Eccomiiii

Perdonate il ritardo, ma stavolta ho deciso di leggere prima tutti i vostri interessantissimi commenti...eh caspita quante belle sorprese!! A parte quei libri che, essendo già nelle mie corde, stuzzicano di più la mia voglia di leggere, devo ammettere che la
saga dei nani , che è sicuramente fra quelle più palesemente fuori dalla mia comfort zone, sta suscitando la mia attenzione... e non so se preoccuparmi...

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ma vengo al mio libro n° 2
La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, un romanzo che ho acquistato senza troppi investimenti emotivi, ma che mi ha favorevolmente sorpreso.
La storia procede senza scossoni o colpi di scena, ma offre molti spunti di riflessione, delineando lo specchio di una quotidianità a cui purtroppo siamo ormai abituati fatta di routine, ritmi frenetici, incomprensioni, dissidi familiari, che non appaiono mai stereotipati, i personaggi comuni non seguono dei cliché.
Il protagonista Cesare è un settantasettenne piuttosto cinico e rompiscatole, che dopo la morte della moglie decide di improntare la propria esistenza al qui ed ora, mi ha ricordato un po' il Gambardella de "La grande bellezza" il film di Paolo Sorrentino, con il suo disincanto e la sua volontà di evitare bilanci e di fregarsene degli altri, con rapporti difficili soprattutto con il figlio Dante... meravigliosi personaggi di contorno sono Marino, il vecchietto del secondo piano, Eleonora, sua coetanea e "gattara" del condominio, Rossana la matura e procace infermiera con cui ha una relazione schiettamente carnale, ma che poi si rivela foriera di un epilogo insospettato. Tutto cambia con l'arrivo nel condominio della giovane Emma che cela un segreto...
A pag. 90 Cesare è stato trascinato dalla figlia Sveva ad una mostra di dipinti a cui non ha potuto sottrarsi...
Ai miei tempi gli invitati ad una festa erano trattati con riguardo, serviti e riveriti. Adesso invece esiste il buffet, un modo come un altro per complicare la vita a delle povere persone che già sono state costrette ad infilarsi l'abito buono, prendere un taxi e presentarsi alla serata con il solito sorriso di circostanza. Per quel che mi riguarda non è andata proprio così, io non ho indossato alcun abito speciale, ma il vestito che uso tutti i giorni. Ho smesso di complicarmi la vita con la terza età, tanto nessuno rivelerà mai a un vecchio che si è vestito in modo inappropriato. La gente intorno a me, invece è piuttosto elegante, cammina per la sala fingendo di ammirare i quadri di Perotti, ma, in realtà è molto più interessata ai vassoi del cibo. Il problema è che avvicinarsi alla tavola è impossibile, alcuni ospiti sono riusciti a impossessarsi della prima fila e non l'abbandonano. Per fortuna io sono vecchio e i vecchi aspettano seduti che qualche familiare porti loro un piatto bello pronto.
"Tieni" dice Sveva e mi porge il cibo.
Consiglio la lettura per l'evoluzione della storia che presenta reminiscenze nostalgiche e alcuni risvolti anche un po' comici, che però fanno da sfondo ad una tematica purtroppo seria e molto drammatica ed attuale.
Il discorso di Cesare, che, con l'alibi della vecchiaia, di solito si mostra piuttosto schietto e a tratti burbero, mentre è ospite a cena a casa del figlio, in uno dei capitoli finali, mi ha emozionata molto, dimostrando come l'amore possa rompere anche la scorza più dura ed avvicinare con una semplicità disarmante, superando qualsiasi ostacolo...