Francis ha scritto: Libri rovinati dal finale... c'è un topic nel Forum? 
Direi che è il caso di pensarci seriamente! 
 
 
Mi colpisce molto come all'inizio del libro venga sottolineata la subordinazione delle donne: 
"Se fosse stata brutta, c'erano sempre le schiave e i giovani servitori" come sappiamo il matrimonio era dunque un vero e proprio contratto, spesso si ricorreva al matrimonio per rapimento, ancora presente in alcuni popoli tipo i jipsy. La sessualità era vista e vissuta come un dono degli dei per gli uomini. Non era importante che fossero uomini o donne, adulti o giovani, un uomo potente poteva possedere chiunque lui desiderasse ma mai viceversa. Mi piace che la Miller usi la parola "violentata dagli dei" perché credo sia molto più realistico di quello che la cultura generale ci ha sempre fatto credere.
Leggendo un po' di libri a tema mitologico ho scoperto una lato umano delle divinità che non conoscevo e ho capito che non sono poi tanto simpatici, pronti a scaricare sugli umani i problemi che loro, divini, non riescono a risolvere. Proprio dalla paura degli dei di essere scacciati dal trono nasce la vicenda della Guerra di Troia... il matrimonio di Teti e Peleo, il pomo d’oro, la scelta di Paride, Elena, l’offesa di Achille, Patroclo e la conseguente ira di Achille. (Se volete avremo modo di approfondire quest'ultima sequenza 

 ) Trovo  che libri come "La canzone di Achille" siano un ottimo punto di partenza per avvicinare i lettori alla lettura dei testi originali.
Marialuisa ha scritto: Eppure io sto trovando comunque interessante il ritratto del Patroclo bambino... con la fragilità che lo contraddistingue per essere "ordinario" in un mondo in cui solo chi possiede potenzialità tali da lasciar presagire un futuro da uomo straordinario celebrato come un dio/eroe può legittimamente reclamare un posto nella società.... travolto nell'infanzia da un destino doppiamente tragico: sopporta il peso dell'assenza materna e il cinismo svalutante paterno...
Mi associo a Marialuisa, il libro si apre proprio con 
"Mio padre era re, figlio di re..." come se Patroclo fosse consapevole che su di lui si hanno grandi aspettative ma è altrettanto consapevole che di suo padre, di suo nonno, non ha proprio niente, non è proprio portato ad essere potente.
Francis scrive:
Per chi chiedeva riguardo le congruenze con il mito originale, ma mi devo informare meglio, mi pare che Achille sia stato a Sciro, nell'isola della principessa Deidamia, quando era bambino e che abbia avuto Neottolemo in tenerissima età, anche perché poi il figlio combatte, secondo Omero, proprio nella Guerra di Troia ed è tra i vincitori del conflitto...
Qualcuno ha informazioni migliori dei miei ricordi del liceo??? 
Confermo.
Teti affida a Chironte l'istruzione del figlio semidio. Una volta adulto, il Fato chiede ad Achille se vuole avere una vita breve ma piena di gloria o una vita lunga e serena ma priva di ogni gloria. Ovviamente sappiamo tutti cosa sceglie Achille. Quindi teti, per proteggerlo il più a lungo possibile lo manda a Sciro travestito da fanciulla, sperando in questo modo di risparmiarlo dalla Guerra di Troia. Achille sposa Deidamia da cui nasce Neottolemo che riveste un ruolo importante per la Guerra di Troia. Secondo un oracolo la città di Troia non sarebbe caduta se prima non avesse combattuto Neottolemo, figlio di Achille, che si rivela molto molto feroce.
Dunque come finisce Achille in mezzo alla Guerra di Troia? Tutta opera di Ulisse, che manda a Sciro un mercante pieno di oggetti preziosi femminili tra cui spicca una spada. Achille ovviamente la prende per ammirarla, azione impensabile per una donna, e salta la sua copertura.
Proseguo con la rilettura. Sono ancora ai primi capitoli ma ricordando ancora molto bene il libro mi sono sentita in grado di rispondere a chi è già nel pieno della lettura.