Nel terzo capitolo di Furore altra chicca di tipo naturalistico. Steinbeck sembra il regista di un documentario in HD sulle tartarughe delle pianure statunitensi.
Nel quarto, invece, l’incontro di Joad Jr. con l’ex predicatore Casey è un’altra perla di umanità. Qui l’attento occhio dell’autore si rivolge alle fragilità umane dell'ex predicatore, gli ideali che si scontrano con le debolezze del carattere. Il tutto sempre con un ampio utilizzo di dialoghi e gesti dei personaggi che lascia a noi il compito di formarci un’idea su chi abbiamo di fronte.
Mi piace molto l’atteggiamento di Joad, bonario e positivo, ma non è uno stupido e sa andare al dunque quando è necessario. Anche generoso, se vogliamo. Molto bello come sia Joad, che tanto avrebbe bisogno di esser motivato e incoraggiato dopo quello che gli è capitato, sia invece lui a risollevare il morale di Casey e a ridargli speranza.
E qua e là c’è sempre l’ironia di Steinbeck che smorza un po l’estrema tragicità della situazione:
“Come along,” said Joad. “Pa’ll be glad to see you. He always said you got too long a pecker for a preacher.”
Nel quinto capitolo Steinbeck denuncia in modo magistrale come l’interesse economico (l’economia dovrebbe essere la scienza nata per promuovere il benessere delle persone), personificato dalle banche, porta dolore e malessere in tutte le categorie di persone coinvolte.
“Alcuni dei proprietari erano gentili perché odiavano ciò che avrebbero dovuto fare, e alcuni di loro erano arrabbiati perche odiavano essere crudeli, e alcuni di loro erano freddi perche avevano scoperto da tempo che uno non poteva essere un proprietario se non era freddo.”
Ormai abbiamo dato per scontato che una crisi economica possa far andare male delle attività con la conseguente distruzione di vite umane. Ma penso che molti di noi si sentissero un po come i Joad e la loro gente quando di fronte alla carenza di lavoro e le difficolta economiche gli si diceva che era colpa dello spread, e della differenza tra i btp e i bund tedeschi!
“No vi sbagliate”, dicono i proprietari alla gente “la banca è qualcosa di diverso dagli uomini. Capita che ogni uomo nella banca odia ciò che la banca fa, ma nonostante ciò la banca lo fa. La banca è qualcosa di più degli uomini. La banca è il mostro. Creato dagli uomini, ma gli uomini non possono controllarla”.
Steinbeck parla come mangia! Pian piano, forse, i contadini cominciano a capire. O forse no. La banca che pensano di poter sconfiggere con una carica, come si fece con gli indiani o con i serpenti.
"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"
Carlos Ruiz Zafon