guidocx84 ha scritto:
Edoardo dici che nel libro si parla di tatuaggi con accezione NEGATIVA. A me non pare. O almeno non ho avuto questa sensazione. Da quando seguire una moda è considerabile una cosa negativa? E' quel che è: seguire una moda. Punto e basta.
Guido, al buio di qualsiasi più approfondita conoscenza individuale verso il prossimo.., ci vai tu a dare del modaiolo omologato al primo tatuato che incontri?
Comunque non è giusto. L'unica parolaccia me la sono beccata io.
Fretta cattiva consigliera.
Per qualche mia strana ragione - vedi ore 23:59 nella data, ora.. di pubblicazione del precedente post - sentivo di non dovere o non voler postare nel giorno delle votazioni nazionali. Chissà perché poi. E di questa fretta ne ha infatti risentito il mio intervento. Perlomeno un buon terzo di quest'ultimo. Quello finale, nello specifico. All'approssimarsi della mezzanotte infatti, alla stregua di un 'maschile' cenerentolo, ho perso, nello specifico, il lume delle mie eventuali capacità concettuali. E, in generale, l'interesse per le opinioni e spunti altrui sugli argomenti in merito. Elemento portante di questo Club e inoltre, secondo me, ancora di salvezza nel caso di libri, o solo parti di libri, magari meno interessanti. Quindi perdonatemi, anche per il tono tra le righe.., chiedo ufficialmente scusa per l'ultimo quarto del mio precedente post. Dove entravo, non entrando.., in merito agli argomenti del primo capitolo. E tra l'altro sempre li sono. Ancora non ho proseguito.
Secondo me il fatto di considerare le persone da barba, capelli, tatuaggi e chirurgia fa un po' scopa con il concetto di "eternità" cui fa riferimento Bauman. Che cioè la nostra esperienza corporea della vita rimarrà nell'esperienza corporea della vita delle persone che seguiranno dopo che 'non ci saremo' più. Un po' troppo prevalentemente carnale e biologico come punto di vista, secondo me. E, per quanto non si scordi, nella stessa citazione da un altro suo testo, di fare capo anche al pensiero.. come elemento umano, è per me troppo simile al 'polvere sei e polvere ritornerai'. A proposito di liquidita poi. Per quanto l'essere umano - in percentuale maggiore la donna se non sbaglio - sia fatto circa al 70% di acqua, è con il restante 30% che, in un senso od in un altro, facciamo la differenza.
Forse in qualche modo, seguendo le mie sottolineature e commenti nel libro, deduco di essere un po' allergico alla necessita di fare dei discorsi di massima e/o a generalizzare. Almeno nel caso di questo primo capitolo. E non so bene perché. Ogni studio applicato all'umano considera un campione di elementi e ne trae alla fine le sue conclusioni. Forse è perché nei casi, nelle teorie considerate, ad un certo punto, al termine delle considerazioni bisogna poi trarre delle conclusioni. E quindi fermare, congelare gli individui del campione considerato, solo in un momento della loro vita. Quando queste stesse persone, magari anche solo un anno dopo, forse saranno cambiate. Tanto da non rientrare più nell'insieme di cui "facevano parte".
Qualcosa di molto diverso insomma da studi magari di carattere medico.
Questi si determinati e determinanti.
Tornando agli spunti di riflessione personali devo confessare che la mia sensibilità alla più o meno accezione negativa di certe realtà, come i tatuaggi, mi deriva da un desiderio e da una attenzione personale a non voler malgiudicare chi è pesantemente tatuato. Riconosco personalmente di tendere a volte ad essere un po' troppo pulitino nei confronti di certe manifestazioni e mi cimento a voler contrastare questa mia tendenza. Probabilmente è retaggio di una certa fobia genitoriale verso certe manifestazioni in particolare, e ad una mia troppo permeabile appartenenza adolescenziale ed oltre, per quanto marginale, ad un mondo generalmente un po' scarso in quanto a possibilità espressive. E conseguentemente anche magro di vitalità, nello specifico. Questo non significa che un domani mi vedrà frequentatore di comunità di tatuati o simili. Vorrei solo non sentirmi prevenuto nei confronti di chi sceglie certe manifestazioni. Negando quindi l'esistenza di un suo possibile percorso. E qui farei un esempio. Non però di tatuaggi. E perdonatemi se esco fuori tema, anche se alla fine non penso. Si trattava di un' attrice. prevalentemente di teatro e più o meno mia coetanea. La frequentai per dei seminari di recitazione che teneva. E che diversamente da altri corsi.. erano decisamente interessanti e creativamente produttivi. In sostanza, semplicemente, disse di aver portato per un periodo della sua vita i capelli viola. Oggi come tempo fa probabilmente c'è chi dirà che portare i capelli viola etc.. è una moda.
Ma forse se c'è qualcosa di comune in certe manifestazioni è l'esigenza di alzare un po' la voce o cercare di differenziarla rispetto a ciò che ci viene imposto. Che queste voci possano a volte risultare simili forse dipende dal fatto che abbiamo tutti, più o meno, una mente funzionalmente (non creativamente, affettivamente..) simile. Uno stesso corpo e simili corde vocali. Come sintetizzava molto bene qualcuno in, ad esempio, Incontri ravvicinati..
Interessante Ale la citazione dei tatuaggi del mondo di Lilin.
E di chi invece va per mare, Ilaria.
Entrambi gli ambiti di sicuro molto radicati storicamente.
Forse, anche se tangenzialmente, almeno in un punto questi due mondi si toccano o sfiorano. Dal punto di vista forse dell'azione. Negativa per l'uno, positiva per l'altro. In questa velocità - che magari li caratterizza, divenendo quasi preclusa la parola - ne deriva forse la necessita della sintesi espressiva del tatuaggio. O ancora, ma sempre forse.. non avendo questi due mondi, almeno soprattutto in passato, un accesso facile alla formazione culturale o allo studio, hanno perciò progressivamente sempre più delegato al mondo dei tatuaggi, piuttosto che alla parola, il racconto di se.
Non so.., chissà.
Ma tornando a me. E' proprio questa sintesi che non mi ha mai portato a farmi un tatuaggio. Per quanto adori o perlomeno ricerchi una certa semplicità espressiva, faccio e ho sempre fatto fatica a rientrare e sintetizzarmi dentro uno specifico tatuaggio, o anche più di uno.
Come similmente faccio fatica a rispondere, nel mio quotidiano, a chi mi chiede di scegliere o citare un unico libro tra i tanti letti.
Uhhmmm, non so perché improvvisamente mi visualizza tutto lo scritto come "citato". Anche il mio appena fatto.
Ho proprio una mano infelice, tra citazioni e avvisi spoiler..
Sob..