Il mio libro è
Tempi difficili di Dickens e la primissima frase è:
"[...] non sono un tipo raffinato. Chiunque si aspetti raffinatezza da
me rimarrà deluso. Io non ho avuto un'educazione raffinata". Non ho idea di chi stia parlando perché il discorso inizia nella pagina precedente, ma credo sia un uomo e questa frase mi ha pure fatto sorridere (sarà che mi ci ritrovo...). L'altro interlocutore è il signor Gradgrind, stando alla trama dovrebbe essere il protagonista del romanzo, che risponde (dopo varie ipotesi) "Magari, nonostante ogni precauzione, un insulso romanzetto potrebbe essere entrato in questa casa? Perché, per delle menti che sono state formate per così dire con riga e compasso dalla culla in avanti, questa è una cosa assolutamente inaudita e del tutto incomprensibile".
Da altre frasi nella pagina mi pare di capire che la situazione potrebbe essere la seguente: la mente di una ragazza, forse la figlia dello stesso Gradgrind, sia stata "traviata" da romanticherie (
insulso romanzetto) a causa di una nuova alunna.
Comunque da queste pagine si intuisce già che tipo sia questo Gradgrind con la sua educazione rigida e quadrata e, in effetti, rispecchia proprio la trama che ho letto nella quarta di copertina! Ho inoltre notato che Dickens, come anche altri autori del suo tempo, mette in bocca parole sui "romanzetti" a personaggi antipatici, che credono di sapere tutto della vita, che pensano di essere migliori e che ritengono che i romanzi siano letture inutili e dannose soprattutto per le donne. Se non erro, anche zia Jane ha fatto la stessa cosa in
L'abbazia di Northanger, e il personaggio in questione era un idiota.
Penso ci fosse questo sentire comune in alcune fasce della società vittoriana perché, anche in film ispirati a quel periodo storico, si incontrano spesso personaggi che parlano male dei romanzi con un fare abbastanza snob.
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Marialuisa: io, a differenza tua, sono più respingente quando si tratta di cambiamenti, almeno inizialmente... poi magari mi convinco, ma il primo impulso è quasi sempre negativo perché sono una persona molto abitudinaria come i gatti. Cambiare le piccole cose sì, tipo fare una strada diversa dal solito, ma cambiare qualcosa di importante significa farmi milioni di domande da brava gemellina (noi e l'overthinking siamo una cosa sola
).
Devo dire, però, che trovo affascinante l'idea di potersi svestire dei propri panni e indossarne di nuovi, essere un'altra persona... ma si può davvero essere una persona completamente diversa da come si è? Si può fingere di essere diversi per un lungo periodo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7?
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Maria Chiara: sì, per me non è difficile immaginare che il corpo somatizzi l'ansia fisicamente perché quando ho periodi di forte stress, spesso e volentieri compaiono problemi digestivi e mi ritorna una dermatite alle mani, se mi va proprio male mi viene pure l'herpes. Se nel mio piccolo, per brevi periodi di stress, sperimento spesso queste cose, figuriamoci chi deve affrontare l'ansia vera e gli attacchi di panico.