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Il 21 marzo di ogni anno, proprio insieme all'arrivo della primavera, cade la Giornata mondiale della Poesia, istituita dall'Unesco. Le idee per celebrarla sono molte: recitare a memoria una poesia che abbiamo imparato ai tempi della scuola per capirne finalmente il significato più profondo, leggere filastrocche e poesie ai nostri bambini, partecipare a un evento, andare in libreria o in biblioteca e scegliere una silloge. Oppure, provare a scrivere una poesia! Con tecniche come il caviardage (spesso associato a found poetry e blackout poetry) è più facile di quel che sembra e si può mettere in gioco tutta la nostra creatività.

 

Negli ultimi anni sta diventando sempre più popolare questo modo particolare di "fare poesia" e vale senz'altro la pena sperimentarlo, anche per chi pensa di non avere particolare vena poetica. Il processo creativo non parte, come nella scrittura poetica tradizionale, da un foglio bianco, ma da una pagina già scritta.

Come funziona?

  1. Si strappa una pagina a caso da un vecchio libro, da un libro da macero, da un libro rovinato (se strapparla ci fa comunque troppo male, va bene anche fotocopiarla o semplicemente stamparla, scaricando gratuitamente i libri che ci interessano da siti come Liber Liber), meglio se un romanzo;

  2. Si legge la pagina alla ricerca di parole che colpiscono la nostra attenzione e si cerca poi di costruire un testo "coerente": non lasciamoci scoraggiare se ciò richiede tempo e pazienza;

  3. Si mettono in evidenza le parole prescelte, che costituiscono la nostra poesia, e si anneriscono/coprono tutte le altre;

  4. Si decora la pagina utilizzando le tecniche artistiche più disparate: collage, zentangle, disegni con pennarelli, matite, pastelli, tempere, acquerelli… persino filo da cucito a collegare una parola all'altra (opzione utile, da realizzarsi anche con un semplice pennarello, soprattutto se le parole non sono posizionate di seguito nella pagina, per creare un percorso dall'una all'altra nell'ordine desiderato): insomma, tutto è concesso!

 

Il primo a sperimentare questa tecnica fu, agli inizi del Novecento, il poeta dadaista Tristan Tzara, che componeva poemi utilizzando parole ritagliate dai giornali. Alla fine degli anni Cinquanta, lo stesso fece lo scrittore William S. Burroughs, elaborando insieme al pittore Brion Gysin la tecnica del cut-up: ritagliare parole da un testo, mischiarle e generare un nuovo testo – con un nuovo significato.
Fu nel 1966 che nacque la tecnica del caviardage (dal verbo francese caviarder, annerire), prendendo non ritagli da un testo, ma un'intera pagina e lì andando alla ricerca della poesia nascosta tra le righe. Il pittore inglese Tom Phillips acquistò, infatti, in quell'anno un romanzo vittoriano di seconda mano (A Human Document di W.H. Mallock) e ne trasformò poi ogni pagina in un caviardage. Il primo libro, contenente 367 pagine di "poesie visive", fu pubblicato nel 1973 col titolo A Humument: A Treated Victorian Novel e divenne un vero "work in progress". Vi furono infatti sei edizioni rivedute (nella versione del 1980, ad esempio, più di metà delle pagine furono sostituite da nuovi caviardage), la cui ultima e finale è stata pubblicata nel 2016.

Il caviardage, da generica "tecnica", è diventato anche un metodo di scrittura poetica grazie a Tina Festa. Materana dalla personalità poliedrica, laureata in lingue e letterature straniere, ceramista, insegnante certificata in Metodo Zentangle, insegnante di scuola primaria ha creato il Metodo Caviardage®, che offre un'ampia offerta formativa comprendente da un lato laboratori esperienziali aperti a tutti e dall'altro corsi di formazione e specializzazione professionale rivolti a professionisti come counselor e terapeuti, ma anche a insegnanti che vogliano proporlo ai propri alunni sin dalla scuola primaria. Tina Festa ha anche scritto un manuale, Trovare la poesia nascosta. Educare alla bellezza con il Metodo Caviardage (Edizioni la meridiana, 2019), che introduce al metodo e incoraggia a sperimentarlo in tutte le sue declinazioni, per aiutare a centrarci e a meglio comprendere noi stessi, per metterci in gioco attraverso la creatività. Il sito Sono in Movimento offre, inoltre, tre video introduttivi al metodo. Cerchiamo e troviamo anche noi la poesia nascosta, è proprio lì: in ogni pagina che leggiamo.

(articolo a cura di Elisa Kirsch)

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