@Alice: interessante il paragone con il vaso, però diciamolo... quando si tratta di cuore, è molto più difficile "riparare".
@Marialuisa: io ricordo quel romanzo perché non mi è piaciuto per niente. Ho letto, poi visto il film, poi riletto e niente, mi stanno antipatici tutti i personaggi. Darò un'altra chance all'autore ma sono abbastanza prevenuta ahahahah.
Detto questo, cosa siamo senza amore? Degli zombie, probabilmente!
@Maria Chiara: poveri contadini, qualsiasi cosa facessero era sempre sbagliata
@Bea: mi è piaciuto molto ciò che dice il protagonista o comunque questo personaggio. Devo dire anche io talvolta faccio questi pensieri, non so se sia una cosa che prima o poi fanno tutti.
@Giulia: mi hai fatto ricordare quanto ho detestato quasi ogni pagina di Martin Eden, tra lei e lui non so a chi avrei voluto tirare più schiaffi
@Davide: sì, mi sembra troppo tecnica ma forse sono io molto stanca stasera. Se me lo ricorderò, lunedì darò uno sguardo al libro, visto che lo vendo in libreria
@Guido: l'essere collegati con la natura circostante è un concetto che io e Greta abbiamo affrontato in una lettura di Thich Nhat Hanh, mi sembra fosse
questa
.
Quella di Kobe è una meditazione consapevole. Non sono pochi gli sportivi che usano queste tecnica o parte di essa per "vedere" (non immaginare) nella mente il proprio il successo riguardante la gara X, qualcosa di simile mi pare la faccia pure Marcell Jacobs. Da quello che ho capito, Kobe in un certo senso non si focalizza sull'obiettivo finale (la vittoria), ma sull'energia: praticamente deve sentire di far parte di tutto quello che lo circonda, cioè cerca l'armonia con l'energia già presente intorno a lui, invece di essere un soggetto esterno che per forza di cose farà più fatica... è come nuotare dentro l'onda o nuotare controcorrente. Non so se questo concetto si capisce, però non so spiegarlo in modo migliore

. E' quindi chiaro che se già parti in armonia, non stai lì a sprecare energia per trovare l'accordo giusto e quindi puoi dare il 100% durante la partita.
Io, banalmente, mi concentro sulla respirazione. Nella vita di tutti i giorni basta, talvolta lo unisco a un "svuota-mente" (in genere la scrittura). Quando, però, vado in palestra e devo affrontare esercizi piuttosto impegnativi per il mio livello di
schiappitudine, oltre alla respirazione, anche io mentalmente devo "vedermi" fare quell'esercizio (per meglio dire, devo vedermi sopravvivere all'esercizio) e/o devo ripetermi delle frasi di incoraggiamento tipo mantra. Devo dire che così sono ben concentrata tanto da non sentire neanche la musica di sottofondo, peccato che poi io stramazzi a terra e abbia bisogno della bombola d'ossigeno
@Miriam: non ho niente da aggiungere, a parte che tutto il tuo post è bellissimo.
@Sara: non saprei, secondo me si ricorda sempre se quel dato evento è stato realmente importante (nel bene o nel male) nella propria vita.