Sabato, 06 Settembre 2025

Alla ricerca del tempo perduto - Discussione

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21/10/2018 19:00 #38667 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione

Sono arrivata a pag. 30, quindi ho già letto l'Incipit e sono oltre. Certo sarà un problema lasciarsi coinvolgere come tu dici PIER, dalle atmosfere e dai ricordi di Marcel, perché anch'io ho i miei ricordi e sono forse, dico forse un po' diversi, ma condivido con lui i ricordi di quando andavo a letto a sei, sette anni, al piano secondo di una villetta a Milano, via Sant'Eusebio, e ci stavo male in quella camera, perché avevo paura del buio, ed ero sola, gli altri erano al pianterreno. Mi ricordo che spostavo il letto dal muro in mezzo alla stanza e mi coprivo la faccia con lenzuolo e coperte.
Che dici, questo ricordo mi aiuterà ad identificarmi un pochino con il romanzo? A provare quel po' di empatia che serve al lettore per leggere un romanzo senza sentirsi costretto?
Vado avanti sperando di trovare un po' più di entusiasmo. :blink: :blink: :blink:


Graziella la parola "costretto" nell'ambito della nostra lettura di Proust appare luminosa come un "croco in mezzo a un polveroso prato". Ossia molto fuoriluogo.

Proust non può essere letto a dosi massicce perché le sensazioni che si hanno leggendo le sue parole devono sedimentarsi lentamente dentro di noi, eoccorre rileggere più volte un passo per gustarne finanche le virgole.

Graziella, mettiti quindi comoda, il viaggio sarà lungo. :)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
Tanti anni nel Club e nemmeno una medaglia!
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21/10/2018 20:27 #38670 da Francesca Granata
Risposta da Francesca Granata al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
Io ne sono incantata.
Una prosa, come si diceva oggi con qualcuno, che ubriaca.
Sono arrivata alla notte in cui la madre dorme in camera con Narrator bambino e gli legge un libro.
E ne sento finanche gli odori.
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21/10/2018 21:44 #38672 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
@ Pier grazie della spiegazione su Swann e Combray. Sono comoda ma impaziente, non amo le attese.
@ Francesca, dopo 30 pagine incomincio a capire anch'io, ci ho messo un po', sono arrivata al punto della mamma che dorme in via eccezionale nella camera del figlio, poi ho voluto finire il primo capitolo. Quindi mi sono fermata e andrò a leggermi l'introduzione di Luciano de Maria.

Nelle prime trenta pagine l'autore mi diverte facendo la descrizione dei suoi parenti, personaggi abbastanza comuni se si considera la classe e il tempo a cui appartengono: la prozia un po' pettegola, le due sorelle della nonna buffe e alquanto snob come lo è tutto quanto il "parentado"
Il povero Swann, che sicuramente frequenta a Parigi, persone abbastanza altolocate, viene considerato invece dai parenti poco più che una nullità.
La nonna di Narratore, una donna particolare, amante dell'aria, del sole, del vento è una persona piena di energia che non rinuncia a stare all'aperto neppure quando piove a dirotto.

Tuttavia, il solo tra noi per il quale una visita di Swann divenisse oggetto di preoccupazione dolorosa ero io. Le sere in cui c'erano gli estranei. o semplicemente Swann, la mamma, infatti non saliva nella mia camera. Pranzavo prima di tutti gli altri, e più tardi potevo sedermi a tavola ma soltanto fino alle otto, ora in cui era convenuto che salissi; quel bacio prezioso e fragile che di solito la mamma mi affidava mentre ero nel mio letto e sul punto di addormentarmi, mi toccava trasportarlo dalla sala da pranzo alla mia camera e tenerlo in serbo per tutto il tempo che impiegavo a spogliarmi, senza che la sua dolcezza si incrinasse"(pag. 29 edizione Mondadori Oscar.
Questo bambino, di forse sette o otto anni è ossessionato nel suo rapporto d'amore verso la madre, infatti anche in mezzo a un consistente gruppo di adulti che conversano amabilmente egli riflette e ci dice:
" Con gli occhi non lasciavo mia madre, sapevo che una volta a tavola non mi sarebbe stato permesso di restare per tutta la durata del pranzo e che, per non contrariare mio padre, la mamma non si sarebbe lasciata baciare a più riprese davanti agli altri come se fossimo stati in camera mia." (pag. 34)
Finito il primo capitolo nel quale secondo me l'autore affronta il tema "del tempo perduto", delle cose e della vita che hai vissuto e che col tempo dimentichi e che puoi ricordare solo con un gesto di volontà e di intelligenza., ma che viceversa ti ritornano alla memoria in modo strano, bevendo da adulto, una tazza di the e mangiando un pezzetto di "madeleine" imbevuto.
"così per il nostro passato. E' uno sforzo vano evocarlo, inutili tutti i tentativi della nostra intelligenza. Se ne sta nascosto al di là del suo dominio e della sua portata, in qualche insospettato oggetto materiale (nella sensazione che questo ci darebbe) Questo oggetto dipende dal caso che noi lo incontriamo prima di morire, oppure che non lo incontriamo mai." Parole molto introspettive, come ovvio, Freud aveva già incominciato la sua autoanalisi che lo ha portato al suo metodo nel quale ci sono anche quelle che lui chiama le "associazioni libere" tanto utili per far riaffiorare il "rimosso"

Prometto a Pier che farò di tutto per non essere troppo impulsiva durante la lettura e se anche non sono quella "ruminatrice" che potrei essere se fossi nata nel mese di maggio sotto il segno del Toro :laugh: :laugh: :laugh: sotto il quale lui sta in buonissima compagnia con Carlo Marx e Sigmund Freud, ma in aprile, rileggerò alcune parti e cercherò di riflettere prima di scrivere, ora che non mi sento più "costretta". Sono riuscita a superare i pareri negativi su Proust di madre (mia) e di figlio (mio)

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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21/10/2018 21:56 #38674 da Francesca Granata
Risposta da Francesca Granata al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
Ho iniziato a leggere questa introduzione, ma non la sto trovando particolarmente rivelatrice...
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22/10/2018 08:55 #38676 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione

Ho iniziato a leggere questa introduzione, ma non la sto trovando particolarmente rivelatrice...


Le introduzioni che disvelano troppo andrebbero abolite Luciano De Maria (curatore dell'introduzione) non credo abbia commesso questo peccato. E' una semplice "introduzione" all'opera. ;)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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22/10/2018 08:59 #38677 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione

Prometto a Pier che farò di tutto per non essere troppo impulsiva durante la lettura e se anche non sono quella "ruminatrice" che potrei essere se fossi nata nel mese di maggio sotto il segno del Toro :laugh: :laugh: :laugh: sotto il quale lui sta in buonissima compagnia con Carlo Marx e Sigmund Freud, ma in aprile, rileggerò alcune parti e cercherò di riflettere prima di scrivere, ora che non mi sento più "costretta". Sono riuscita a superare i pareri negativi su Proust di madre (mia) e di figlio (mio)


Gemelli di segno. :P

Tua madre forse non conosceva la versione di Raboni e tuo figlio avrà letto la versione che ha trovato in casa.:laugh: :laugh: :laugh:

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22/10/2018 16:27 #38691 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione

Prometto a Pier che farò di tutto per non essere troppo impulsiva durante la lettura e se anche non sono quella "ruminatrice" che potrei essere se fossi nata nel mese di maggio sotto il segno del Toro :laugh: :laugh: :laugh: sotto il quale lui sta in buonissima compagnia con Carlo Marx e Sigmund Freud, ma in aprile, rileggerò alcune parti e cercherò di riflettere prima di scrivere, ora che non mi sento più "costretta". Sono riuscita a superare i pareri negativi su Proust di madre (mia) e di figlio (mio)


Gemelli di segno. :P

Tua madre forse non conosceva la versione di Raboni e tuo figlio avrà letto la versione che ha trovato in casa.:laugh: :laugh: :laugh:


Sicuramente mia madre non conosceva la versione di Raboni dato che aveva Einaudi, e mio figlio ha letto Proust direttamente in francese perché essendo stato a Lingue e letteratura europea specializzazione in francesistica (che vuol dire cinque anni di francese in tutte le salse) non ha proprio, a quanto pare amato Proust, ma non essendo lui il verbo divino.....
Lo dico per spiegare le mie "resistenze" che però si sono dissolte con l'inizio della lettura del primo libro. Quello che cerco sempre in ogni cosa che leggo o anche in ogni film che vedo è la costruzione o meglio, detto in parole povere, dove vuole andare a parare l'autore, cioè cosa vuol dire di sé e degli altri, cosa vuol dire del mondo, come vuole rappresentarselo, come vuole rappresentarcelo. Insomma cosa ha da dirmi che io non so già. Certo la forma ha la sua importanza, è come una sinfonia, senza la tecnica non puoi nemmeno dipingere, ma non puoi solo limitarti a dipingere perfettamente, devi trasmetterci emozioni, se no non sei un'artista. E' come guardare un quadro di Segantini, piuttosto che un imbratta tele del '6/700. Insomma il discorso sull'arte è lungo ed è facile discordare su questo argomento.:evil: :evil: :evil:
Ma mi fa molto piacere discuterne con te, anche se non stai con Marx e Freud, ma con Dante (era dei gemelli appunto):unsure: :unsure: :unsure:

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(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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23/10/2018 09:54 #38703 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
"Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano Petites Madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una “cappasanta”. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino di tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua causa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo nulla di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda. È tempo che mi fermi, la virtù del filtro sembra diminuire. È chiaro che la verità che cerco non è lì dentro, ma in me. La bevanda l’ha risvegliata, ma non la conosce, e non può che ripetere indefinitamente, ma con sempre minor forza, la stessa testimonianza che io non riesco a interpretare e che vorrei almeno poterle chiedere di nuovo ritrovandola subito intatta, a mia disposizione, per un chiarimento decisivo. Poso la tazza e mi volgo verso il mio spirito. Trovare la verità è compito suo. Ma in che modo? Grave incertezza, ogni volta che lo spirito si sente inferiore a se stesso; quando il cercatore fa tutt’uno con il paese ignoto dove la ricerca deve aver luogo e dove tutto il suo bagaglio non gli servirà a nulla. Cercare? Di più: creare. Eccolo faccia a faccia con qualcosa che non esiste ancora e che lui solo può realizzare e far entrare, poi, nel raggio della sua luce.
Ricomincio a domandarmi che cosa poteva essere questa condizione ignota, che non adduceva alcuna prova logica, bensì l’evidenza della sua felicità, della sua realtà davanti alla quale le altre svanivano. Cercherò di farla riapparire. Retrocedo col pensiero al momento in cui ho sorbito il primo cucchiaino di tè. Ritrovo lo stesso stato senza una chiarezza nuova. Chiedo al mio spirito di fare un ulteriore sforzo, di richiamare ancora una volta la sensazione che sfugge. E perché niente possa spezzare lo slancio con il quale cercherà di riafferrarla, tolgo di mezzo ogni ostacolo, ogni idea estranea, metto al riparo le mie orecchie e la mia attenzione dai rumori della stanza accanto. Ma quando m’accorgo che il mio spirito s’affatica senza successo, lo induco invece a prendersi quella distrazione che gli negavo, a pensare a qualcos’altro, a ritemprarsi prima di un tentativo supremo. Per la seconda volta gli faccio il vuoto davanti, lo rimetto di fronte al sapore ancora recente di quella prima sorsata e dentro di me sento tremare qualcosa che si sposta, che vorrebbe venir su, come se fosse stato disancorato a una grande profondità; non so cosa sia, ma sale lentamente; avverto la resistenza, percepisco il rumore delle distanze attraversate."

Da "Dalla parte di Swann", MArcel Proust.

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Ringraziano per il messaggio: Novel67, Graziella
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23/10/2018 11:29 #38707 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
Quasi quasi il libro lo leggo qua, grazie Pierbusa!!! :lol:

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”
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23/10/2018 19:42 #38714 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Alla ricerca del tempo perduto - Discussione
Vi segnalo questa Guida alla lettura di “La strada di Swann” a cura del GDL di Cologno Monzese.

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

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