
Oggi, 27 marzo, è la Giornata Mondiale del Teatro. Ideata dai membri del IX Congresso dell'Istituto Internazionale del Teatro nel 1961, si celebra ormai da più di sessant'anni ed è divenuta simbolo di libertà e cultura. Perché il Club del Libro dovrebbe parlare di teatro? Rispondiamo con una significativa frase di Tiziano Terzani:
"L'arte ci consola, ci solleva, l'arte ci orienta. L'arte ci cura. Noi non siamo solo quel che mangiamo e l'aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, […] i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato."
Come ogni anno è chiesto ad un esponente delle arti sceniche di esprimere le proprie riflessioni. In attesa del cosiddetto "messaggio internazionale" del 2023, riportiamo una frase del discorso di Peter Sellars, portavoce 2022: "Il teatro è la forma artistica dell'esperienza."
La recitazione è un'arte tra le più remote risalente all'antica Grecia, è sempre stata l'espressione delle vicende umane, dell'esperienza. La catarsi di cui parlava Aristotele è qualcosa di tangibile, una sensazione concreta che anche attraverso il rosso del sipario e delle poltrone, è in grado di percorrere i nostri corpi. Il teatro urla la verità, ricorda che abbiamo a disposizione un solo tentativo in questo enorme gioco e dobbiamo sfruttarlo al meglio.
Per festeggiare questa giornata attraverso i nostri strumenti migliori, i libri, non possiamo non citare Novecento, monologo teatrale di Alessandro Baricco. Pubblicato nel 1994, l'autore lo compose per farlo interpretare a Eugenio Allegri che, con la regia di Gabriele Vacis, ne fece uno spettacolo. Baricco disse: "Adesso che lo vedo in forma di libro, mi sembra piuttosto un testo che sta in bilico tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce." Non c'è esempio migliore di una crasi come questa tra letteratura e teatro. Il monologo è interpretato in prima persona dal personaggio di Tim Tooney, un trombettista del transatlantico Virginian che narra l'originale storia di Novecento.
Riguardo Novecento, Tim racconta:
"In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia… Tutta scritta, addosso."
In questo giorno, attraverso il personaggio e l'evento, vogliamo invitarvi ad essere come Novecento. Guardatevi intorno, osservate le persone, ascoltate le loro storie perché solo grazie ad esse anche la vostra sarà completa. Leggete libri e andate al teatro, nutritevi dell'arte e diffondete l'amore e l'interesse per la cultura; in un mondo violento ed indifferente, solo così ci salveremo.
(articolo a cura di Sveva Serra)
Se vuoi collaborare con la Rubrica Letteraria del Club del Libro, segnalarci iniziative interessanti o semplicemente comunicare con noi, scrivici a: