Sono andata un po' avanti e ho letto Insieme e separati.
Non ho ben inquadrato questo racconto ma tanto so che poi mi aiuterete per una migliore interpretazione.
Leggendo ho pensato all'illusione dei due protagonisti di poter unire le loro anime (quasi fosse doveroso visto che lei ha quarant'anni e lui cinquanta), ma in realtà le loro frustrazioni e insoddisfazioni rendono impossibile la loro unione.
Lui è un uomo che piace molto, ma vive la forte frustrazione di non aver inseguito il sogno della scrittura. Lei è una donna sola che si bea della sua solitudine. Non si piacciono, ma lei spera di scoprire un uomo diverso da ciò che appare. Entrambi forse sperano di poter trasformare quella banale conversazione in qualcosa di più elevato, qualcosa che possa assomigliare all'amore. Entrambi però rifuggono quel sentimento che forse non hanno mai provato e di cui forse hanno anche paura. Forse è troppo tardi per provarlo. L'illusione di una loro unione scoppia come una bolla di sapone.
Mi sono fatta un film?
Che tu ti sia fatta un film è ottimo, visto che stiamo leggendo Virginia Woolf
Il mio film è un pochino diverso ma il senso mi pare simile. Non sono sicura che i protagonisti volessero provare a frequentarsi, perché lui afferma di avere già una moglie. Mi sono sembrati due adulti che vengono spinti da un'amica a conoscersi, forse perché quest'amica ritiene che siano un po' soli, e loro si sottopongono all'esperimento ma senza impegno o interesse, infatti sono concentrati su se stessi: lui sulla sua favolosa vita a Canterbury e i sogni infranti, lei sulla sua casetta in cui sta così bene. Quindi non si aprono, non sono veramente interessati a conoscersi. Addirittura scoprono di avere quella città in comune ma scelgono di far cadere la conversazione. Sembrano due anime che potrebbero essere affini, ma che per indolenza decidono di non provare a scoprirlo. Lui non vede l'ora di parlare di sé e di affascinare lei con la sua commedia già pronta, ma getta l'amo in attesa che lei abbocchi. Lei sa che potrebbe abboccare, saprebbe già come, però decide di lasciar stare. Per questo sono "insieme e separati", fisicamente insieme ma ognuno nella sua bolla che non ha voglia di far scoppiare.
Alla fine riescono comunque incredibilmente a incontrarsi per un attimo ed entrambi si spaventano così tanto dalla vicinanza che si è creata, che decidono si riallontanarsi con una frase di circostanza.
"Lui non le piaceva, eppure aveva gradito quel paragone tra una donna e un ciliegio. Le sue fibre stavano fluttuando capricciosamente di qua e di là, come i tentacoli di un anemone di mare, ora turgidi, ora ammosciati, e il suo cervello, chilometri lontano, su in aria, freddo e distante, riceveva messaggi che col tempo avrebbe elaborato così che quando la gente avesse parlato di Roderick Serle (che era in qualche modo un personaggio noto) lei avrebbe asserito senza esitazioni: «mi piace» o «non mi piace», e la sua opinione sarebbe rimasta per sempre la stessa. Un pensiero bizzarro, un pensiero solenne, in grado di gettare una luce singolare sulla natura dei rapporti umani."
Ho trovato interessante questo passaggio, che spiega qualcosa di molto frequente nei rapporti umani, forse sempre presente (?). Cerchiamo sempre di giudicare, anche inconsciamente, se una persona ci piace o no, ed è difficile accettare che possano piacerci degli aspetti e non piacerci degli altri e quindi possiamo non avere un'opinione netta. Alla fine dobbiamo sempre tirare le somme e decidere sì o no. è una cosa che ho notato anche in me e su cui cerco di lavorare.
bibbagood post=57663 userid=1044
Mi è piaciuto molto quando descrive come alcuni momenti inaspettati, perché semplici e senza aspettative, le arrecano improvvisamente pace e felicità, sono i momenti quotidiani in cui si rende conto che quel che ha le basta.
Quei momenti di presenza e accettazione che a mio parere dovremmo coltivare con gran cura, perché è possibile trasformare momenti inaspettati in momenti creati volutamente