Comunque sono abbastanza sicura che la storia è solo una, la donna è sempre la stessa, semplicemente in periodi diversi della sua vita. Ed è lei da anziana che ricorda gli altri due periodi della sua sua vita, nel momento in cui il marito le fa la rivelazione. Quel che non mi ha entusiasmato nella grand parte del finale sono le contraddizioni che continuavo a vedere, nel senso che i sembra che l'autore non fosse riuscito a creare un contesto in cui combacia tutto, come avviene invece nei romanzi della Christie da voi citati; qui continuavo a dirmi "eh ma allora perchè la vecchia durante tutto il libro dice che sente la moto?" e cose simili. Poi proprio nelle ultime pagine ho pensato che secondo me sono ricordi intensi, in cui è lei a riosservare quelle scene, e quindi ha senso che alcune cose non abbiano una vera e propria linearità, dal momento che uno stesso attimo viene descritto sia come è sia come è vissuto dalla vecchia nei suoi ricordi. Sarebbe interessante rileggerlo dopo aver conosciuto il finale e quindi soffermarsi suoi i vari aspetti; durante la prima lettura si cercano infatti indizi per cercare di capire chi è l'assassino, una seconda lettura farebbe cogliere forse più sfaccettature dei caratteri dei protagonisti, si empatizzerebbe forse più con loro. Anche perchè a me la vecchia anche se semplicemente ricorda Serenac, ne parla comunque in modo molto acido durante tutto il libro: forse per rabbia perchè l'ha abbandonata? Ma nel momento in cui ricorda già sa cosa è veramente successo. Bo, insomma, ci sono cose che non mi convincono del tutto, ma vabeh. Sicuramente delle ultime due pagine potevamo fare a meno, è vero che chiudono un circolo e si riesce almeno a capire che c entrava l'investigatore privato, però questo ricongiungimento mi sembra inutilmente un lieto fine a cuoricini.