Martedì, 04 Novembre 2025

Giugno 2018 - Furore

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03/08/2021 15:40 #53933 da Bibi
Risposta da Bibi al topic Giugno 2018 - Furore
Ciao ragazzi, per motivi di tempo mi sono avviata solo oggi nella lettura di Furore, sono al capitolo 5 e sono super motivata a continuare anche se mi dispiace un po' non leggerlo in contemporanea con voi. Non penso di andare per le lunghe perché scorre benissimo e adoro il modo di Steinbeck di descrivere la realtà fin nei minimi dettagli, anche nel modo in cui parlano i personaggi, di conseguenza non riesco a smettere di leggere. 

Voi dove siete arrivati? 

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03/08/2021 16:07 #53936 da callmeesara
Risposta da callmeesara al topic Giugno 2018 - Furore

Voi dove siete arrivati? 

Io questo libro non l’ho letto, anche perche nel 2018 ancora non ero iscritta. Ma purtroppo ancora non lo inizio. E non credo che riuscirò a farlo più o meno nelle vostre identiche tempistiche. Credo che lo leggerò più in li. Purtroppo non vi ho potuto seguire con questa rilettura, e mi dispiace.  Vabbè, sarà per la prossima dai! Comunque se dovessi leggerlo, sicuramente scriverò qualche mio pensiero.

“Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine.”

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04/08/2021 21:49 - 04/08/2021 21:52 #53953 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Giugno 2018 - Furore
Anch'io un po' in ritardo, scusa Petre! Sto amando questo romanzo, ogni capitolo è una sorpresa.

Il quinto capitolo è attualissimo. Il trattorista come un qualsiasi conduttore di macchine è impotente,sprezzante e inesorabile ma anche spaventosamente reale. Questo passaggio mi ha colpito in particolare "La terra partoriva sotto il ferro, e sotto il ferro a poco a poco moriva, perché non era stata amata né odiata, non aveva attratto preghiere né maledizioni". Mi ritorna in mente un gioco del 1997 "Final Fantasy VII", dove i cattivi rappresentati dalla Shinra Corporation avrebbero distrutto il Pianeta Terra pur di estrarne l' energia mako fino all'ultima goccia. Molti artisti hanno evidentemente riproposto il tema più volte negli anni come un monito e nelle forme più disparate. Ed è veramente angosciante perché non si riesce ad affrontare l'argomento senza scadere nella retorica anche abbastanza patetica. Mi rendo conto che non si possa fermare il progresso, però non posso non chiedermi come è possibile che non siamo riusciti a trovare nessun modello di sviluppo alternativo. 

è effettivamente un tema che si ritrova spesso nel mondo fantasy, penso ai nani di Lord of the Rings che a furia di estrarre mithril hanno risvegliato il Balrog. In realtà il modello alternativo ci sarebbe, è il famigerato sviluppo sostenibile, solo che ancora non si capisce come svincolarsi dal modello capitalistico: c'è chi sostiene che bisogna continuare a crescere però in maniera sostenibile, anche se è un modello biologicamente insensato (perché il pianeta non può sostenere una crescita infinita), e chi sostiene invece la decrescita "felice", anche se non si sa come potremmo renderla così felice. è un tema amplissimo, chissà come ne verremo fuori. Dalla Dust Bowl (il fenomeno del romanzo) ne sono usciti grazie al New Deal, ti lascio qualche appunto: "The Farm Security Administration provided emergency relief, promoted soil conservation, resettled farmers on more productive land, and aided migrant farm workers who had been forced off their land. The Soil Conservation Service helped farmers enrich their soil and stem erosion. The Taylor Grazing Act regulated grazing on overused public ranges. Roosevelt’s Shelterbelt Project, created by executive order, fought wind erosion by marshalling farmers, Civilian Conservation Corps boys, and Works Progress Administration workers in an enormous effort to plant over 200 million trees in a belt running from Bismarck, North Dakota, to Amarillo, Texas. This immense windbreak moderated the Dust Bowl’s destructive winds. The Shelterbelt Project remains one of the great environmental success stories of our time."

Nel quarto, invece, l’incontro di Joad Jr. con l’ex predicatore Casey è un’altra perla di umanità. Qui l’attento occhio dell’autore si rivolge alle fragilità umane dell'ex predicatore, gli ideali che si scontrano con le debolezze del carattere. Il tutto sempre con un ampio utilizzo di dialoghi e gesti dei personaggi che lascia a noi il compito di formarci un’idea su chi abbiamo di fronte.

Davvero un grande incontro e un grande personaggio Casey, così sincero e consapevole delle sue debolezze

Ho letto con piacere l'ottavo capitolo. La riunione familiare in particolare mi è sembrata rievocare uno scenario simile al mio rientro a casa.

wow, deve essere stato un rientro stupendo. Ho adorato quel capitolo, è dolcissimo, tira fuori il lato dolce di questi personaggi che sono duri per quello che hanno vissuto. Mentre leggevo ero proprio rapita perché volevo vedere come reagivano i vari membri della famiglia, e non mi hanno delusa. Questi personaggi sono come una pietra grezza all'interno della quale si intravede il minerale scintillante

Tutti nel romanzo agiscono in base al sistema convinti che adattarsi sia l'unica soluzione, seguendo il volere di non si sa chi, nessuno sente la responsabilità di ciò che sta facendo. Solo il mezzadro ragiona e si chiede se ci sia una soluzione. Da un lato vede che la terra non dà granché, dall'altro capisce che i latifondisti faranno peggio, la sfrutteranno fino al limite. Interessante quando dice "se solo ci fosse consentita la rotazione delle colture" o ancora "so che questa terra qui non vale molto. Al massimo potrebbe andar bene a pascolo. Comunque non la si sarebbe mai dovuta coltivare, mentre ora la spremono così a cotone finché non varrà più niente". Evidentemente i mezzadri avevano il legame con la terra ma erano spinti a sfruttarla dai latifondisti: "Se uno possiede un pezzettino di terra, egli è tutt'uno con la sua terra, ne è parte integrante. Se la terra che possiede può girarsela tutta e toccarla e causargli preoccupazioni se il tempo si mette al brutto e farlo felice quando viene la pioggia, pure egli è tutt'uno con la sua terra e insomma si sente un signore per il fatto che quella terra è sua."

PS: Noè mi sembra un personaggio uscito da un romanzo della Allende!
 

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 04/08/2021 21:52 da Margarethe.
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28/08/2021 13:00 - 28/08/2021 13:03 #54172 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Terminato il 16 capitolo di questo che penso sarà la miglior lettura di quest’anno, magari insieme a “Uomini e Topi”.

Steinbeck è capace di farmi arrivare le lacrime agli occhi con un gesto o una frase di Ma’ e magari, subito dopo, farmi scoppiare in una risata con una delle battute di Tom che cita suo babbo: “A lui non piacciono nemmeno le parole scritte. Ne ha un po’ paura, immagino. Ogni volta che Pa’ vede delle parole scritte, qualcuno gli porta via qualcosa”. In una battuta, come spesso fa, Steinbeck è capace di aprire una riflessione profonda. Qui è chiara la critica a come l’ignoranza dei contadini faccia spesso buon gioco agli interessi di chi di loro si approfitta. I contadini-pionieri americani, abituati ad affrontare le avversità con la forza fisica e il sacrificio non sono ancora consapevoli che sono necessarie altre armi quali l’istruzione e l’associazionismo.

Il romanzo è poi costantemente permeato dall’avventura, dall’azione, quasi si fosse in un film Western alla Sergio Leone. Come per esempio nel capitolo 6 nell’avventura vissuta con Muley nella terra della sua famiglia che oramai non è più sua:  “Non avrei mai pensato di dovermi nascondere a casa del mio vecchio”. Adoro la capacità dell’autore di alternare momenti più drammatici e riflessivi con la tensione che certe situazioni sono in grado di creare.

Nell’8° capitolo Steinbeck ci rivela in modo lampante chi è Ma’ proprio al momento della reunion. Una donna povera che ha la responsabilità di nutrire una famiglia numerosa sente che due sconosciuti capitati li chissà da dove hanno fame. “Falli venire”, dice al figlio che li introduce, senza nemmeno averli visti in faccia. “Ne abbiamo in abbondanza. Digli di lavarsi le mani. Il pane è pronto”. Ecco, a me queste cose fanno saltare le lacrime agli occhi, perche ci vedo quell’ideale di fratellanza tra tutti gli uomini, di condivisione del poco, di carità verso chi ha bisogno a prescindere dalla sua carta d’identità che mi rimanda immediatamente al Vangelo. Spero di imparare molto da questa donna.

Grazie Margarethe per la tua nota storica sul fenomeno della Dust Bowl.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 28/08/2021 13:03 da Mattia P..
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29/08/2021 13:28 - 29/08/2021 13:34 #54181 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Nel capitolo 9 la straziante svendita di tutti i propri beni per racimolare più denaro possibile per la partenza.

Forse la cosa più triste è l’affermazione del contadino che dice che per loro non ci sarà un nuovo inizio in California; un nuovo inizio è possibile solo per un bambino. Loro sono quella terra rossa che lasciano, le siccità, le inondazioni, le tempeste di povere: questo sono loro. E tutto questo, con la partenza, non ci sarà più.

La psicologia ha da tempo rilevato gli effetti negativi della cosiddetta relocation: il venire spostati o doversi spostare in altro luogo, ad altra destinazione. Si possono ingenerare disturbi da stress, depressione, disturbi d’ansia, disturbi di personalità e disturbi affettivi.

Vi è una parte della nostra identità che include elementi per noi significativi del mondo che ci circonda. Identità di luogo è uno dei nomi che può avere. “L’identità di luogo rimanda a quelle dimensioni del SE’ che definiscono l’identità personale dell’individuo in relazione all’ambiente fisico attraverso un complesso sistema di idee, credenze, preferenze, sentimenti, valori e mete consapevoli e inconsapevoli unite alle tendenze comportamentali e alle abilità rilevanti per tale ambiente”( Proshansky 1983 p.155).

Spesso, anche quando un anziano trova condizioni oggettivamente migliori in una casa di riposo rispetto alla sua casa, si ha in lui un rapido declino fisico e mentale perché una parte importante di ciò che è le viene tolta. È come un lutto che deve essere elaborato e non sempre questo riesce.

“Puoi vivere senza il salice? Be’, no, non puoi. Il salice sei tu. Il dolore su quel materasso li – quel dolore terribile – quello sei tu”. Emblematiche queste battute alla fine del capitolo. L’autore riesce a esprimere in modo semplice ma potente una cosa estremamente importante, ma la cui importanza, spesso, si può capire solo quando viene a mancare: il legame con la propria casa.

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30/08/2021 13:26 - 30/08/2021 13:28 #54193 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Nel capitolo 10 mi ha colpito il ragionamento che Tom fa a sua madre su come è riuscito a superare l’esperienza del carcere. “Non puoi pensare a quando sarai fuori. Diventeresti matto. Devi pensare al giorno presente e poi a quello appresso, alla partita di sabato. Questo è ciò che devi fare. Chi c’è da un po’ fa così. I nuovi arrivati non fanno altro che sbattersi la testa contro la porta della cella. Perché non fai cosi? Prendi un giorno alla volta”.

Il pensiero va ai carcerati e a quanto sia importante l’atteggiamento nell’affrontare una realtà cosi difficile. Predisporsi a mettere faticosamente un piede davanti all’altro e, lentamente, camminare, invece che proiettarsi in un futuro che sembra irraggiungibile, può fare la differenza tra la vita e la morte.

Qualche settimana fa, in vacanza a Cagliari, la mia città, con mia moglie, temperature che sfioravano spesso i quaranta gradi, ho pensato a chi stava in carcere. Una volta, in macchina, noto mia moglie che fa una foto ad una scritta su un muro, in un quartiere difficile. Alzo lo sguardo e leggo: “Nel carcere di Uta si muore”. Lei in carcere c’è pure stata per i suoi studi di giurisprudenza… Mi ha fatto impressione perché ho pensato: “ma come faranno con questo caldo?”. La verità è che nel carcere di Uta, pur avendo soppiantato da pochi anni lo storico carcere di Buon Cammino, i suicidi non sono stati pochi. L’ultimo risale al 13 aprile 2021. Gli ultimi tentativi sventati in extremis sono stati quelli di un uomo e una donna quasi simultaneamente il 2 agosto.

Per Tom l’esperienza in carcere è stata dura e, per quanto cerchi di metterla a tacere e di tranquillizzare la sua famiglia, è una cosa con cui deve ancora fare i conti.

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31/08/2021 08:35 #54210 da Petre
Risposta da Petre al topic Giugno 2018 - Furore
Osservazione acuta e aggiungo che il caldo non è l'unico problema(vedi i video che sono circolati nel mese di luglio), anzi non so quanti di loro riescano effettivamente ad immaginarsi il loro futuro. Purtroppo molto spesso i detenuti vengono semplicemente puniti anziché rieducati come si dovrebbe e nel frattempo le vittime aumentano. Mi chiedo quanto ci vorrà prima di arrivare ad un sistema in grado di scoraggiare i reati alla radice e recuperare le persone se abbiamo bisogno di tanto tempo per prendere decisioni logiche in merito all'attuale pandemia o anche semplicemente allo smaltimento dei rifiuti. Tuttavia parlarne mi da speranza, in fondo se c'è contezza di un problema si può arrivare ad una soluzione per quanto lunga possa essere l'attesa.  

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31/08/2021 11:03 #54212 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore

 Purtroppo molto spesso i detenuti vengono semplicemente puniti anziché rieducati come si dovrebbe e nel frattempo le vittime aumentano. Mi chiedo quanto ci vorrà prima di arrivare ad un sistema in grado di scoraggiare i reati alla radice e recuperare le persone se abbiamo bisogno di tanto tempo per prendere decisioni logiche in merito all'attuale pandemia o anche semplicemente allo smaltimento dei rifiuti. Tuttavia parlarne mi da speranza, in fondo se c'è contezza di un problema si può arrivare ad una soluzione per quanto lunga possa essere l'attesa.  
 
Il problema è molto complicato, tuttavia ci sono anche realtà virtuose sia in Italia che all'estero da cui bisognerebbe prendere esempio. Purtroppo prevalgono ancora corruzione e mentalità mafiose che impediscono alle persone giuste di trovarsi nei posti giusti; e pazienza se poi le persone muoiono o vivono peggio di molti animali. Come per molti altri problemi di natura politica e amministrativa, penso che la questione vada affrontata ponendo le basi per un cambiamento culturale profondo basato su ciò che si insegna ai bambini nelle scuole. Sempre il solito discorso, ma tali problemi sono tanto complicati quanto lo è la formazione di nuove coscienze più orientate al bene della collettività che alla supremazia individuale.

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04/09/2021 17:48 - 04/09/2021 17:50 #54266 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Sempre nel capitolo 10 mi ha colpito il modo in cui il mercante si approfitta di ciò che i Joad hanno da vendere per poter partire. Il carro, il team di buoi e quant'altro erano fondamentali strumenti con cui si guadagnavano il pane, vengono ora svenduti perché essi non hanno la malizia e la capacità del commerciante. Invece i commercianti si sono specializzati nel fare denaro con persone come i Joad che non hanno più tempo, non hanno altre opzioni, devono partire.

Poi piu avanti la decisione di accettare il predicatore Casy con loro. Pa' è dubbioso che ci si possa permettere di sfamare un’altra bocca e comincia a fare i conti del cibo a disposizione. Ma’ è lapidaria: il punto non è se possiamo ma “lo vogliamo?”. Se ci basiamo sul “potere” non possiamo nulla. Ma fintanto che lo si vuole il modo lo si trova. Il vaglio della questione prosegue, la decisione è difficile. Ma ancora una volta la forza caratteriale e il grande cuore di Ma’ prevalgono e insegnano che spesso il gesto altruistico è più facile per chi ha poco o nulla che per chi è nell’abbondanza.

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Ultima Modifica 04/09/2021 17:50 da Mattia P..
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25/09/2021 20:38 - 25/09/2021 20:42 #54556 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Giugno 2018 - Furore
Riporto alcuni appunti presi durante la lettura nelle scorse settimane. Il meccanismo antispoiler è l'indicazione del capitolo.

Capitolo 17
Ho come l’impressione che Steinbeck sia in grado di passare dall’estremo realismo a quasi una forma di poesia in prosa. Il capitolo si apre e si chiude con delle immagini forti dei migranti come insetti che ogni notte costruiscono dei mondi, si creano dei legami tra le famiglie in viaggio, nascono delle piccole società con regole, abitudini e ruoli. Il tono è malinconico, ma dolce e pieno di speranza. Sono rimasto colpito da come Steinbeck delinei quasi una teoria sociologica sulla genesi di gruppi nomadi. La cosa mi affascina molto e in particolare quando fa notare come in questi gruppi che spontaneamente si creano prevalgano le buone maniere, la solidarietà e l’assenza di atti violenti. Sembra quasi di vedere l’origine, gli albori di una società. Ma allora, mi sono chiesto, per avere società migliori dovremmo cercare di tornare ai piccoli gruppi, ai piccoli centri, a comunità a misura d’uomo? “Di sera succedeva una strana cosa: le venti famiglie diventavano una famiglia, i bambini erano i bambini di tutti”. Molto interessante anche come all’interno della famiglia cambino completamente le priorità e le preoccupazioni. Prima l’obiettivo era portare il raccolto a casa e ci si preoccupava del meteo e di tutto ciò connesso alla terra; ora l’obiettivo è portare la famiglia a destinazione e l’attenzione ricade su cose quali l’usura delle gomme o il suono del motore.
Struggente poi la questua per il funerale di un bambino con le monete d’argento che si ammucchiano ai piedi della tenda perche “un bambino deve avere una degna sepoltura perché non ha avuto altro dalla vita”.

Nel capitolo 18 il difficoltoso attraversamento del deserto, la morte della nonna, e prima di esso la fuga di Noah. L’incontro dell’uomo e di suo figlio che malvolentieri raccontano la dura realtà che aspetterà i Joad in California e della loro decisione di tornare indietro a “morire di fame nella loro terra, piuttosto che morire di fame odiati dai californiani in California” e venir etichettati come Oakies (dall’Oklahoma) come sinonimo di pezzenti e pericolosi perché affamati.

Poi nel capitolo 19 Steinbeck fa una digressione e ci racconta di come i californiani si siano appropriati della terra che era messicana e attraverso lo sfruttamento di popoli quali i cinesi e i filippini si sono arricchiti e ora per loro la terra ha solo lo scopo di far accumulare ricchezza. Temono e odiano gli Oakies perche questi sono affamati e pronti a tutto e hanno paura di perdere la propria terra. Quindi vessano in tutti i modi i trecento mila migranti che sono stati cacciati dalla loro terra sempre per logiche finanziarie.

Il capitolo 20 è quello della disillusione conclamata. I Joad si accampano in una Hooverville e le voci sulle condizioni difficili per gli immigrati in California diventano una realtà. Il meccanismo dei volantini per attirare in California molta più gente di quella che serve per poter abbassare il prezzo viene ora chiaramente realizzato. Il primo incontro è quello di un uomo che sembra non esserci più con la testa per le molte batoste ricevute dalla polizia. Nel piazzale c’è un uomo che ripara una macchina, Floyd. Sarà lui ad informare Tom e Al sulla drammatica situazione degli immigrati. Il lavoro, quando c’è, è pagato una miseria e se lo si rifiuta si viene vessati dalle istituzioni. È una guerra tra poveri e anche i vari aiutanti degli sceriffi tirano a campare riscuotendo una quota su ogni persona che riescono ad arrestare. E quindi le provocazioni per suscitare una reazione e giustificare un arresto diventano la norma.
Nella famiglia continua un'opera di disgregazione con la fuga di Connie che lascia Rosasharn nella disperazione e insegue il suo sogno di diventare un trattorista.
Il temuto raid al campo arriva. Un uomo intende assumere della mano d’opera al campo, ma è vago sulla paga e quando viene messo alle strette per rivelarne le condizioni, dalla macchina scende un aiuto sceriffo. Nascerà una colluttazione in cui una donna verrà sparata ad una mano mentre l’agente verrà aggredito prima da  Floyd e poi da Casy che si assumerà tutta la colpa della rissa venendo arrestato per salvare il resto del gruppo. Mentre portano via Casy i poliziotti promettono di incendiare il campo quella notte quindi i Joad si ritrovano nuovamente sulla strada diretti verso sud a un campo in cui si dice che le persone sono trattate umanamente.
Commovente la scena in cui un sacco di bambini si radunano intorno a Ma che prepara uno stufato. Sono tutti affamati e Ma' si troverà in un dilemma morale perché ha da sfamare la famiglia ma allo stesso tempo non vorrebbe lasciare questi bambini senza cibo. Finirà per lasciare loro il fondo della pentola dopo aver servito un piatto di minestra per ciascun componente della famiglia.

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Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 25/09/2021 20:42 da Mattia P..
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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

Buongiorno! Se qualcuno avesse ancora problemi di login, dovete prima cancellare la cache del pc/smartphone, ricaricare la pagina, riaccettare i cookies e poi fare il login ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

Avatar di Cri_cos Cri_cos - 27/10/2025 - 15:37

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Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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