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Giugno 2018 - Furore

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25/09/2021 20:46 - 25/09/2021 20:49 #54557 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Sono arrivato al capitolo 25 che è di una attualità spaventosa. Un tempo bastava una bizza del tempo meteorologico (che poi è anche quello che succede in questo romanzo) e con il raccolto che andava male, molte persone erano costrette alla fame. Non si aveva letteralmente cibo a sufficienza per mangiare. Qui Steinbeck fa notare, con tutta la sapienza di un esperto agricoltore moderno, come l’uomo sia stato capace di far fronte, grazie al suo ingegno, a numerosi problemi che minacciavano un raccolto. Ha ottenuto migliori varietà e sconfitto molte pestilenze delle colture. La produzione è aumentata grandemente e il rischio che andasse male si è ridotto notevolmente. Ma ora il problema diventa quello opposto. La produzione è troppa e il prezzo delle merci scende in modo insostenibile per chi produce. E allora, a dispetto della tanta gente che non ha da mangiare, si buttano le patate nel fiume e ci si mettono addirittura le guardie affinchè i poveri non le ripeschino. Insomma, siamo alle solite, dove il dio denaro, un mezzo inventato per servire le persone, diventa più importante delle persone stesse.

Il tutto è narrato con il tono evocativo-poetico che Steinbeck usa in questi suoi capitoli digressivi. Sembra di sentire il vecchio saggio di un antico villaggio indiano che racconta ai giovani i miti costitutivi della loro tribù. E quindi tali contenuti entrano in profondità, turbano la coscienza, chiedono una presa di posizione.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 25/09/2021 20:49 da Mattia P..

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17/10/2021 21:02 - 17/10/2021 21:10 #54871 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Ieri ho terminato questo romanzo che considero una delle migliori letture di quest’anno. Mi ha fatto tanto riflettere e non vedo l’ora di leggere tutti i numerosi commenti che ha suscitato nella sua prima lettura.
Una storia forte narrata con uno stile semplice ma poetico allo stesso tempo. Steinbeck ci racconta una tragedia con le parole di chi la vive, si cala nel modo di sentire e di esprimersi di persone umili ma col cuore grande che si trovano ad affrontare un cambiamento epocale.

Se dovessi scegliere tre parole che descrivono questo romanzo direi solidarietà, coraggio, famiglia.

Solidarietà che si esprime laddove se ne ha più bisogno, dove si considera una grazia trovare un lavoro, qualunque lavoro, fosse anche solo per riuscire a… mangiare. Oggi nella nostra società si desiderano tante cose. Quante di queste ci servono veramente? Si fanno sacrifici, si lavora tanto per poter magari fare una bella vacanza, comprare dei nuovi vestiti, una nuova macchina, ecc. I Joad hanno bisogno di un lavoro e lo trovano nei campi di cotone, lavoro durissimo. E un’intera giornata di lavoro finisce per non dare loro nemmeno un lauto pasto, ma solo il necessario per tappare un buco, per trovare un po di forze per una nuova massacrante giornata di lavoro. Oggi, con una giornata di lavoro guadagno molto di più di quello che serve per fare fino a tre pasti abbondanti. Eppure, se voglio, posso trovare ancora delle ragioni per essere scontento, per lamentarmi di quel desiderio  che ancora non sono riuscito a soddisfare. Una qualche lampadina, pensando che ancora oggi molta gente non mangia tutti i giorni, mi si dovrebbe accendere. L’atto supremo di solidarietà, e non a caso è posizionato a chiusura del romanzo, si ha forse quando non avendo più niente da dare, di fronte a un uomo che muore, si offre se stessi.

Coraggio. Il coraggio di opporsi e reagire e rialzarsi anche quando veramente si vorrebbe solo dire basta, mi arrendo, ora è veramente troppo. Invece si continua a pensare al prossimo passo da fare per sopravvivere. Non per assicurarmi un futuro migliore. Non per stare meglio nelle prossime settimane e nemmeno nei prossimi giorni a seguire. Ma solo per evitare di soccombere qui, adesso che una pioggia incessante, un vero alluvione, rischia di ammazzarmi. Tutto il romanzo è permeato da atti di coraggio teso a cambiare un destino che non fa altro che dare ai Joad continui pugni nello stomaco e bastonate sulla schiena.

Famiglia. Nonostante la famiglia Joad non faccia altro che disgregarsi e perdere pezzi lungo tutto il corso del romanzo, il messaggio è quello dell’importanza di preservare l’unità familiare, a tutti i costi. Ma’ è la forza centripeta della famiglia Joad. È lei che più di tutti vuole che la famiglia rimanga unita e lo fa con una forza tale che arriva fino a contemplare l’atto violento e a stravolgere i ruoli familiari pur di preservarla. A questo scopo si assume lei, e non piu Pa’, la responsabilità di prendere alcune importanti decisioni. Ma sicuramente Ma' rimane il personaggio emblematico anche per solidarietà e coraggio.

Grazie ancora a Bibi che ne ripropose la lettura consentendomi così di incrociare questo (per me) capolavoro!

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 17/10/2021 21:10 da Mattia P..
Ringraziano per il messaggio: vanna

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