Martedì, 04 Novembre 2025

Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

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08/03/2022 00:00 #58342 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Tranquillo Marco, avevo capito che riportavi pensieri altrui. Ho solo cercato di ampliare il discorso.
Grazie.

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08/03/2022 15:02 #58354 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
@Marcoati,  anche Flaubert disse: "Madame Bovary s'est moi"
Ehh, questi scrittori che si identificano con la loro eroina, non fanno altro che accettare la loro parte femminile. 
Sempre interessanti i tuoi post, imparo!!!!!

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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08/03/2022 19:02 #58356 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho raggiunto la fine del VI capitolo e la tela dei ricordi comincia ora lentamente a prendere forma. Il linguaggio sfumato iniziale, che lasciava impalpabile la realtà evocata, sembra ora dissolversi. È il giorno del matrimonio e dovrebbe rappresentare per lei un momento di festa, un nuovo inizio, eppure la terrorizza: le è già stretta questa unione ancora prima che il prete si pronunci. Si sente smarrita in quell'ambiente festoso e comprende che la normalità tanto agognata non può fungere da sostituto ai sentimenti e nemmeno da argine contro "le forze oscure del suo cuore".

Il viaggio di nozze le conferma questa dura realtà e la convince che chi ha davanti a sé è un uomo di modeste vedute e terribilmente noioso al quale non riesce a legarsi in spirito ma solo abbandonarsi, fredda e inespressiva, al piacere carnale altrui e non al proprio. E se le rimaneva almeno la speranza di coltivare un'amicizia con Anne che le avrebbe restituito quantomeno un barlume di gioia, pur se non intellettualmente stimolante, rispetto a quel deserto di sentimenti nel quale si è ormai chiusa, neanche questa ora le offre più consolazione perché le lettere che riceve sono per lei un duro colpo.
L'incontro di Anne e Jean le procura infatti un certo fastidio che le arma persino la mano con cui mette a segno un colpo dritto al cuore di Jean su quella foto che poggia sul tavolo.

I segni di queste forze oscure dunque cominciano a mostrarsi con chiarezza, anche in quel pensiero che le scorre, sebbene per un istante, di lasciarsi andare giù da quel balcone.
E tutto ciò appare come presagio di quella profezia che sta per compiersi, che spezza quel fragile equilibrio che la teneva al riparo dal disagio interiore. Si rende conto di aver commesso un grave e imperdonabile errore: essersi legata a un uomo che non ama e a un ambiente sociale e culturale lontano dal proprio. Rimane dunque incapace di godere di relazioni in spirito e quando tra le righe di quelle lettere legge che Anne, anima semplice, si è innamorata di Jean, uomo colto, trova per ironia della sorte ingiusto che il fato possa unire persone tanto diverse tra loro, Anne e Jean come lei e Bernard, e destinarli all'infelicità.

A mio modo di vedere qui Therese non nutre invidia nei confronti di Anne, al contrario, quello che prova è consapevolezza che quelle convenzioni e regole sociali che le impongono relazioni di forma più che di contenuto a cui è costretta ad adeguarsi sono destinate a restituirle una vita infelice, se non trova modo di scioglierle. E quando incontra Jean con cui accende un dialogo spontaneo avverte un certo piacere nel rivivere una parvenza di relazione tra persone culturalmente simili, convincendosi sempre più di essersi smarrita in quel rigore familiare da cui desidera più che mai sciogliersi a ogni costo.

È evidente qui ciò che si è già raggiunto: il fallimento di una vita coniugale, in verità mai iniziata, e che per simmetria mi richiama alla mente per un istante l'esperienza di Emma Bovary. I due personaggi presentano infatti una certa assonanza nel vivere la stessa condizione che la noia in qualche modo ha sancito, tuttavia rimangono distanti ad esempio sull'epilogo conclusivo che affrontano.
Pur se ancora lontano dal finale di questo romanzo mi sento di dire che Therese, nel modo come risolve il fallimento con il tentato avvelenamento di Bernard, sperimenti una reazione contraria a quella cultura del bovarismo, di cui è preda Emma, dalla quale non si lascia influenzare, non rifugge la realtà, né vi si adatta, al contrario reagisce e il veleno risulta forse l'arma con cui affronta il nemico e non se stessa, quel conformismo esasperato, quella eccessiva pressione sociale, incarnati dal marito e dalla famiglia che la tengono in gabbia al pari di Emma, ma una diversa risposta sperimentano entrambe: Therese una certa resistenza mentre Emma una fatale rassegnazione.
 
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09/03/2022 08:53 - 09/03/2022 08:55 #58360 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho recuperato i vostri commenti, molto interessanti! Riguardo il personaggio di Jean, mi sembra che abbiamo tutti avuto quest'impressione, che rappresenti un'apertura per Thérèse, una sorta di squarcio nella vita che (non) sta vivendo. Interessante secondo me, ma l'ho già detto, che questo incontro tuttavia non rappresenti una liberazione bensì un'ulteriore frustrazione, che acuisce il malessere. L'immagine della famiglia come "gabbia umana" è molto angosciante ma anche vera, specialmente nelle epoche e nei contesti in cui davvero hai poca scelta e sei ridotto a un'asset dell'impresa, per fare un paragone un po' arido. Curiosamente, infatti,  anche se la famiglia è benestante, questa non è garanzia di stabilità, anzi: perché la conservazione della proprietà diventa un'ossessione. Rivelatoria a questo proposito la prima accusa che Bernard farà a Thérèse nel loro confronto, al capitolo IX (seguono spoiler sia sul capitolo IX che sul finale).

Attenzione: Spoiler!


Come avevamo già intuito, ci troviamo in un contesto talmente arido di attenzione verso l'interiorità e le emozioni che non si può fare altro che razionalizzare. Come soffre, subito, Thérèse, perché nessuno e men che meno Bernard si azzarda a chiederle perché ha fatto quello che ha fatto. E lei che si è preparata tanto, durante il viaggio. Non aspetta altro. Non che lei abbia le idee più chiare, solo qualche sprazzo, ma non le è permesso neanche di rielaborarle, perché è un argomento tabù. E così si preclude ogni forma di conoscenza intelligente, profonda. Perché c'è un limite a quanto un uomo o una donna, soli, possono rielaborare, anche con tutta l'intelligenza del mondo. La condivisione è un elemento essenziale. Credo che sia così che si alimenta il circolo vizioso.

Marco ha riportato dei bellissimi spunti di riflessione in più condividendo le parole di Mauriac su Thérèse e dandoci più contesto, ecco io quello che avverto nei passi scelti è di nuovo un lancinante senso di solitudine e di fatica a trovare "il punto", e penso sia da questa dinamica che risulta quel senso di inaccessibilità che abbiamo avvertito in Thérèse. Credo che in quest'opera Mauriac abbia saputo riversare tutta l'inquietudine di questo nodo non sciolto. Si vede, comunque, che siamo nel secolo della psicanalisi... il primo coraggioso, inquieto tentativo di sondare l'insondabile. :)

Pur se ancora lontano dal finale di questo romanzo mi sento di dire che Therese, nel modo come risolve il fallimento con il tentato avvelenamento di Bernard, sperimenti una reazione contraria a quella cultura del bovarismo, di cui è preda Emma, dalla quale non si lascia influenzare, non rifugge la realtà, né vi si adatta, al contrario reagisce e il veleno risulta forse l'arma con cui affronta il nemico e non se stessa, quel conformismo esasperato, quella eccessiva pressione sociale, incarnati dal marito e dalla famiglia che la tengono in gabbia al pari di Emma, ma una diversa risposta sperimentano entrambe: Therese una certa resistenza mentre Emma una fatale rassegnazione.


Ho letto Emma Bovary molti anni fa, mi sa che ero troppo giovane, non mi piacque e di conseguenza me lo ricordo anche poco. Ma quello che dice Vincenzo qui rinforza la mia associazione tra Thérèse e la psicoanalisi: c'è un'attenzione verso la resistenza, un tentativo d'indagine su "quello che non va". In quanto primo contatto con l'ombra, l'inquietudine è fortissima. Ciononostante (anzi, forse a maggior ragione), il solo fatto di provare a guardare mi sembra eroico.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
Ultima Modifica 09/03/2022 08:55 da lettereminute.
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09/03/2022 12:22 - 09/03/2022 12:23 #58368 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Mariachart, anche le tue osservazioni non passano inosservate! Lo sguardo che offri è intenso al pari di molti che qui continuano a esser sedotti da questa figura enigmatica che suscita non poca curiosità.

Grazie, davvero!
Ultima Modifica 09/03/2022 12:23 da gavi.
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09/03/2022 18:46 - 09/03/2022 18:47 #58370 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Grazie Vincenzo, sei molto gentile! (a proposito, sono sempre io, Maria Chiara... ho solo cambiato l'username con uno che mi è più caro)

Di te mi piace molto come ti stai assaporando il libro capitolo per capitolo, gustando ogni sfumatura, mi sembra una lettura quasi meditativa. A che punto sei arrivato ora?

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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09/03/2022 20:32 - 09/03/2022 20:33 #58375 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Si, Maria Chiara, in verità ho scelto questo approccio lento per favorire la discussione, ampliarla per quanto possibile, e per dare modo a molti di inserirsi in corsa. Ho chiuso il capitolo VI, finora, e sto valutando però se dare una piccola accelerazione o mantenere il ritmo.
Vedrò in questi giorni.



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10/03/2022 11:16 #58383 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ci sono, mi sono unita alla lettura. Ho già recuperato qualche vostro commento.
All'alba ho letto il primo capitolo. Mi sono addormentata con il pensiero di Anna Karenina e svegliata con l'immagine di Thérèse, una bella immersione nel mondo femminile direi.
L'autore ci introduce subito nella storia, il fatto è già accaduto (quale sia ancora non lo so), da quello che ho letto dai vostri commenti la ricostruzione dovrebbe avvenire attraverso il flashback. Mi è piaciuto l'impatto, questa donna avvolta di mistero, che cammina tra due uomini meschini, presi dai loro interessi, che la ignorano pur parlando di lei. Thérése non soffre per la loro indifferenza, sembra quasi una spettatrice che prende nota.

 

MEMENTO AUDERE SEMPER
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10/03/2022 14:42 #58385 da gavi
Risposta da gavi al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux

Ci sono, mi sono unita alla lettura. Ho già recuperato qualche vostro commento.
All'alba ho letto il primo capitolo. Mi sono addormentata con il pensiero di Anna Karenina e svegliata con l'immagine di Thérèse, una bella immersione nel mondo femminile direi.
L'autore ci introduce subito nella storia, il fatto è già accaduto (quale sia ancora non lo so), da quello che ho letto dai vostri commenti la ricostruzione dovrebbe avvenire attraverso il flashback. Mi è piaciuto l'impatto, questa donna avvolta di mistero, che cammina tra due uomini meschini, presi dai loro interessi, che la ignorano pur parlando di lei. Thérése non soffre per la loro indifferenza, sembra quasi una spettatrice che prende nota.


 
Ciao Francesca, mi fa piacere che ti sei unita alla lettura! Spero che la troverai interessante, come il sottoscritto, e naturalmente aspetto di leggere i tuoi prossimi commenti.
Grazie.
 
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11/03/2022 11:35 #58387 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Marzo 2022 - Thérèse Desqueyroux
Ho terminato il terzo capitolo e trovo particolarmente interessante la contrapposizione tra la Therese di oggi e quella adolescente.
Oggi è una donna enigmatica che nasconde un segreto, ieri era una ragazza felice nei pomeriggi estivi passati con Anne. Ed è proprio a quei pomeriggi che la sua mente ritorna per cercare di capire quanto è accaduto oggi.
Mi piace molto la scrittura di Mauriac, di cui voi avete già parlato molto e in maniera sapiente. Il dialogo interiore di Therese mi ricorda in parte anche alcune protagoniste dei racconti della Woolf che ho appena letto.
Sto apprezzando molto anche il racconto del passato, Mauriac ci spiega come Therese è cresciuta, la sua cultura e come abbia accettato di sposare Bernard, insomma ci sta svelando lentamente chi è stata Therese e come sia diventata quella donna che oggi è in viaggio sul treno per far ritorno a casa.
Bernard mi ricorda qualcuno, così dedito alle sue abitudini e così rigoroso... il "buon" Karenin di Anna Karenina.
La letteratura è circolare non c'è niente da fare.
Mi ritengo molto fortunata perché il caso ha voluto che le mie ultime letture (i racconti della Woolf, Anna Karenina e ora Therese) hanno tutte come protagoniste donne che vivono il matrimonio come una gabbia, donne che nel matrimonio si spengono, si avviliscono e cercano una via di fuga. Queste letture mi stanno permettendo di mettere a confronto i vari personaggi femminili dei diversi libri, di confrontare le loro reazioni di fronte al loro malessere coniugale e di vedere come i vari autori (e che autori, parliamo di Tolstoj, Woolf e Mauriac) tracciano la personalità di queste donne. Un'analisi per me davvero interessante.
Per chi ne avesse voglia, dopo aver finito di leggere il libro di Mauriac, consiglio la lettura di due racconti brevi della Woolf, Lappin e Lapinova e L'eredità. Entrambi hanno come protagoniste delle mogli ed entrambi svelano il pensiero interiore di queste donne in relazione al loro matrimonio. 
Continuo a leggere di Théresé
 

MEMENTO AUDERE SEMPER
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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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