Ieri ho terminato questo romanzo che considero una delle migliori letture di quest’anno. Mi ha fatto tanto riflettere e non vedo l’ora di leggere tutti i numerosi commenti che ha suscitato nella sua prima lettura.
Una storia forte narrata con uno stile semplice ma poetico allo stesso tempo. Steinbeck ci racconta una tragedia con le parole di chi la vive, si cala nel modo di sentire e di esprimersi di persone umili ma col cuore grande che si trovano ad affrontare un cambiamento epocale.
Se dovessi scegliere tre parole che descrivono questo romanzo direi solidarietà, coraggio, famiglia.
Solidarietà che si esprime laddove se ne ha più bisogno, dove si considera una grazia trovare un lavoro, qualunque lavoro, fosse anche solo per riuscire a… mangiare. Oggi nella nostra società si desiderano tante cose. Quante di queste ci servono veramente? Si fanno sacrifici, si lavora tanto per poter magari fare una bella vacanza, comprare dei nuovi vestiti, una nuova macchina, ecc. I Joad hanno bisogno di un lavoro e lo trovano nei campi di cotone, lavoro durissimo. E un’intera giornata di lavoro finisce per non dare loro nemmeno un lauto pasto, ma solo il necessario per tappare un buco, per trovare un po di forze per una nuova massacrante giornata di lavoro. Oggi, con una giornata di lavoro guadagno molto di più di quello che serve per fare fino a tre pasti abbondanti. Eppure, se voglio, posso trovare ancora delle ragioni per essere scontento, per lamentarmi di quel desiderio che ancora non sono riuscito a soddisfare. Una qualche lampadina, pensando che ancora oggi molta gente non mangia tutti i giorni, mi si dovrebbe accendere. L’atto supremo di solidarietà, e non a caso è posizionato a chiusura del romanzo, si ha forse quando non avendo più niente da dare, di fronte a un uomo che muore, si offre se stessi.
Coraggio. Il coraggio di opporsi e reagire e rialzarsi anche quando veramente si vorrebbe solo dire basta, mi arrendo, ora è veramente troppo. Invece si continua a pensare al prossimo passo da fare per sopravvivere. Non per assicurarmi un futuro migliore. Non per stare meglio nelle prossime settimane e nemmeno nei prossimi giorni a seguire. Ma solo per evitare di soccombere qui, adesso che una pioggia incessante, un vero alluvione, rischia di ammazzarmi. Tutto il romanzo è permeato da atti di coraggio teso a cambiare un destino che non fa altro che dare ai Joad continui pugni nello stomaco e bastonate sulla schiena.
Famiglia. Nonostante la famiglia Joad non faccia altro che disgregarsi e perdere pezzi lungo tutto il corso del romanzo, il messaggio è quello dell’importanza di preservare l’unità familiare, a tutti i costi. Ma’ è la forza centripeta della famiglia Joad. È lei che più di tutti vuole che la famiglia rimanga unita e lo fa con una forza tale che arriva fino a contemplare l’atto violento e a stravolgere i ruoli familiari pur di preservarla. A questo scopo si assume lei, e non piu Pa’, la responsabilità di prendere alcune importanti decisioni. Ma sicuramente Ma' rimane il personaggio emblematico anche per solidarietà e coraggio.
Grazie ancora a Bibi che ne ripropose la lettura consentendomi così di incrociare questo (per me) capolavoro!
"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"
Carlos Ruiz Zafon