Sabato, 06 Settembre 2025

Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

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16/03/2022 19:10 #58458 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho concluso questo romanzo e la sensazione di percepire Bernard come uomo non incline al male mi convince.

Di fronte alla durezza riflessa sul corpo smagrito di Therese, Bernard si rende conto di essersi spinto oltre e comprende che è arrivato il momento di fare una scelta sul destino di entrambi, rinviata solo da quella rabbia che ha prevalso in quel primo incontro.

Pur se le apparenze sociali non vengono messe in discussione per il bene della famiglia, Bernard le apre comunque una via d'uscita, una sorta di compromesso, perché lei possa trovare altrove la sua felicità e questo finale che non chiude, che lascia ancora del vuoto da riempire, che i racconti successivi forse potranno far luce, mi aiuta a guardare meglio dentro il personaggio, dietro la maschera, cogliendo uno spiraglio sul suo essere da un lato non del tutto estranea a quelle regole sociali che non respinge a priori, a cui inizialmente credevo, ma ne rifiuta l'eccessivo rigore quando esso si oppone ai sentimenti, alle proprie aspirazioni, dall'altro prigioniera di un disagio interiore che però non credo premonitore d'istinti malvagi, al contrario, di pura inquietudine che il corso degli eventi ha trasformato in quella che definirei banalità del male.

Si, questo accostamento mi pare pertinente pur se non lo riconduco al significato dato dalla Arendt, di cui inizialmente ne avevo cercata una connessione, perché ne azzarderei un uso improprio, tuttavia con questo termine intendo dire che ha agito, mossa dagli eventi, per sottrarsi a quella pressione che il disagio da un lato e il rigore sociale dall'altro hanno acuito spingendola per necessità e non per crudeltà a una via d'uscita che in quel momento le si è presentata.
Infatti, Bernard cerca di capire le motivazioni di quel gesto inducendola a parlare ma lei non riesce, non sa spiegare il perché, non vi è una precisa ragione.

Con questo non intendo fornirle un alibi ma comprendere ciò che la spinge: non un istinto malvagio ma una insana reazione che la casualità degli eventi le ha suggerito come scappatoia.

È un personaggio, Therese, difficile da comprendere: la sua reticenza e il tratto remissivo la rendono poco chiara. Anche adesso che penso di conoscerla almeno un po' mi rendo già conto che non è abbastanza. Ci sono troppe cose non dette. L'unica certezza che mi rimane per ora è aggrappata a quella immagine di donna destinata a vivere un'esistenza inquieta e in totale solitudine, rotta solo da fugaci sensazioni di piacere che il brusio di voci cittadine del nuovo inizio e il senso di libertà in esse avvertito sembrano restituirle.
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17/03/2022 01:51 - 17/03/2022 01:56 #58460 da marcoatl
Risposta da marcoatl al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

Quando termino un libro poi ci rimugino un po' su, è inevitabile, per non far scappare subito le sensazioni provate in lettura.
Sono rimasta molto delusa dal personaggio di Anne, mi sembrava che promettesse bene e invece... All'inizio Mauriac ce la descrive come una ragazza semplice, poco colta (quantomeno non legge i libri come fa Thérèse), fortemente influenzata da un'educazione cattolica. L'incontro con Jean l'aveva posta sotto una luce diversa, almeno ai miei occhi, e invece si è docilmente sottoposta alle regole della famiglia, ma quello che mi fa più male è che non abbia minimamente cercato di parlare con Thérèse, di provare a capirla, dimenticando il loro rapporto così confidenziale.

 

Mi aspettavo anch’io un'evoluzione del personaggio di Anne ma sembra che anche lei sia diventata, come Jean, un elemento funzionale del romanzo. La sua figura ha finito per mettere in risalto quello che Thérèse sarebbe diventata se non avesse coraggiosamente assecondato quel sentimento forte di ribellione che la consumava. Con la sua sottomissione, Anne mette anche in risalto la figura di Thérèse e la sua
Attenzione: Spoiler!

E a questo proposito mi chiedo che cosa simboleggiasse la zia di Thérèse e la scelta di Mauriac di presentarcela come un’anziana donna non udente.
Attenzione: Spoiler!
Ultima Modifica 17/03/2022 01:56 da marcoatl.
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17/03/2022 12:42 #58469 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

marcoatl post=58332 userid=6946
Sappiamo che Mauriac era cattolico e da quanto riportato nella bella introduzione scritta dal traduttore dell’edizione inglese che sto leggendo (non sono riuscito a trovare una versione ebook in italiano), egli stava attraversando un periodo di crisi quando scrive Thérèse, come un po’ tutta la generazione alla quale appartiene. Quella “generazione perduta” degli anni a cavallo tra le due guerre mondiali che non si rispecchia più nei valori tradizionali della società e della famiglia che hanno per tanto tempo definito le epoche precedenti. 
Non per altro Mauriac viene “attaccato” dalla stampa cattolica del tempo come uno scrittore “ossessionato” da personaggi caratterizzati da una “psicologia perversa”. In un libro pubblicato nel 1965 dallo studioso accademico Cecil Jenkins, l’autore riporta una conversazione in cui Mauriac afferma (la traduzione è mia): “Thérèse Desqueyroux è infatti un romanzo di rivolta. La storia di Thérèse rappresenta tutto il mio dramma, una protesta, un grido… E potrei facilmente dire, anche se non ho mai preso in considerazione l’idea di avvelenare qualcuno, che Thérèse Desqueyroux sono io.
E poi ancora, in una conversazione con il figlio Claude: “In un certo senso, Thérèse Desqueyroux sono io. Ho rappresentato in lei tutta l’esasperazione che ho provato nei confronti di una famiglia che non riuscivo più a tollerare”. 

Per rispondere alla domanda di Paola sulla “continuazione” di Thérèse, e sempre facendo riferimento all’introduzione che ho citato in precedenza, sembra che i due racconti e romanzo successivi elencati da Vincenzo siano una sorta di “mea culpa” da parte dell’autore per essersi allontanato dalla dottrina ed insegnamenti cattolici durante il suo periodo di crisi. Pare che il giudizio morale nei confronti di Thérèse contenuto in queste opere successive sia così forte che Jean-Paul Sartre, dopo aver letto “La fine della notte”, sente il bisogno di attaccare Mauriac definendolo un "puro moralista" e negargli il titolo di romanziere. Spero di non aver scoraggiato nessuno nel voler forse leggere anche queste opere successive per valutare personalmente

. Io mi fermo alla prima perché la ritengono l'espressione autentica del travaglio che Mauriac attraversa e della "soluzione" che trova per poter superare questo periodo di crisi.
 

Grazie mille per questi approfondimenti, davvero interessanti per capire un po´ meglio i vari aspetti, pensieri e comportamenti di questo personaggio, e il finale del libro che mi ha lasciato un po´ insicura sulle mie impressioni finali (ma da quel che ho letto, è una sensazione comune). Sicuramente leggere il personaggio di Therese come la voce in prima persona dell´autore contestualizza meglio molte cose, secondo me.

Come hanno detto alcune di voi, anche io ho apprezzato moltissimo il ruolo del paesaggio, sia come descrizioni perfette della provincia francese, sia come specchio di quel che accade a Therese e della realtà socio-famigliare che vive. Il trasferimento a Parigi e quindi di ambientazione corrisponde infatti anche con un probabile cambiamento della sua persona e delle sue emozioni, di come si rapporterà alla vita.
Il rapporto tra Anne e Therese l´ho trovato anche io forse deludente, o comunque strano. Sembrano molto unite, Therese vede in Anne l´unica persona con cui esser sè stessa. Però bò, nel momento in cui Therese diventa parte della famiglia, sembrano diventare estranee, proprio perchè forse per Therese Anne è diventata parte di quella gabbia in cui si sente di vivere, e per Anne Therese è diventata una della famiglia, quindi con cui bisogna salvare le apparenze e con cui non può esser sè stessa.

Pur se le apparenze sociali non vengono messe in discussione per il bene della famiglia, Bernard le apre comunque una via d'uscita, una sorta di compromesso, perché lei possa trovare altrove la sua felicità e questo finale che non chiude, che lascia ancora del vuoto da riempire, che i racconti successivi forse potranno far luce, mi aiuta a guardare meglio dentro il personaggio, dietro la maschera, cogliendo uno spiraglio sul suo essere da un lato non del tutto estranea a quelle regole sociali che non respinge a priori, a cui inizialmente credevo, ma ne rifiuta l'eccessivo rigore quando esso si oppone ai sentimenti, alle proprie aspirazioni, dall'altro prigioniera di un disagio interiore che però non credo premonitore d'istinti malvagi, al contrario, di pura inquietudine che il corso degli eventi ha trasformato in quella che definirei banalità del male.
 


Da quel che ho percepito io, Bernard non le apre una vita di uscita, un compromesso, perchè lei possa trovare altrove la felicità; ma lo fa perchè si rende conto che segregare la moglie in casa farebbe parlare la gente, la gente comincerebbe a parlare male di lui e quindi lui si rende conto che la cosa migliore è allontanarla, così da salvare le apparenze.
Però sì, nel corso dell´ultima conversazione con Therese Bernard fa emergere secondo me molto di più di quel che sembra. Come se dentro di lui in realtà ci fosse una forza che vuole ribellarsi a tutto questo fingere e vorrebbe esser più sincero, ma l´orgoglio sopprime qualsiasi timido tentativo di reagire.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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17/03/2022 14:41 #58473 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Vincenzo ho adorato la tua chiave di lettura. Grazie mille
Credo che tutti noi provando ad interpretare Therese abbiamo contribuito a svelarne le complesse sfaccettature e ci hanno spinto a soffermarci e riflettere su degli aspetti importanti.
Grazie a tutti, è troppo speciale leggervi.

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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17/03/2022 15:26 #58477 da Alice84
Risposta da Alice84 al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho concluso il libro in questi giorni, condivido a pieno le vostre analisi e riflessioni.
Mi ha sorpreso molto la quasi "redenzione" di Bernard alla fine del romanzo...il lasciare una possibilità di salvezza a Therese nn me la sarei aspettata...lo vedevo come una persona debole e insulsa all'inizio e invece penso che abbia compreso la necessità di libertà della moglie.
La figura di Anne penso sia una cornice e un personaggio che serva solo ad esaltare la personalità di Therese: sembra che viva in una dimensione onirica e decontestualizzata dalla realtà in cui vive e soffre Therese.
La zia di Therese sorda come la società che circonda Therese e incapace di sentire il suo disagio e la sua inquietudine.
Un libro particolare ma una piacevole lettura che stimola la riflessione.
Grazie per la proposta
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17/03/2022 16:31 #58478 da marcoatl
Risposta da marcoatl al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

La zia di Therese sorda come la società che circonda Therese e incapace di sentire il suo disagio e la sua inquietudine.
 

Bella questa simbologia che hai letto nella zia di Thérèse, Alice. Mi aiuta a chiarirne il significato ed il messaggio implicito che forse Mauriac ha voluto celare nel personaggio.

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17/03/2022 20:28 - 17/03/2022 20:29 #58484 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

Vincenzo ho adorato la tua chiave di lettura. Grazie mille
Credo che tutti noi provando ad interpretare Therese abbiamo contribuito a svelarne le complesse sfaccettature e ci hanno spinto a soffermarci e riflettere su degli aspetti importanti.
Grazie a tutti, è troppo speciale leggervi.

Grazie Miriam, sei molto gentile! Hai proprio ragione. Qui Therese ci ha messo alla prova e il risultato è davvero sorprendente.

Sono belli infatti i pensieri qui condivisi e ciò dimostra che il romanzo è piaciuto e di questo ne sono molto contento.
Ultima Modifica 17/03/2022 20:29 da gavi.
Ringraziano per il messaggio: Giami23

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18/03/2022 18:36 #58489 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho letto questo libro in soli due pomeriggi: troppo breve, ma anche troppo avvincente la narrazione per soffermarmi a trascrivere le mie momentanee impressioni. Oltretutto, non sono molto portato ad un’analisi del testo così precisa e puntuale come quella proposta e attuata da Marco e Vincenzo, mentre più spesso avverto il bisogno d’avere una visione d’insieme per poter esprimere un parere con una minima cognizione di causa.

Mai come questa volta mi pare tuttavia di riscontrare tanta uniformità di impressioni: il valore di quest’opera, nella sostanza come nella forma, è d’altronde altissimo e indiscutibile. Inutile quindi a questo punto aggiungere quanto anch’io l’abbia apprezzata: è senz’altro una delle più belle letture che abbia mai fatto e ringrazio vivamente Vincenzo per averla proposta: sapevo chi fosse Mauriac, ma ancora non avevo avuto modo di saggiarne le capacità di narratore.

Mi ha tuttavia incuriosito quel che domandava Greta in (apparente) OT : "avete notato delle differenza tra i personaggi femminili di scrittori uomini e quelli di scrittrici donne"?

Personalmente, come Francesca (Nautilus), “non ne farei una differenza di genere, ma di sensibilità dell'autore”. Anche perché, diversamente, potrei pensare che una scrittrice non possa a sua volta rappresentare “correttamente” un personaggio maschile, e questo finirebbe per inficiare il valore di qualsiasi opera letteraria in cui tra personaggio e autore non vi sia corrispondenza di sesso.

A questo riguardo, cercando in rete, ho comunque trovato un parere certamente più autorevole del mio. Riporto un estratto:

"A sentirsi chiamare scrittrice, Elsa Morante si sarebbe offesa non poco. Una volta si rifiutò addirittura di partecipare a un’antologia di poesie femminili. L’idea che esistesse una letteratura maschile da una parte, e una femminile dall’altra le è sempre sembrata un’immensa cretineria, se non un insulto. […] La Morante non scrive «al femminile», non aderisce a quella che diventerà la «cultura della differenza» perché la cultura è un campo troppo vasto per accettare perimetri e recinti. Se la femminilità interviene nella scrittura, il suo intervento non è programmato, né auspicato, né celebrato, né voluto. I maestri della Morante sono tutti uomini: «Omero, Cervantes, Stendhal, Melville, Čechov, Verga». Ma, sotto questo aspetto, potrebbero essere anche donne o perfino animali. […] La realtà – ciò che conta in quanto vero – è la qualità della scrittura, è solo ed unicamente il testo; e il testo, quando è letteratura, ha il potere di svincolarsi dalle determinazioni storiche, nazionali, e biologiche a maggior ragione".

Più avanti, nello stesso articolo, si osserva anche come la Morante – pur non avendo avuto figli – abbia messo la maternità al centro delle sua opera: tutti i personaggi femminili dei suoi romanzi sono infatti delle madri. E allora, tornando alla domanda di Greta, mi chiederei: è possibile rappresentare correttamente la maternità per chi non l’ha mai provata?

Ricordo infine come in Una stanza tutta per sé la stessa Virginia Woolf ponesse una correlazione tra letteratura e mente androgina, sostenendo che la riuscita di un romanzo dipendesse dalla perfetta armonia o fusione tra la parte maschile e femminile della mente artistica. E sensibilità o mente androgina non sono forse la stessa cosa?

Tornando invece a Therese Desqueyroux, abbiamo tutti notato come la ricerca di sé del personaggio sia finita in contrasto con la famiglia, portatrice di valori comunemente chiamati "convenzioni sociali". Sotto questo aspetto, il bel post di Giami ha confermato l’attualità del romanzo.

E allora mi chiedo: ma quando ci sorprendiamo dei pensieri e soprattutto dell'apparente remissività o apatia di Therese, siamo davvero così sicuri di non poterla comprendere?

Mi scuso infine se non ho messo "like" ai vostri interventi: ne avrei dovuti mettere troppi, ma ringrazio comunque tutti voi per quanto avete scritto  
 
Ringraziano per il messaggio: vanna, Graziella, gavi, nautilus, Marialuisa, marcoatl

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19/03/2022 23:08 #58494 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

E allora mi chiedo: ma quando ci sorprendiamo dei pensieri e soprattutto dell'apparente remissività o apatia di Therese, siamo davvero così sicuri di non poterla comprendere?
 

Therese è un personaggio dirompente, anticonvenzionale, scomodo per il tempo e il luogo in cui vive ed è lei la prima a pensare ciò di sé, per questo vuole darsi delle regole, trovare delle certezze, nel matrimonio, nella famiglia, nella proprietà, credendo così di scacciare i pensieri sbagliati. Non sempre si ha il coraggio di essere se stessi.
Il giorno che si sposa, però, Therese capisce che quella non può essere la sua vita e l'uomo che credeva non fosse poi così tanto male, da quel momento incarna la sua prigione. L'incontro con Jean acuisce il suo malessere, perché interviene in lei la consapevolezza di non essere sbagliata e di aver sposato un uomo gretto fortemente condizionato dalla famiglia.
A Therese anche in questo caso manca il coraggio di fare quella che sarebbe stata la scelta più ovvia, lasciare il marito, preferisce invece vivere nell'apatia, che è un sintomo dell'infelicità.
Certo Lorenzo che possiamo comprendere Therese.
In situazioni del genere può accadere che la realtà venga alterata dalla mente umana e ciò che razionalmente potremmo definire una follia, potrebbe invece apparire una soluzione e così a Therese quasi per caso capita l'occasione che secondo lei può porre fine alla sua triste condizione. E' un gesto folle quello che compie, ma alla sua mente non più lucida appare risolutivo.
E' ovvio che uccidere il marito non può essere la soluzione (Therese non ha pensato minimamente alle conseguenze), sarebbe stato più semplice lasciarlo, eppure lei vede in quel folle gesto il grimaldello che apre la porta della sua gabbia.
Che scherzi può fare l'infelicità e l'insoddisfazione della propria condizione!
Salvata dallo stesso marito che voleva morto, Therese appare remissiva, spera che Bernard possa capire, lei vuole spiegarsi.
Ma come si fa a scalfire una mentalità chiusa che si fonda su convinzioni antiche tramandate di padre in figlio: salvare le apparenze è il dogma per eccellenza.
Therese è spiazzata e incredula, ma non è nelle condizioni per ribellarsi, su di lei pende la spada di Damocle della colpevolezza e non possiede denaro per vivere. Comprensibile di nuovo, per me, il suo essere remissiva e la sua apatia.
La conclusione del romanzo ha reso più umano Bernard che sicuramente avrà lasciato libera Therese per salvare ancora una volta le apparenze, ma anche perché ha provato pena per lei e forse si è reso conto della brutalità del suo comportamento.
Forse per un momento Bernard è riuscito a capire il desiderio di libertà di Therese, donna assai complessa che per sua stessa ammissione ha la continua necessità di ritrovarsi.

MEMENTO AUDERE SEMPER
Ringraziano per il messaggio: gavi, Marialuisa, marcoatl, ElisaPaone

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20/03/2022 00:02 - 20/03/2022 00:07 #58496 da ElisaPaone
Risposta da ElisaPaone al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho finito anche io di leggere questo libro, che se anche di piccole dimensioni, non é mai scontato, come ad esempio per i particolari del paesaggio francese, il flashback iniziale e la qualità narrativa che mi ha sorpresa notevolmente . Ringrazio chi ha avuto l'idea di proporre questo libro, che sicuramente lascerà un segno nell'anima del lettore, Therese é un personaggio in cui io mi rivedo sicuramente, per lei la vita si basa su delle colonne portanti, quali possono essere per esempio il matrimonio, a volte però bisogna avere il coraggio di farsi avanti e rompere le nostre certezze che se si rompono facilmente, ci dimostrano solo che non erano così salde come pensavamo.
Ultima Modifica 20/03/2022 00:07 da ElisaPaone.
Ringraziano per il messaggio: gavi, nautilus, Marialuisa

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

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Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

Avatar di Marigió Marigió - 08/08/2025 - 00:43

Palermo a Settembre?

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Non tutti insieme è... buahahahah! :P :D lol

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Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

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Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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