Sabato, 06 Settembre 2025

Gennaio 2021 - La canzone di Achille

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08/01/2021 10:29 #49134 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
Ciao a tutti.

Sono a circa il 30% e ho letto circa la metà dei vostri commenti che per quanto riguarda il gradimento mi sembrano abbastanza eterogenei.
Io mi colloco un pò in una via di mezzo. Da un lato condivido l'idea che la narrazione non decolla; è come se ti tenesse li in attesa che da un momento all'altro ci sarà quell'emozione che ha tutti i presupposti per venire fuori e che però non arriva mai.
D'altra parte, però, la Miller scrive in un modo da ricreare una sorta di ambiente ovattato in cui è piacevole stare. La mitologia ha poi sempre il suo fascino. Per me in particolare che non ho fatto studi classici e le cui reminiscenze di Iliade e Odissea risalgono forse alle scuole medie, è sicuramente un buon ripasso e dunque una motivazione in più a proseguire nella lettura.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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09/01/2021 01:07 - 09/01/2021 01:08 #49169 da Piripicchio
Risposta da Piripicchio al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
FInito adesso.
Mi piace la semplicità della miller perchè riesce a far convivere dettaglio e azione, panico e leggerezza, fraagilità e svago in un modo da rendere qualunque soggetto alla portata di tutti, senza mai diventare scontato e didascalico.
Mi è piaciuto molto CIrce.
Mi è piaciuto meno questo.
All'incirca per i motivi che sono gia stati espressi.
Essenzialmente uno: la figura di Patroclo.
Per una parte del romanzo una groupie di achille e per la restante, coscienza dell'eroe che, attraverso lui, sembra riuscire a mantenere un contatto con la sua (mezza) umanità.
Grazie a Patroclo Achille sembra trascendere la bizzosa spocchia del semidio per ritrovare il calore della vicinanza fragile del compagno.
Eppure non mi ha convinto fino in fondo. Se si toglie l'aspetto sessuale dirompente tra i due, il rapporto mi pare freddino...passionale ma superficiale.
Poi probabilmente ci sono troppo personaggi di contorno che sarebbe stato bello approfondire.
Agamennone ad esempio mi pare abbozzata come figura, nonostante sia centrale per lo svolgimento della storia.

A sensazione: Se in Circe, tutto il romanzo è pervaso da una forza piena di contrasti, dalla rivendicazione di una femminilità potente, distruttiva e umana, qui la controparte maschile risulta decisamente meno interessante.

Però l'ho letto volentieri, ci sono dei passaggi intensi e ripeto, la scrittura è, a mio parere, sempre piacevole.
Ultima Modifica 09/01/2021 01:08 da Piripicchio.
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09/01/2021 07:58 #49170 da Francis
Risposta da Francis al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
I vostri commenti mi piacciono molto!!! Soprattutto apprezzo proprio la loro eterogeneità, come dice Mattia P. :)

Thepinklady scrive:

Non ho mai lettoa proposito di una storia omosessuale e devo dire che quando sono descritti i momenti piu' intimi, mi sento molto trascinata dentro.


Penso che sia un modo molto delicato di raccontare la storia, accennando all'intimità dei personaggi, ma senza essere mai esplicita. E' un atteggiamento di scrittura della Miller in linea con il resto del libro. La sensibilità di Patroclo si rivela anche nell'intimità con Achille, per quanto passionale possa essere.

Piripicchio scrive:

Poi probabilmente ci sono troppo personaggi di contorno che sarebbe stato bello approfondire.
Agamennone ad esempio mi pare abbozzata come figura, nonostante sia centrale per lo svolgimento della storia.


Purtroppo devo concordare: quando si affronta il mondo della Mitologia, spesso si rischia di esagerare coi personaggi. Mi è capitato in tante letture del passato.
Non è scontato, come può sembrare ad una professoressa universitaria come la Miller, che tutti i plausibili lettori del libro conoscano ogni singola vicenda legata ai vari personaggi della mitologia... :kiss:

Thepinklady scrive:

Un'altra cosa che non mi è piaciuta è che ripetono fino allo stremo la profezia, come se non ne fossimo a conoscenza... e i personaggio vivono un po' in funzione di questo


Qui devo dare atto alla Miller di essere riuscita nell'intento. Del resto l'idea di conoscere quando la tua vità finirà, gli attori della tua morte e all'incirca le modalità deve essere martellante, come un chiodo fisso. Il fatto di ripetere allo stremo la profezia lo trovo un'intelligente espediente, che ricorda come dovevano sentirsi Achille e Patroclo lì sulle spiagge intorno a Troia, sapendo che Achille non avrebbe fatto ritorno a Ftia.

Sempre Thepinklady, per concludere, scrive:

Per una buona percentuale del libro il personaggio di Patroclo mi stava un po' sulle balle perchè viveva sempre ed in funzione di Achille, ma trovo che nel percorso che ha fatto è molto maturato, invece Achille è sempre concentrato solo sul suo obbiettivo, ed ai miei occhi vedo solo superficialità.


Sono d'accordo. Purtroppo il personaggio di Achille mi delude molto per la sua evoluzione praticamente assente. E' come se fosse rimasto sempre lo stesso, caratterialmente e psicologicamente, lungo tutto l'arco della sua vita. Soprattutto risulta evidente nel confronto con l'evoluzione che invece ha Patroclo, che è meravigliosamente ben delineata!! :huh:
Questa grande immaturità di Achille l'ho trovata in un punto in particolare, quando Briseide decide di voler diventare madre. Lo metto in spoiler per chi non ci fosse arrivato:

Attenzione: Spoiler!


Quella parte mi ha davvero contrariato.

...in medio stat virtus...
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10/01/2021 12:55 #49196 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille


Thepinklady scrive:

Un'altra cosa che non mi è piaciuta è che ripetono fino allo stremo la profezia, come se non ne fossimo a conoscenza... e i personaggio vivono un po' in funzione di questo


Qui devo dare atto alla Miller di essere riuscita nell'intento. Del resto l'idea di conoscere quando la tua vità finirà, gli attori della tua morte e all'incirca le modalità deve essere martellante, come un chiodo fisso. Il fatto di ripetere allo stremo la profezia lo trovo un'intelligente espediente, che ricorda come dovevano sentirsi Achille e Patroclo lì sulle spiagge intorno a Troia, sapendo che Achille non avrebbe fatto ritorno a Ftia.


Faccio l'ignorante della situazione e dico che la ripetizione della profezia è stata utile, perché io non la conoscevo :blush: ero a conoscenza solo della questione del tallone,
Attenzione: Spoiler!

Sempre Thepinklady, per concludere, scrive:

Per una buona percentuale del libro il personaggio di Patroclo mi stava un po' sulle balle perchè viveva sempre ed in funzione di Achille, ma trovo che nel percorso che ha fatto è molto maturato, invece Achille è sempre concentrato solo sul suo obbiettivo, ed ai miei occhi vedo solo superficialità.


Sono d'accordo. Purtroppo il personaggio di Achille mi delude molto per la sua evoluzione praticamente assente. E' come se fosse rimasto sempre lo stesso, caratterialmente e psicologicamente, lungo tutto l'arco della sua vita. Soprattutto risulta evidente nel confronto con l'evoluzione che invece ha Patroclo, che è meravigliosamente ben delineata!! :huh:


Io ho invece osservato un cambiamento in Achille, però negativo. Lui è all'inizio molto buono e ingenuo,
Attenzione: Spoiler!

Patroclo invece
Attenzione: Spoiler!


Questa grande immaturità di Achille l'ho trovata in un punto in particolare, quando Briseide decide di voler diventare madre. Lo metto in spoiler per chi non ci fosse arrivato:

Attenzione: Spoiler!


Quella parte mi ha davvero contrariato.


La grande immaturità di Achille si vede già
Attenzione: Spoiler!

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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10/01/2021 17:32 #49216 da Blackbird
Risposta da Blackbird al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
Sono al 21% della lettura quindi ne ho ancora una gran parte.
Non ho letto i commenti per non farmi spoiler (e io li trovo manco cercassi l'oro)
La scrittura è scorrevole, intensa e ti invoglia a continuare. Apprezzo i capitoli corti, mi hanno sempre dato senso di scorrevolezza.
L'unica cosa che mi perplime, almeno fino a dove sono arrivata è la descrizione di alcune sensazioni che mi fanno pensare agli adulti.
Non so se mi spiego sufficientemente ma in una parte, quando viene menzionata l'età di Achille e quindi anche di Patroclo ci sono rimasta. 12 anni.
Si che le emozioni sono intense, sono le prime emozioni, ma io le ho trovate troppo adulte.
Si, che potrebbe essere un racconto di un Patroclo adulto, ma non so.

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10/01/2021 23:58 #49240 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
Mi sta appassionando la figura divina di Teti, inquietante non solo psicologicamente ma anche fisicamente. Ad esempio mi ha colpito sapere che mentre cammina “non si sentano i suoi passi”, come se veleggiasse sul pavimento. In un certo senso Teti mi ha ricordato nei movimenti, la figura di Dracula. Inoltre la raccontano come pelle ed ossa ed il viso fortemente pallido. Non è che l’autore di Dracula abbia scopiazzato dalla mitologia greca? Inoltre mi ha sorpreso moltissimo, che pur essendo una dea, vede solo quando è presente fisicamente. Ed è per questo motivo, che Achille una volta scoperto il lato debole di sua madre, non perde occasione di fare l’amore con Patroclo.

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”

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11/01/2021 06:40 - 11/01/2021 06:44 #49241 da Francis
Risposta da Francis al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
VFolgore72 scrive:

mi ha sorpreso moltissimo, che pur essendo una dea, vede solo quando è presente fisicamente


E' molto interessante cercare di entrare nella mentalità di un uomo dell'antica grecia, con le sue tradizioni e le sue credenze religiose.
Le divinità greche erano persone in carne ed ossa con qualcosa in più. Innanzitutto, chiaramente, immortali, perché è uno dei primi tratti da super-uomo che si assegna a un dio, ma anche potenti, con particolari qualità. Però erano tutti diversi tra loro. Le loro capacità superiori, che li rendevano déi, non erano uguali.
Ad esempio in pochi avevano la possibilità di vedere e conoscere tutto quello che avveniva sulla Terra, in una maniera diciamo simile all'onniscenza del dio cristiano. Zeus (Giove), in quanto dio degli déi, ne aveva la facoltà. Suo fratello Ade, in quanto dio dell'Oltretomba. Un altro dio che poteva vedere tutto sulla Terra era Apollo, il quale conduceva il carro alato su cui trasportava Elio, il dio del Sole. Poiché Apollo faceva il giro del mondo ogni giorno, egli poteva vedere tutto ciò che avveniva sulla Terra.
Un altro degli déi che ne aveva facoltà era Atlante, uno dei titani, condannato in eterno a sorreggere il mondo sulle sue spalle. Infatti è a lui che Eracle (Ercole) si rivolge nella sua dodicesima e ultima fatica, perché gli è stato chiesto di raccogliere dei frutti dorati da un giardino di cui non si conosce l'ubicazione. L'unico modo per farlo è chiedere aiuto a chi può vedere tutto, e il più accessibile tra tutti, è appunto Atlante (Apollo, conoscendo il tipo, avrebbe chiesto in cambio un tributo di sangue, come minimo!! :evil: )
Si può continuare ancora con le tre Moire, personificazione del Destino. Loro sì che sapevano tutto! Tessevano, intrecciavano e recidevano il filo della vita di ciascun mortale, quindi si può dire che anche loro "vedevano", in un'altra maniera, ogni cosa!!

Teti, poi, in quanto ninfra è una dea di rango ancora inferiore. Fondamentale per la cultura greca, depositaria del potere dei fiumi (come le ninfe dei boschi lo erano per le piante), ma di certo non appartenente al rango gerarchico più alto. Eh... i Greci a certe cose, come la gerarchia, ci tengono assai!! :cheer:

Qui voglio proporre una riflessione su cui mi interessa molto il vostro parere: i connotati umani degli déi li rendevano automaticamente preposti a determinate sezioni della vita umana. Ad esempio si implorava Ares (Marte) prima di andare in guerra, oppure Afrodite (Venere) prima di fare un filtro d'amore per far innamorare qualcuno, oppure Cerere affinché facesse crescere un raccolto abbondante, Diana prima di andare a caccia...
Mi sembra che questa idea delle divinità, che fa parte del sostrato greco e latino, sia rimasta anche all'interno della religione cristiana, quando questa si è espansa in Occidente prendendo il posto delle antiche credenze. Mi riferisco in particolare al culto dei santi, dove si invocava uno piuttosto che un altro in relazione alla necessità di quel momento. Le partorienti chiedevano aiuto a Margherita di Antiochia, i ciechi a Lucia, contro il morso degli animali e in particolare contro gli animali selvatici a Vito, e così via. Francesco è diventato il simbolo della pace, ma ancora oggi Barbara è il simbolo della protezione contro i fulmini e gli incendi (patrona dei Vigili del Fuoco) e Cristoforo è spesso presente nelle automobili, e Giuseppe da Copertino di particolare interesse per gli studenti... Quanto a lungo potrebbe durare questa lista? Ah, non dimentichiamo la nostra Afrodite moderna, che grazie al consumismo e alla cultura di massa è diventata ancora più celebrata: Valentino!! :side:

E' un modo di pensare tipicamente occidentale e persiste dopo millenni di distanza dal mondo greco. Questo è l'aspetto su cui volevo riflettere. che ne pensate?

...in medio stat virtus...
Ultima Modifica 11/01/2021 06:44 da Francis.
Ringraziano per il messaggio: hallerina37, VFolgore72, nautilus

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11/01/2021 12:04 - 11/01/2021 12:05 #49254 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
Grazie infinite per dotte osservazioni. Ero a conoscenza che ogni divinità aveva poteri diversi. Non sapevo che pochi potevano prevedere e conoscere quello che succedeva sulla terra e sopratutto men che meno sul fatto che i greci dessero così importanza e valore alla gerarchia.

Curiosa quanto vera, riguardo la tua analogia tra la mitologia greca e la religione cristiana, in particolare al nostro culto verso i santi. Non ci avevo mai fatto caso, ad essere sincero!

A questo punto, però sono troppo curioso e non posso soprassedere. Il nome Vittorio a quella simbolo appartiene?

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”
Ultima Modifica 11/01/2021 12:05 da VFolgore72.

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11/01/2021 16:06 #49267 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille

Qui voglio proporre una riflessione su cui mi interessa molto il vostro parere: i connotati umani degli déi li rendevano automaticamente preposti a determinate sezioni della vita umana. Ad esempio si implorava Ares (Marte) prima di andare in guerra, oppure Afrodite (Venere) prima di fare un filtro d'amore per far innamorare qualcuno, oppure Cerere affinché facesse crescere un raccolto abbondante, Diana prima di andare a caccia...
Mi sembra che questa idea delle divinità, che fa parte del sostrato greco e latino, sia rimasta anche all'interno della religione cristiana, quando questa si è espansa in Occidente prendendo il posto delle antiche credenze. Mi riferisco in particolare al culto dei santi, dove si invocava uno piuttosto che un altro in relazione alla necessità di quel momento. Le partorienti chiedevano aiuto a Margherita di Antiochia, i ciechi a Lucia, contro il morso degli animali e in particolare contro gli animali selvatici a Vito, e così via. Francesco è diventato il simbolo della pace, ma ancora oggi Barbara è il simbolo della protezione contro i fulmini e gli incendi (patrona dei Vigili del Fuoco) e Cristoforo è spesso presente nelle automobili, e Giuseppe da Copertino di particolare interesse per gli studenti... Quanto a lungo potrebbe durare questa lista? Ah, non dimentichiamo la nostra Afrodite moderna, che grazie al consumismo e alla cultura di massa è diventata ancora più celebrata: Valentino!! :side:

E' un modo di pensare tipicamente occidentale e persiste dopo millenni di distanza dal mondo greco. Questo è l'aspetto su cui volevo riflettere. che ne pensate?


Francis e Vittorio, questo argomento è approfondito all'interno del saggio dello storico Harari "Da animali a dei". Qui si afferma che i santi sono esattamente la trasposizione delle varie divinità. Sostanzialmente nella transizione da religione politeista a monoteista le varie divinità sono state trasformate in santi, nel libro erano riportati anche alcuni esempi del nome della divinità e il corrispondente santo/santa, che ha più o meno le stesse funzioni e gli stessi "poteri". Perdonatemi ma non me li ricordo, sono una frana su questi argomenti, però se vi interessa provo a cercare il capitolo in cui ne parlava :)

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ringraziano per il messaggio: hallerina37, VFolgore72

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11/01/2021 16:27 #49268 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic Gennaio 2021 - La canzone di Achille
Interessa interessa, cerca cerca!!! ;)

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