Commento velocemente la
seconda parte del libro, così poi posso proseguire la lettura. Non ho avuto tempo di commentare e quindi mi sono un po' arenata nella lettura ma niente panico, adesso mi dedico solo ad Anna, così da rimanere nelle tempistiche della maratona.
!!ATTENZIONE SPOILER NON SEGNALATI SULLA SECONDA PARTE!!
Mi ha colpito moltissimo il tema della menzogna che si snoda per tutta la seconda parte, soprattutto per quanto riguarda Kitty che prova ad essere quella che non è
"per sembrare migliore di quel che sono agli occhi della gente, di Dio e persino ai miei. Per ingannare tutti" e Karenin in quanto
"a lui interessa solo mentire e salvare le apparenze".
Il comportamento di Kitty lo trovo incomprensibile. Per quale motivo uno dovrebbe sforzarsi di essere quello che non è soltanto perché ha ricevuto una delusione d'amore? Ho pensato allora, che probabilmente Kitty si sente in errore per aver valutato male, per aver preferito Vronskij a Levin e per questo cerca in tutti i modi di essere una persona migliore, come per una sorta di espiazione. Tra l'altro è molto precipitosa e viperella nello sparare sentenze sia con la sorella Dolly che con Varenka. In entrambi i casi parte in quinta, poi si accorge di aver esagerato e trova il modo di chiedere scusa.
Riesco a giustificarla soltanto perché è ancora una ragazzina.
Per quanto riguarda Karenin, va bene voler salvare le apparenze, lo trovo comprensibile, va bene fingere di non vedere la realtà, penso ci voglia del tempo per accettare un tradimento, ma come si fa ad allontanare tuo figlio? A me (ma a tutti credo) ha dato l'impressione che più del tradimento sia ferito da quello che le persone possano pensare di lui. Tiene più alla sua posizione sociale che alla famiglia. È perdere il suo prestigio che teme.
Anche Anna trova il modo di mentire in questa seconda parte del libro. Mente sui suoi sentimenti per paura di perdere il figlio. Insiste nel dire a Vronskij che
"questa storia deve finire, e subito. Non ho mai avuto modo di arrossire, in vita mia. Voi, invece, mi fate sentire colpevole..." pur non volendola finire minimamente.
Vronskij, a sorpresa, l'ho apprezzato. Quando dice:
"sono sicuro che l'avrei, la mia pace, se guardassero a questa storia come a un'avventuretta mondana. Invece lo sentono, che è diversa, che quella donna non è un passatempo, per me, e che tengo a lei più che alla mia vita" mi fa ben sperare, mi fa pensare che sia sincero nei confronti di Anna, ma anche lui si dimentica del povero Sereza e, anzi, è proprio infastidito dalla sua presenza. Anche qui centra forse l'immaturità? Di che si lamenta? Lo sapeva che Anna era sposata e con un figlio! E comunque nemmeno io riesco a vederlo bene come padre..
Mi è piaciuta molto la descrizione della campagna, che pace! Il capitolo della corsa è stato straordinario, avevo l'ansia! E per quanto riguarda l'argomento caccia/corse accennato da Giorgia, sono certa quello sia un tema caro a Tolstoj in quanto era pure vegetariano quindi c'è una certa sensibilità riguardo agli animali.
Scappo a leggere!
Avrei voluto approfondire di più alcuni argomenti ma più o meno sono cose già dette.
Comunque il papà di Kitty è il mio preferito!