Mercoledì, 31 Dicembre 2025

Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

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02/03/2022 16:26 - 02/03/2022 16:46 #58263 da marcoatl
Risposta da marcoatl al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Nel terzo capitolo ho apprezzato in modo particolare le descrizioni paesaggistiche e di certi ambienti e situazioni domestiche. Come ha evidenziato anche Vanna, Mauriac è molto abile nel renderle, di volta in volta, il riflesso di uno stato d’animo vagamente percepito o di una passione intensa che dev’essere controllata.

L’apertura del capitolo, in particolare, pone il lettore e Thérèse davanti ad un’inevitabilità scoraggiante e senza scampo. Un luogo mentale, prima ancora che fisico, alla “fine del mondo” e oltre il quale non c’è via d’uscita. Il paesaggio desolato e solitario che circonda Argelouse fa da sfondo all’animo sempre più arido di Thérèse (“venticinque chilometri di paludi e lagune” dove alla fine dell’inverno “le pecore sono del colore della cenere”).

E cosa le resta da fare, allora, se non rifugiarsi nel conforto caloroso della memoria? Nel ricordo di quelle giornate estive e calde trascorse al fianco di Anne. Questi momenti di gioia, ma anche di turbamento interiore (una “luce travagliata” la descrive Mauriac), sono evocati molto bene dal chiaroscuro che pervade buona parte di questo capitolo. Thérèse soffre nel non poter manifestare l’attrazione e il sentimento che prova per Anne. Deve soffocare al nascere il sorgere di questo desiderio rappresentato figurativamente, tra l’altro, dalle cicale che si risvegliano nella pineta, dal calore della terra che comincia a pulsare, dall’intensità di quel sole estivo, simbolo della passione, che avrebbe sconvolto le loro vite ordinarie se solo lo avessero lasciato “irrompere” nella penombra del salotto dove trascorrono i loro pomeriggi estivi. E allora come le persiane di quella stanza, “tutto” deve essere di nuovo richiuso, lasciato “stagnante sotto le querce”.

In questo capitolo è anche interessante la resa del contrasto tra Anne e Bernard. Anne viene rappresentata quasi come una divinità mitologica (una moderna Diana) quando in mezzo al vasto campo di grano punta il fucile (l’arco dell’iconografia romana) verso il sole alto nel cielo, quasi volesse colpirlo. Anne, come Diana, è la “protettrice” delle donne, una fonte di luce e attrazione e quindi, per Thérèse, un’immagine di conforto e speranza. Ma che contiene anche in sé elementi, Mauriac sembra farci presagire, che possono portare alla sofferenza (il chiaroscuro che ho accennato in precedenza). In questo senso è emblematica la scena dell’uccellino ferito da Anne.

Bernard, al contrario, appartiene all’oscurità, alla “razza dei ciechi”, come Thérèse lo cataloga, incapace di provare quella sensibilità e raffinatezza che invece contraddistinguono la protagonista. Bernard è troppo superficiale, metodico, serio e preoccupato di apparire piuttosto che essere.
Ultima Modifica 02/03/2022 16:46 da marcoatl.
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02/03/2022 16:46 #58264 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Sono al secondo capitolo e mi accorgo sempre più che le pagine pur se brevi offrono un contenuto denso su cui ci si potrebbe soffermare a ogni passo per scorgere quanta ricchezza di significati riflettono.

Noto un uso sapiente delle parole e dei pensieri che esse architettano con cui tratteggia la figura di Therese, i lineamenti, il volto carico di solitudine e il tratto psicologico che ne deriva e leggendo le parole con cui ella si esprime avverto una fragilità, eppure nel prosieguo si intuisce una distanza nelle relazioni che sembra accompagnarla sin dall'infanzia.

La osservo iniziare quel viaggio verso casa la cui descrizione minuziosa dell'ambiente esterno e interno, che le parole rimandano, sembra confondersi, offrendo alla mente un'immagine dai toni sfumati e dalle atmosfere impressioniste. Mi vengono in mente i treni all'aperto di Monet con cui riesce a cogliere vapori e fumi dando vita a movimenti di paesaggi immoti che si mescolano.

Rimango curioso da questo legame stretto con Anne, del richiamo al ruolo importante che avrebbe in questa vicenda e che ancora non si svela. C'è una rosa di sentimenti di cui Anne sembra colma che riflette uno stato d'animo semplice e innocente e che pare mancare in Therese sin dalla fanciullezza, ma ora più che mai ne avverte il bisogno, l'estrema urgenza per riparare a quelle pulsioni cupe che non riesce a controllare e le paure che ormai la mordono.

Non nascondo che si avverte una certa empatia con il personaggio. Chi non si sente toccato dall'indifferenza umana che le si rivolge, ma il rischio è di spostare lo sguardo altrove e attenuare la gravità dei fatti che puntano alla colpevolezza. Qui credo che l'intento di Mauriac non sia giustificarla, ricercare punti che la discolpano, ma di comprendere ciò che l'ha spinta indagando le ragioni ultime che egli scorge in quell'impoverimento di valori cristiani che attraversa la società del suo tempo, soprattutto nell'ambiente familiare che reputa arido di sentimenti.

Ricordiamo che Mauriac è un uomo educato all'osservanza cattolica, saldamente legato alle proprie radici cristiane e muove critiche alla realtà borghese che per amore del decoro è disposta a rinunciare a quella pratica dei sentimenti umani che l'appartenenza a una comunità cristiana dovrebbe ispirare.
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02/03/2022 22:27 #58270 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho finito il romanzo ieri notte. Avvinta a quelle pagine piene di dolore per la povera Thérèse. Molto bello davvero. Condivido i vostri post e ammiro la capacità di analisi letteraria di Marco e Gavi. 
Passo la mano, però. Potrei dire cose scontate. Aggiungo che conosco bene le Lande, per esserci stata parecchio tempo. Ho potuto apprezzare le descrizioni paesaggistiche molto suggestive.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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03/03/2022 06:28 #58272 da Marialuisa
Risposta da Marialuisa al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho iniziato ieri ed ho letto soltanto  il primo capitolo, ma le sensazioni e le emozioni si susseguono già  a ritmo incalzante....è  come se il personaggio di Thérèse saltasse fuori dalle pagine e si materializzasse davanti a me.
Ne ho avvertito subito la struggente  sofferenza per ciò che al momento  è  solo  possibile intuire fra le righe. L'atmosfera  del romanzo è  innegabilmente condita da tutti gli elementi che inducono il lettore a procedere spedito, ma la raffinatezza della prosa,  la delicatezza e l'intensità,  che  si  sprigionano dalle pagine trattengono, inducendo a rallentare, rileggere, fermarsi a riflettere, per gustare  appieno l'opera.

 

"Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore"
Italo Calvino
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03/03/2022 13:19 #58280 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Marialuisa! Che piacere leggerti! Deduco che il periodo di pausa è ormai alle spalle e sono contento per te. Non ti nascondo che al club mancavano i tuoi vivaci e solari interventi.
Grazie!

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04/03/2022 13:58 #58295 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho terminato la lettura.
Attenzione: Spoiler!

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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04/03/2022 14:35 #58296 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Io ho cominciato oggi e ho letto solo i primi tre capitoli. Non conoscevo Muriac, quindi parto proprio da zero, a impressioni fresche. Mi ha colpito il suo modo di scrivere, questa prosa ha un particolare fascino, tende a risucchiarti e a rallentare il tempo. Percepisco un grande silenzio, mentre leggo, le immagini che evoca sono precise e spaziose. Mi sento in attesa, ma senza fretta. Thérèse è un personaggio interessante e carismatico, anche lei si disvela poco a poco e senza fretta, è misteriosa, ma non solo con noi, anche a se stessa, il che è molto avvincente. Mi ricorda un serpente acquattato tra le frasche, che si muove lento e invisibile agli occhi. Che cosa è successo, per ora, lo si intuisce e basta. Sono curiosa di assistere al confronto tra lei e il marito, che non so ancora bene come aspettarmi.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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04/03/2022 17:48 - 04/03/2022 17:55 #58299 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Sono al terzo capitolo dove si descrive in apertura l'ambiente che accoglie Therese fanciulla nei mesi estivi e adulta nella casa di Bernard: Argelouse. Un luogo spoglio, isolato, nel quale perfeziona da tempo quella vita di solitudine a cui vi si è dedicata forse per inclinazione o perché priva di quei sentimenti che un padre amorevole avrebbe dovuto incoraggiare e sostenere nella sua vita, piuttosto che compiacere il proprio egoismo.

La affida alle cure della zia Carla, nella casa di famiglia dove trova un apparente conforto e si trova a suo agio, chiusa nel silenzio di quei luoghi estivi assolati che condivide con la zia Carla la cui sordità le riempie i giorni.
Diventa difficile penetrare il suo cuore, i pensieri, farli vibrare. Forse il piacere delle letture in quei giorni infuocati può aprire una breccia, ma credo che tale abitudine le sia monotona, rotta solo dal piacere breve di accompagnarsi con l'amica cara Anne.

C'è in lei una necessità, più che desiderio, di ricercare affetti, sicurezza, superare uno stato d'animo sofferente dai toni, direi, quasi melanconici che la allontani dal vortice delle sue ossessioni. Ha bisogno di normalità, nei sentimenti e nelle relazioni, che ricerca altrove e il matrimonio con Bernard le si presenta come l'occasione per afferrarla.

E il primo prodromo di questa ossessione lo scorgo tra le pieghe di quella domanda apparentemente ingenua che rivolge a Bernard: è vero che le felci contengono acido cianidrico? Domanda insolita a cui Bernard risponde con una battuta e subito dopo riconosce in lei la presenza di "idee sbagliate" a cui Therese ribatte: "spetta a voi cancellarle".
In queste parole immagino affiori inconsciamente una richiesta di aiuto per un disagio psicologico presente, che un uomo semplice, superficiale e non avvezzo a scrutare la profondità d'animo altrui, né la propria, non riesce a cogliere.
Ultima Modifica 04/03/2022 17:55 da gavi.
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05/03/2022 13:26 - 05/03/2022 14:02 #58308 da marcoatl
Risposta da marcoatl al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Proseguendo nella lettura lo stile narrativo di Mauriac sembra cambiare di prospettiva. L’attenzione pare ora spostarsi dal piano dell’emozione e della memoria fluida, indistinta, evocativa, quasi sospesa, a quello della razionalità, del dialogo esplicito, del “parlato”. Si passa da un’interiorità lirica che rivela l’autenticità di Thérèse e, inevitabilmente, la rende più vulnerabile, alla dimensione più prosaica della realtà e necessità di dissimulare le proprie emozioni e propositi. Questo cambiamento di messa a fuoco si traduce anche in una scrittura più agile e scorrevole che ne velocizza la lettura.

Mauriac non sembra voler lasciare più tanto spazio all’indefinito ma ci mette di fronte ad una realtà sempre più “ingombrante” che s’impone e quasi ci spinge, mentre assistiamo all'interazione di Thérèse col marito, coi genitori di Bernard, con Anne e poi Jean, a formarci un’opinione ed esprimere un giudizio su di lei e sulle sue azioni, calcolate o meno che siano.

Dai dialoghi rivissuti vividamente nella sua mente, il marito Bernard traspare come un presenza fisica invadente, come una “caricatura” di cui Thérèse non vuole approfondire la conoscenza compiaciuto, com’è, nel voler soltanto soddisfare le aspettative della sua famiglia.

I genitori di Bernard e Anne rappresentano, infatti, il simbolo “monolitico” di una società fortemente religiosa, interessata unicamente ai costumi e ai ruoli tradizionali del tempo a cui tutti devono conformarsi. Da questa società Thérèse vorrebbe fuggire anche se non ha il coraggio, o sa ancora come fare. 

Penso sia simbolica in questo senso la scena dell’andirivieni continuo di Thérèse (“complice” dei suoceri e “confidente” della cognata) tra gli anziani genitori di Anne, seduti in quella “stanza fredda e scura” ed Anne stessa, mentre passeggia nel giardino rigoglioso e illuminato da un sole intenso.

In questi capitoli, Thérèse sembra trasformarsi sempre più in un’abile manipolatrice dei destini delle persone che le orbitano attorno, mentre non ha ancora un’idea chiara di come poter soddisfare quel desiderio di libertà che l’incontro con Jean, appartenente come si autoproclama all’élite di “coloro che vivono”, rende ancora più intenso.
Ultima Modifica 05/03/2022 14:02 da marcoatl.
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06/03/2022 14:06 #58313 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho finito il libro ieri, e devo dire che mi ha lasciato un'impressione molto strana, sospesa. L'ho apprezzato, così come ho molto apprezzato lo scrivere di Mauriac, ma Thérèse lascia dietro di sé davvero tanta inquietudine.

Volevo commentare un paio di cose sul suo personaggio prendendo spunto dall'ultimo intervento di marcoatl (Marco, giusto?)

Dai dialoghi rivissuti vividamente nella sua mente, il marito Bernard traspare come un presenza fisica invadente, come una “caricatura” di cui Thérèse non vuole approfondire la conoscenza compiaciuto, com’è, nel voler soltanto soddisfare le aspettative della sua famiglia.


Se non sbaglio Thérèse a un certo punto lo dice proprio, se ne rende conto che sta facendo di lui una caricatura, che forse sotto ci può essere di più, inoltre non ha per lui solo parole di disprezzo, Bernard sembra intelligente a sua volta, anche se forse ha deciso di dirigere quell'intelligenza solo lungo i binari tracciati dalla famiglia. Andando avanti con la lettura non posso dire di non avere trovato anche lui una figura abbastanza misteriosa: non è monodimensionale, ma non lascia davvero trasparire niente al di là delle regole del vivere "come si deve" e nel ruolo del capofamiglia che fa "quello che deve essere fatto". Diciamo che sotto la caricatura, però, qualcosa palpita... e ci dice qualcosa su come vivere così legati all'apparenza, al gioco dei ruoli, consumi tutti. Sono tutti schiavi degli eventi, nessuno riesce ad arrivare alla "soluzione del caso" (perché Thérèse ha fatto quello che ha fatto), perché in realtà nessuno indaga... nessuno prova a spiegarselo, si affrettano solo a prenderne le distanze. Così, l'oscuro resta nell'ombra, e si ingigantisce...

In questi capitoli, Thérèse sembra trasformarsi sempre più in un’abile manipolatrice dei destini delle persone che le orbitano attorno, mentre non ha ancora un’idea chiara di come poter soddisfare quel desiderio di libertà che l’incontro con Jean, appartenente come si autoproclama all’élite di “coloro che vivono”, rende ancora più intenso.


Mi ha molto incuriosita lo scambio con Jean, di nuovo Thérèse è inquieta, scorge la possibilità di qualcosa "di più" ma non sa bene come muoversi, è bloccata, e questo nuovo personaggio non è di certo un salvatore. Apprezzo che Thérèse non abbia improvvise rivelazioni né epifanie, grazie a questo incontro... è più un tarlo, perché anche se dentro di lei sono nate nuove consapevolezze e desideri, questo non significa automaticamente che ora è in grado di fare cose nuove. E infatti mi sembra sempre di più intrappolata, solo più consapevole di esserlo, e perciò ancora più sofferente. Mi sembra completamente impotente e senza una risorsa al mondo.... perciò, forse, sarà spinta inconsciamente verso il delitto: è una soluzione infantile, a modo suo (del tipo: lui mi fa stare male, se sparisce poi starò bene), ma non ne vede altre, non ha maturato altro. Non le è stato permesso, e pur essendo molto intelligente non era del tutto lucida sulla sua posizione e su tutte le sue implicazioni. Altrimenti non si sarebbe sentita così "tradita" dal mondo, come le succede dopo il matrimonio, in cui incattivisce sempre di più.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
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Ciao a tutti,Sono una lettrice non molto assidua, mi sono appena iscritta con l' intento di farmi ispirare da voi dai vostri consigli.

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Scusatemi ieri ho sbagliato ed addirittura confuso il giorno l'incontro era il 28 e non il 29. Quindi vorrei prepararmi per il prossimo mi dite dove posso trovare le informazioni, grazie.

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Ciao Stefania, certo che può esserle d'aiuto. Qua leggiamo e scriviamo, ci confrontiamo e col tempo ci apriamo. La lettura diventa strumento di condivisione e crescita. Vi aspettiamo ;)

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