di scioccare”
[pag. 62]
Tutti noi ricordiamo le due stragi che nel 2011 Andrers Behring in Norvegia, colpendo delle vittime casuali tra la popolazione civile. Qui proseguendo nella lettura che con la pag. 63 si avvia alla chiusura definitiva a pag. 64, dove abbiamo le parole incisive di Bauman, il male che viene pubblicizzato, fa audience televisiva, vendite di giornali. Il male viene spostato nell’ambito di un piacevole passatempo e intrattenimento per un numero crescente di spettatori.