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Concordiamo sul fatto che Stepan meriterebbe tante mazzate, ma comunque è simpatico. Concordiamo anche sul fatto che Levin sia di una noia mortale (e su questo è in buona compagnia con il marito di Anna, anche se mentre Levin è buono, credo che Karenin sia dotato di una buona dose di cattiveria, ma a lui mi dedicherò a tempo debito).mulaky post=57180 userid=3998Premetto che non ho letto tutti i commenti precedenti, ormai aspetto di finire la prima parte e recupero tutto ma voglio dire alcune cose a caldo.
Ho concluso il capitolo 25 della prima parte (occhio che ci sono spoiler).
Fino a ora, non ho trovato nessun personaggio che mi abbia colpito davvero e in positivo. Non sono personaggi piatti, sia chiaro, ma neanche così particolari da avermi lasciato qualcosa, ovviamente metto in conto di aver letto solo 100 pagine contro le 800 del romanzo e quindi, in sostanza, ho letto quasi niente e magari tra un po' cambierò totalmente idea. La cosa che ho riscontrato è che nonostante qualche descrizione fisica fatta da Tolstoj, non riesco proprio a immaginare in carne e ossa i personaggi e questo, per il mio modo di leggere e vivere un libro, non è esattamente una cosa positiva perché è come se non fossero familiari, come se non esistessero... non so spiegarlo meglio, ma è come se fossero distanti e non riuscissi a vederli.
Come dicevo, non mi piace nessun personaggio fino ad ora
Di Stepan ho già detto e non cambio idea, ma tra tutti i personaggi finora incontrati è quello che mi sembra si muova con più coerenza e mi fa sorridere (anche se una buona dose di mazzate gliele darei lo stesso, se fossi la moglie).
Levin se prima non mi aveva colpito, leggendo ho esclamato qualcosa che qui non posso ripetere, per cui dico solo che per me è noioso, esprime i suoi ideali con troppa veemenza e, sempre secondo me, ha una idea irrealistica dell'amore. Sono una persona romantica, ma questo ideale sdolcinato ed etereo che ha, come se Kitty fosse un essere paradisiaco che non tocca terra perché pure la terra è indegna di essere calpestata da tale angelo, a me fa venire il voltastomaco. Sicuramente Levin è moralmente meglio di qualsiasi uomo comparso fino ad ora nel romanzo (non che ci volesse molto), ha dei valori onesti e sinceri, ma Tolstoj l'ha reso troppo perfettino in questo suo senso morale e, insomma, attendo che pure lui abbia qualche macchia per rendermelo più simpatico.
Kitty ha le idee confuse, credo che se la madre non si fosse intromessa, avrebbe potuto accettare la proposta di Levin perché ne era molto contenta (il cuore le scoppiava dalla gioia) e la sua ritrosia, secondo me, era dovuta più che altro all'inesperienza e ai doveri di figlia. Non ti scoppia il cuore per una proposta di matrimonio se non sei innamorata di colui che te la fa, per vanità puoi essere soddisfatta che un uomo te la faccia o anche lusingata, ma certamente questa enorme gioia e felicità non la provi se non ricambi i sentimenti e Tolstoj mi pare sia stato chiarissimo nel farci capire l'enorme gioia di Kitty. Poi, però, la ragazza si è persa e ha fatto lo sbaglio più grande della sua vita per uno come Vronskij .
Vronskij è un piacione patentato, uno a cui importa solo di divertirsi. Non pensa, perché è egoista, che per ottenere ciò che vuole sta illudendo e compromettendo una ragazza. Secondo me ha un ego smisurato visto che è pure contento che Kitty abbia rifiutato Levin perché così "ha vinto", pur sapendo di non avere alcuna intenzione di sposare la ragazza. Capisco che non abbia idea di cosa significhi famiglia per la sua infanzia, ma vive nel suo tempo e nella società, quindi doveva sapere che stare appiccicato a una ragazza significava matrimonio. Rimane folgorato da Anna e per ora non mi esprimo perché non è accaduto altro. Comunque, sostanzialmente su Vronskij la penso come il padre di Kitty, ma da prima che l'uomo parlasse alla moglie (insopportabile) e infatti mi sono stupita di avere dalla mia un altro personaggio
Anche di Anna non ho un parere favorevole. Il primo incontro con Vronskij sul treno mi aveva fatto immaginare una donna diversa, anche in casa Oblonskij avevo avuto questo pensiero, ma poi c'è stato il ballo. In casa Oblonskij non ho apprezzato le sviolinate alla cognata perché molte delle cose che ha detto sul fratello, secondo me, non corrispondono al vero. Capisco che l'abbia fatto con le migliori intenzioni (forse migliori per il fratello) e del resto sono cose che non avrebbero attecchito se non avessero trovato un terreno già fertile in Dolly che, come sappiamo, diceva di voler lasciare il marito ma non ci pensava sul serio perché ancora innamorata. Il problema di questa azione, secondo me, è che Stepan non cambierà modo di fare e mi aspetto che tra breve rifarà le corna alla moglie (si spera che stavolta sia più sveglio e intelligente). Comunque, tornando ad Anna, sempre in casa Oblonskij parla con Kitty e sa che lei e Vronskij se la intendono e dell'imminente matrimonio (che è esclusivamente nella mente dei parenti di Kitty) e ne è contenta. Al ballo, però, ho visto un'altra Anna, una che non è minimamente fredda e distaccata con Vronskij come era in stazione, anzi! La cosa che mi ha lasciato infastidita nel comportamento di Anna è che secondo me ha finto con Kitty perché già le piaceva Vronskij (e allora che senso ha fare la carina se hai già mire sul suo spasimante?). Non sono ancora sicura che ci sia stato un colpo di fulmine per lei, mentre mi sembra sia tale per Vronskij. Anna mi ha dato l'idea di una felice di essere adulata dal più figo della scuola, insomma dal partito migliore e più quotato del ballo, e di risaltare in mezzo a tante altre belle ragazze e anche più giovani. Non le vedo cattiveria, ma un po' di vanità sì. Indubbiamente Vronskij le piace, almeno un po', perché altrimenti non avrebbe accettato e ricambiato sguardi e civetterie, ma un conto è piacere e un conto è esserne innamorata. Mi sembra come quelle donne che non vengono praticamente guardate dal partner e si illuminano quando un tizio a caso, meglio se piacente, rivolge loro un complimento galante. La cosa che mi sento di dire è che, oltre alla parole di Dolly, anche da questa scena si può supporre (pur senza aver ancora conosciuto il marito) che il matrimonio con Karenin non sia felice perché una persona innamorata del proprio partner non civetta e non tradisce (e questo vale anche per Stepan).
Dopo tutto questo papiro di gente che non mi è piaciuta, voglio concludere con il fratello di Levin, Nikolaj. Non mi sono fatta ancora una idea chiara perché su di lui ho letto gli ultimi due capitoli e quindi è troppo poco, ma il suo caratteraccio e l'essere dipinto come uno scapestrato me lo rende già simpatico. Credo che il mio favore sia dovuto al fatto che mi sembra l'unico che non finga di essere meglio di quello che è e, anzi, forse fa pure il contrario... ma vedrò, come dicevo ho letto troppo poco per farmi una idea più completa, al momento sono solo prime sensazioni.
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da Nautilus:
Concordiamo sul fatto che Stepan meriterebbe tante mazzate, ma comunque è simpatico. Concordiamo anche sul fatto che Levin sia di una noia mortale (e su questo è in buona compagnia con il marito di Anna, anche se mentre Levin è buono, credo che Karenin sia dotato di una buona dose di cattiveria, ma a lui mi dedicherò a tempo debito).
Non concordiamo totalmente su Vronskij, anche se devo ammettere che ancora mi sfugge, sono in bilico, mi affascina, ma allo stesso tempo mi viene da dire ma ci fa o c'è?
Invece non concordiamo su Anna. Lei è una donna appassionata, vitale, a prescindere da Vronskij. Una passione e vitalità che cerca di frenare, ma non le riesce proprio. Ripeto, a prescindere da Vronskij, credo che comunque il motore di ogni sua azione sia la passione. Vronskij è rimasto folgorato da Anna e tutto quello che fa dall'incontro con lei è mosso dalla passione per lei, mentre per Anna non credo sia la stessa cosa. Lei ha una vitalità che per troppo tempo è stata repressa, Vronskij è stato solo il pretesto per far emergere quella passionalità che covava dentro e che comunque prima o poi sarebbe esplosa.
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La cosa che ho riscontrato è che nonostante qualche descrizione fisica fatta da Tolstoj, non riesco proprio a immaginare in carne e ossa i personaggi e questo, per il mio modo di leggere e vivere un libro, non è esattamente una cosa positiva perché è come se non fossero familiari, come se non esistessero... non so spiegarlo meglio, ma è come se fossero distanti e non riuscissi a vederli.
Mi rendo conto sempre più che l'unica che considera Karenin egoista ed egocentrico sono io
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Congiungendo con la "&" commerciale i nomi di Vronskj e Anna li hai fatti diventare una "ditta". "Vronskij & Anna" associati!bibbagood post=57196 userid=1044
Secondo me per farsi riuscire simpatici o meno Vronskij & Anna dipende anche un po´ che accezione si dà all´amore. Quella tra loro è secondo me solo una sorta di passione, di desiderio, per quanto riguarda Vronskij fine a se stesso (come avete detto, Anna è una sfida più succusa rispetto a quelle avute finora, e questo fa scattare il suo desiderio di doverla avere), per quanto riguarda Anna come via di uscita da una vita che non la soddisfa (e al posto di Vronskij poteva esserci chiunque). Ma nei primi capitoli della seconda parte, Anna, guardando il marito e ascoltandolo dire che lui la ama, pensa criticandolo che lui non sa cosa sia l´amore, come se invece quello che stanno è successo a lei e Vronskj si. Ma a me per adesso non sembra amore manco quello; come diceva Graziella commenti fa, l´amore dovrebbe essere un sentimento più complesso della semplice passione, fisica o meno. Anche Anna dice che come per vari tipi di intelletto ci sono vari tipi di teste, allo stesso modo per ogni amore c´è un cuore diverso (non ho il libro sotto mano per riportare la citazione, ma era più o meno così), quindi l´amore non è giustamanet eo nero o bianco, non c´è una definizione giusta e unica, dipende dalle situazioni, dalle persone, dai rapporti. Però se quello che tra Anna e Vronskik nelle prime 150 pagine è da definirsi amore, è secondo me dare un´accezione molto svilente e semplicistica a questo sentimento.
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Mi piace il tuo approccio verso Anna.Invece non concordiamo su Anna. Lei è una donna appassionata, vitale, a prescindere da Vronskij. Una passione e vitalità che cerca di frenare, ma non le riesce proprio. Ripeto, a prescindere da Vronskij, credo che comunque il motore di ogni sua azione sia la passione. Vronskij è rimasto folgorato da Anna e tutto quello che fa dall'incontro con lei è mosso dalla passione per lei, mentre per Anna non credo sia la stessa cosa. Lei ha una vitalità che per troppo tempo è stata repressa, Vronskij è stato solo il pretesto per far emergere quella passionalità che covava dentro e che comunque prima o poi sarebbe esplosa.
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Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!
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