Federico ha scritto:
elis_ ha scritto: Noto che molto spesso apprezzo un libro in maniera più o meno profonda se combacia, o si contrappone, in pieno al momento di vita in cui mi trovo.
D'accordissimo.
Ci sono libri (ma più in generale qualsiasi opera d'arte, anche una canzonetta) che continuano a svelarci aspetti differenti di noi stessi ogni volta che li rileggiamo, perché nel frattempo siamo cambiati o siamo in uno stato d'animo differente, altri che a rileggerli si scopre essere banalità che abbiamo apprezzato solo per ingenuità o, appunto, per una particolare situazione personale.
Da quel che ho capito frequentando il Club, credo che al riguardo sarebbe interessante sentire l'opinione di Pierbusa, Maestro della rilettura.
Federico, avendo io compiuto da altrettanti anni (più un discreto residuo) venticinque anni ho iniziato a capire qualcosa sulle letture e le riletture. Sintetizzando i giovani (considera questa mia affermazione come su di una curva gaussiana) non sono interessati a rileggere perché il loro approccio è solitamente bulimico, si ingurgitano letture su letture per curiosità, per interesse, per noia ecc.ecc. Dopo aver letto per una vita ci si è però fatti un quadro per quanto parziale su ciò che ci piace che ci può piacere o che ci suscita emozioni. Quindi quando si pensa a cosa leggere si cerca di andare a colpo sicuro rileggendo. Semplice e lineare, non ti sembra?
Detto questo confesso che le mie migliori letture sono state proprio le riletture perché prive di quell'ansia "da prestazione" della prima volta, di sapere "come va a finire" o del momento inaspetatto. Per i classici dell'ottocento poi davvero non si può pensare di leggerli una sola volta, Prendi "Anna Karenina" o "Guerra e Pace" di Tolstoj e la moltitudine dei loro personaggi. La prima volta è come il primo giorno di scuola in cui conosci i nuovi compagni ma ricordartene poi a casa il nome di ognuno è tutt'altra faccenda. Dopo l'ennesima volta che hai frequentato quell'aula i nomi diventano familiari, le iniziali impressioni su alcuni possono trovare conferme o smentite per altri. Insomma se l'esperienza scolastica la riducessimo al primo giorno di scuola sarebbe ben misera cosa.
E continuando con la metafora scolastica mi viene da aggiumgere che leggere un libro la prima volta è come iniziando ad andare a scuola sei cosciente che solo alla fine dell'anno scolastico avrai imparato a leggere!
Faccio infine mie le cose che hai scritto a proposito della rilettura, quindi non le ripeto.