Sabato, 06 Settembre 2025

Sorprese letterarie (luglio 2022)

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24/07/2022 21:22 #59954 da Ariel
Risposta da Ariel al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
@guido Norwegian wood lo lessi l'anno scorso e sento ancora addosso la sensazione di angosciosa malinconia... È ambientato in Giappone nel 68, quindi anni di rivolte sociali e perciò anche studentesse. Affronta temi molto forti tra cui il suicidio, la depressione,malattia mentale ecc...

@Bea adoro genovesi e il suo stile diretto e simpatico che sa raccontare la realtà senza appesantire.
@Marialuisa io ho sempre difficoltà a leggere libri che sono ambientati in contesti culturali così distanti da me, perché combatto sempre con l'ncapacità di comprendere certe regole sociali e il desiderio di voler accettare anche senza capire una realtà per me così diversa e distante.

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley
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24/07/2022 21:35 #59956 da callmeesara
Risposta da callmeesara al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Ieri non ci sono stata, quindi recupero oggi 

mulaky post=59917 userid=3998Terza estrazione: libro n.2, pagina 51

Il mio libro n. 2 è Come anima mai di Rossana Soldano. In questa pagina possiamo trovare Lewis Ellsworth, figlio del Duca di Buccleuch, e William Chase, un altro ragazzo privilegiato, che discutono sulle ammissioni dei collage e sulla loro paura di separarsi e di non rivedersi più.

Buongiorno! Eccoci alla quarta estrazione: libro n. 5, pagina 63[/v]

Il mio libro n. 5, invece, è I sette mariti di Evelyn Hugo di Taylor Jenkins Reid. In questa pagina si parla di quando Evelyn lasciò uno dei suoi mariti (precisamente, ora non so dirvi quali dei 7 visto che non ne fa cenno) e ci spiega anche il perché: si sono lasciati perché il matrimonio ormai non stava andando più bene e stava diventando tossico 

“Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine.”

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24/07/2022 23:28 - 24/07/2022 23:39 #59958 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Libro n. 5 “Foglie d’erba”, pag. 63

Estratto da “Canto di me stesso”:

Credo che potrei vivere con gli animali, sono così placidi e pieni di decoro.
Rimango ad osservarli per ore e ore.
Non si affannano e non si lamentano della loro condizione,
Non stanno svegli nel buio piangendo per i loro peccati,
Non m'infastidiscono discutendo dei loro doveri verso Dio,
Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per la mania di possedere cose,
Nessuno s'inginocchia davanti all'altro, o a un suo simile vissuto migliaia di anni fa,
Nessuno è rispettabile o infelice su tutta la terra.
Così mi palesano i loro rapporti con me e io li accetto,
Portano segni di me, e chiaramente ne dimostrano il possesso.
Mi chiedo dove presero quei segni,
Ho forse percorso quella strada tanto tempo fa e li ho lasciati sbadatamente cadere?
 

Walt Whitman è stato uno dei più grandi poeti americani. Il suo stile è rivoluzionario con i suoi versi in forma libera, in grado di racchiudere un potente flusso di coscienza ed energia.
In questa raccolta di poesie esprime un intenso inno alla vita e alla sua sacralità, elogiandone ogni forma e ci fa capire che il senso della vita è nella vita stessa. Esistere!
Il suo elogio verso qualunque essere vivente che abita questo mondo, rappresenta una visione olistica al di là dello spazio e del tempo.
Ogni cosa è parte del tutto e tutti ne facciamo parte, un potente pulsare all’unisono. Io credo che con questi versi voglia dirci che proprio quando l’uomo si ricorda di essere una piccola parte di questo splendido insieme si libera di ogni complicazione per ritornare alla sua pura essenza che ci ricongiunge con noi stessi e con il resto dell’universo e questo ci fa sentire piccoli ma estremamente liberi ed essenziali. Io mi sento esattamente così tutte le volte che ammiro la natura e sono sotto al cielo stellato. Leggera e felice al punto da potermi fondere con essa. Sola eppure incredibilmente adesa al mondo e ad ogni forma di vita.

Questa sua capacità di ricordarci quanto possiamo essere liberi, lo ha reso un simbolo del “sogno Americano”, che temo resterà ancora un sogno...

( Avrei voluto commentare tutte le vostre splendide sorprese di oggi, ma non sono riuscita a farlo a causa del lavoro. Domani proverò a rimediare. Comunque seguo e leggo tutti i post  )

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
Ultima Modifica 24/07/2022 23:39 da Giami23.
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25/07/2022 07:07 #59959 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Scusate, spero più tardi di recuperare perché ieri è stata una giornata piena e oggi non sono in forma :(
Il libro per oggi è il numero 7, pagina 45

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare

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25/07/2022 08:30 - 25/07/2022 08:32 #59960 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Sono tornata! E ho ben due estrazioni da recuperare, assieme a quella di oggi.

Libro n° 2, pag. 51, Siddharta di Herman Hesse:

"Che età credi che abbia il più vecchio dei nostri Samana, il nostro venerabile maestro?"
Disse Govinda: "Il più vecchio potrà avere un sessant'anni".
E Siddharta: "Sessant'anni ha vissuto, e il nirvana non l'ha mai raggiunto. Ne vivrà settanta, ottanta, e tu e io, anche noi, diverremo vecchi e faremo i nostri esercizi, digiuneremo, mediteremo. Ma il nirvana non lo raggiungeremo: non lo raggiungerà il maestro, non lo raggiungeremo noi. O Govinda, di tutti i Samana che esistono non uno, io credo, neanche uno raggiunge il nirvana. Troviamo conforti, troviamo da stordirci, acquistiamo abilità con le quali cerchiamo d'illuderci. Ma l'essenziale, la strada delle strade non la troviamo".


Siddharta parte giovane con l'amico Govinda dalla casa del padre, dopo avere appreso tutto ciò che può dalla saggezza dei brahmini. I due si uniscono ai Samana, eremiti erranti, dove molto apprendono, ma non abbastanza, per Siddharta: Siddharta nel suo percorso verso la saggezza è diligente, temperato, apprende in fretta e a fondo, ma avverte sempre la mancanza di "qualcosa". Per questo, quando sente che è giunta l'ora, lascerà i Samana per cercare il proprio cammino.

L'aspetto che più ho amato del libro è proprio questa continua ricerca di Siddharta, che non è inquieta bensì determinata. Fa propria la raccomandazione stessa del Buddha: non credete a ciò che dico solo perché lo dico io, voi soli siete i vostri stessi maestri.

Libro n° 5, pag. 63, Sapiens: da animali a dèi di Yuval Noah Harari:

"Sapiens" è un'ambiziosa storia dell'umanità dagli inizi a oggi, e a questo punto del libro siamo ancora abbastanza indietro, alle tribù di cacciatori-raccoglitori, i nostri antenati che vivevano in maniera molto diversa da noi (ma a cui noi dobbiamo praticamente tutti gli istinti di base e la formulazione genetica, ancora saldamente presenti nonostante le nostre condizioni di vita siano molto cambiate).

Il pezzo che riprendo segue la considerazione che quel tipo si società presentava tantissimi gruppi e sottogruppi anche molto diversi tra loro per religione, usanze, costumi. Harari attribuisce questo stato delle cose alla rivoluzione cognitiva, che cambiò il modo di pensare dei Sapiens e di conseguenza il modo di utilizzare il linguaggio, che si fece sempre più articolato e in grado di riferirsi a concetti astratti.

È difficile pensare che fra gli antichi cacciatori-raccoglitori la varietà etnica e culturale non sia stata altrettanto forte, e che i i 5-8 milioni di Sapiens che popolavano il mondo alla vigilia della Rivoluzione agricola non fossero suddivisi in migliaia di tribù con migliaia di differenti lingue e culture. Questa, dopotutto, era una delle principali eredità della Rivoluzione cognitiva. Grazie alla comparsa della finzione, anche individui della medesima costituzione genetica che vivevano in condizioni ecologiche simili furono in grado di elaborare realtà immaginate assai differenti, che si manifestavano secondo norme e valori pure differenti.

Libro n° 7, pag. 45, Geografia e storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti:

Sopportate questo passo tecnico, perché nel suo contesto dice una cosa fortissima. Si parla di letteratura italiana del Cinquecento, che è il consolidamento della nostra letteratura nazionale, interiorizzata e rielaborata l'esperienza dei modelli tre-quattrocenteschi (Dante, Petrarca, Boccaccio e seguenti):

Torquato Tasso e Battista Guarini sono per l'appunto i primi poeti in Italia dei quali possa dirsi che siano nati italiani, che cioè si siano educati nell'ambito di una già pacificamente costruita letteratura italiana: essi osano e aprono quel loro ormai facile, fluido linguaggio poetico all'intima crudeltà e al lento gioco delle effimere passioni umane, e aggiungono all'italianismo, come scuola di eleganza umanistica e cortese, una seduzione immediata e profonda che accompagna nell'età successiva l'inchiesta psicologica e l'interpretazione drammatica della vita, propria di altre letterature europee.

Che cosa ci sta dicendo Dionisotti? Sostanzialmente che solo i poeti della generazione successiva alla "solidificazione del canone" si sono potuti permettere di giocare con la lingua ed approfondire le tematiche, aprendo all'introspezione psicologica. Prima non c'erano, banalmente, gli strumenti per farlo: tutto lo sforzo era teso a costruire quel codice, quella lingua, limandola per dargli lustro poetico. Questo ha contribuito a formare quel carattere un po' pomposo e retorico proprio della letteratura italiana (con le dovute eccezioni).

Mi affascina che Dionisotti lo attribuisca a questa sorta di "sforzo" nel costruire una lingua letteraria che prima non era presente, e che dunque non doveva avere cedimenti di nessun tipo. Gli artisti successivi, che avranno maggiore dimestichezza grazie al lavoro dei loro predecessori, potranno permettersi di spostare il focus dalla retorica all'indagine psicologica e al mondo delle emozioni.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
Ultima Modifica 25/07/2022 08:32 da lettereminute.
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25/07/2022 09:01 - 25/07/2022 09:02 #59961 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)

lettereminute post=59960 userid=6958

Libro n° 5, pag. 63, Sapiens: da animali a dèi di Yuval Noah Harari:

"Sapiens" è un'ambiziosa storia dell'umanità dagli inizi a oggi, e a questo punto del libro siamo ancora abbastanza indietro, alle tribù di cacciatori-raccoglitori, i nostri antenati che vivevano in maniera molto diversa da noi (ma a cui noi dobbiamo praticamente tutti gli istinti di base e la formulazione genetica, ancora saldamente presenti nonostante le nostre condizioni di vita siano molto cambiate).

Il pezzo che riprendo segue la considerazione che quel tipo si società presentava tantissimi gruppi e sottogruppi anche molto diversi tra loro per religione, usanze, costumi. Harari attribuisce questo stato delle cose alla rivoluzione cognitiva, che cambiò il modo di pensare dei Sapiens e di conseguenza il modo di utilizzare il linguaggio, che si fece sempre più articolato e in grado di riferirsi a concetti astratti.

È difficile pensare che fra gli antichi cacciatori-raccoglitori la varietà etnica e culturale non sia stata altrettanto forte, e che i i 5-8 milioni di Sapiens che popolavano il mondo alla vigilia della Rivoluzione agricola non fossero suddivisi in migliaia di tribù con migliaia di differenti lingue e culture. Questa, dopotutto, era una delle principali eredità della Rivoluzione cognitiva. Grazie alla comparsa della finzione, anche individui della medesima costituzione genetica che vivevano in condizioni ecologiche simili furono in grado di elaborare realtà immaginate assai differenti, che si manifestavano secondo norme e valori pure differenti.

Libro n° 7, pag. 45, Geografia e storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti:

Sopportate questo passo tecnico, perché nel suo contesto dice una cosa fortissima. Si parla di letteratura italiana del Cinquecento, che è il consolidamento della nostra letteratura nazionale, interiorizzata e rielaborata l'esperienza dei modelli tre-quattrocenteschi (Dante, Petrarca, Boccaccio e seguenti):

Torquato Tasso e Battista Guarini sono per l'appunto i primi poeti in Italia dei quali possa dirsi che siano nati italiani, che cioè si siano educati nell'ambito di una già pacificamente costruita letteratura italiana: essi osano e aprono quel loro ormai facile, fluido linguaggio poetico all'intima crudeltà e al lento gioco delle effimere passioni umane, e aggiungono all'italianismo, come scuola di eleganza umanistica e cortese, una seduzione immediata e profonda che accompagna nell'età successiva l'inchiesta psicologica e l'interpretazione drammatica della vita, propria di altre letterature europee.

Che cosa ci sta dicendo Dionisotti? Sostanzialmente che solo i poeti della generazione successiva alla "solidificazione del canone" si sono potuti permettere di giocare con la lingua ed approfondire le tematiche, aprendo all'introspezione psicologica. Prima non c'erano, banalmente, gli strumenti per farlo: tutto lo sforzo era teso a costruire quel codice, quella lingua, limandola per dargli lustro poetico. Questo ha contribuito a formare quel carattere un po' pomposo e retorico proprio della letteratura italiana (con le dovute eccezioni).

Mi affascina che Dionisotti lo attribuisca a questa sorta di "sforzo" nel costruire una lingua letteraria che prima non era presente, e che dunque non doveva avere cedimenti di nessun tipo. Gli artisti successivi, che avranno maggiore dimestichezza grazie al lavoro dei loro predecessori, potranno permettersi di spostare il focus dalla retorica all'indagine psicologica e al mondo delle emozioni.


Mi affascina tantissimo Sapiens. Lo metto nella lista insieme a quello di Fromm :)

Mi interessa quel passo della storia della letteratura italiana. Da ignorante in materia, mi chiedo però se un certo approfondimento psicologico non fosse già presente in Dante. In questo caso forse potrebbe essere attribuito al suo genio la capacità di introspezione psicologica con una lingua ancora “acerba”.
Ultima Modifica 25/07/2022 09:02 da davpal3.

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25/07/2022 10:01 #59962 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Ciao! "Sapiens" secondo me ti piacerebbe, è una lettura soprattutto che ti dà un fantastico sguardo d'insieme, io l'ho trovato poi molto scorrevole, si legge con grande facilità ed è appassionante.

Mi interessa quel passo della storia della letteratura italiana. Da ignorante in materia, mi chiedo però se un certo approfondimento psicologico non fosse già presente in Dante. In questo caso forse potrebbe essere attribuito al suo genio la capacità di introspezione psicologica con una lingua ancora “acerba”.

Quello che dici è vero, Dante ha utilizzato la lingua con effetti anche molto espressivi, emozionali, realistici, aspri e corporei. Però qui non si parla di Dante ma della letteratura del Cinquecento, che è posteriore e molto più ingessata. :) Dante è stato da subito molto amato ma, curiosamente, poco preso a modello (almeno all'inizio).

Il Cinquecento è stato il secolo in cui, decisa di dare dignità alla lingua volgare, si è battibeccato alla grande sul come, quale lingua volgare eccetera. Come sappiamo vincerà il fiorentino, ma un fiorentino "ripulito": con le "Prose della volgar lingua" di Pietro Bembo vengono ufficialmente consacrati i modelli di Petrarca per la lirica e di Boccaccio per la prosa, ed è la lirica ad avere il prestigio più alto, perché la prosa sarà usata soprattutto per trattati, libri di storia, cronache e così via (praticamente è stato Manzoni a sdoganare il romanzo come opera con dignità letteraria, e anche lì si è dovuto giustificare e mettere le mani avanti in prefazione).

Mettici anche che la lirica di Petrarca, per quanto dia voce anche lui a tormenti personali e situazioni intime, è sempre piuttosto controllata e costruita: era uno che scriveva, correggeva e riscriveva 300 volte, e chi ha studiato filologia italiana prima o poi si è subito tutto il suo processo creativo. È stato preferito anche per questo: nel momento in cui devi dare un modello riferimento, è importante che sia il più "pulito" possibile.

Per riassumere, Dante, Petrarca e Boccaccio sono considerati dei proto-umanisti: hanno fornito in qualche modo le basi da cui partire, ma il canone non è stato imposto da loro, bensì da chi è venuto dopo. Loro sono degli sperimentatori, a conti fatti, mentre il Cinquecento è stata un'epoca di grande formalismo e retorica, perché si è proceduto soprattutto per imitazione (non per niente in arte avremo il manierismo, con opere tecnicamente impeccabili sull'impronta dei grandi maestri del Quattrocento, ma giudicate tutt'ora piuttosto "fredde").

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25/07/2022 11:15 #59963 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Recupero la lettura di ieri che era "La signora di Wildfell Hall", ma poiché con la sintesi perderei molto, ho deciso di farvela leggere per intero. Anche stavolta ci troviamo in mezzo a un pettegolezzo e gli effetti sconvenienti che ha sulla società vittoriana. Devo dire che la scrittura di Anne mi è piaciuta (che sia lei la sorella Bronte più nelle mie corde?)


Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
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25/07/2022 17:09 #59966 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)
Numero 7, "I Greenwood" di Michael Christie
Si svolge in Canada, nelle foreste della British Columbia; la protagonista trova un diario della nonna e ripercorre cosí la storia della sua famiglia, che le era finora sconosciuta, tra segreti e menzogne, in cui proprio il bosco ha avuto un ruolo centrale.
A pagina 45 la protagonista è in un albergo con un´altra persona, non so chi, la quale le chiede di spegnere il cellulare; lei dice che non ce l´ha e lui, colpito, dice:
"Ma questo è assolutamente affascinante" [..], come se Jake fosse una bambina precoce che inavvertitamente ha appena detto qualcosa di saggio. Poi con un gesto indica gli scaffali: "E magari le piace ancora leggere?"
"Mi dichiaro colpevole" dice lei.
Corbyn le si avvicina e dopo aver dissertato sui pericoli della tecnologia usa il cellulare per ordinare la cena al ristorante del resort.


Alla fine della pagina la cena è arrivata e c´è del salmone, che la protagonista non ha mangiato per anni a causa del cambiamento climatico che ha prosciugato i torrenti....

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ringraziano per il messaggio: Giami23

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25/07/2022 17:26 #59968 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Sorprese letterarie (luglio 2022)

A pagina 63 di Norwegian Wood di Murakami (che non ho mai letto) si parla di rivolte studentesche. Rivolte che paiono non sortire alcun effetto. Magari chi lo ha letto potrà darmi un po’ più di contesto… :D
 

Non me lo ricordo molto, direi che puoi anche non chiedere l´aiuto dal pubblico e scoprire da solo di cosa si parla leggendolo

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

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Avatar di guidocx84 guidocx84 - 26/07/2025 - 10:53

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

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Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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