images/rubrica-letteraria/i-drammaturghi-piu-famosi-di-tutti-i-tempi.png

Il teatro esiste fin dall'antichità, praticato dalle comunità indigene in tutto il mondo. I Nahuatl, popolo precolombiano dell'America centrale, amava molto le rappresentazioni teatrali, legate nella loro cultura al ciclo delle stagioni. Veniva, infatti, celebrata con uno spettacolo l'estate e il rinnovo della fertilità. Anche gli Eschimesi, ad esempio, celebravano con una rappresentazione teatrale la fine della notte polare. Nessuno si stupirà del fatto che in Occidente la storia del teatro nasce nella Grecia antica, ed è proprio da lì che inizia il nostro percorso sui drammaturghi più famosi di tutti i tempi. Non saranno certamente tutti, ma elencheremo quei dieci così celebri da avere influenzato la cultura, l'arte e la stessa società.

Sofocle – Antica Grecia

Siamo ad Atene nel 496 a.C., è qui che nasce uno dei drammaturghi greci più famosi, che scrisse ben centoventitré tragedie, delle quali ce ne restano ben poche, soltanto sette, tra cui Antigone. La celebre opera narra di Antigone, figlia del rapporto incestuoso tra Edipo (re di Tebe) e la sua stessa madre, Giocasta. Antigone viene condannata dal nuovo re Creonte a vivere tutta la sua vita imprigionata in una grotta per aver dato sepoltura al fratello ribelle. È questa forse la tragedia più famosa di Sofocle, che ha attraversato i secoli e viene ancora oggi messa in scena nei teatri.

Euripide – Antica Grecia

Siamo ancora nell'antica Grecia, questa volta nei pressi del mare, sull'isola Salamina, patria di Euripide. Scrittore di tragedie, di cui ne sono giunte ai giorni nostri diciannove. Tra queste, la bellissima basata sul mito di Medea. La passione e l'amore di questa donna fanno da trama: Medea aiuta il marito Giasone a rubare il vello d'oro (manto dai poteri magici della mitologia greca) e abbandona la famiglia per vivere con lui a Corinto. Giasone la ripudia, per sposare la figlia del re di Corinto, Glauce. Medea furiosa decide di vendicarsi, finge rassegnazione e invia alla nuova sposa una veste avvelenata, uccidendo lei e suo padre, il re. Per la prima volta la passione di una donna è il centro della scena.

William Shakespeare – Inghilterra

Si fa un salto nel tempo e nello spazio per arrivare ad uno dei più grandi, se non forse il maggiore in assoluto, William Shakespeare, drammaturgo e poeta inglese che ha fatto la storia del teatro. Romeo e Giulietta è la sua opera più conosciuta, ma qual è invece la sua primissima opera? Si dice che la prima opera sia stata Enrico VI, scritta quando non era ancora trentenne e che racconta del difficile regno di questo sovrano tra il 1422 e il 1471.

Anton Čechov – Russia

Si vola in Russia nel Novecento, per incontrare uno dei drammaturghi più acclamati, i cui testi sono materiale di studio di tutti gli alunni delle scuole di teatro. Čechov nacque in una famiglia umile, con un padre violento, ultimo di cinque figli. Una delle opere più conosciute e interpretate è Zio Vanjia, dallo stile tragicomico, dramma delle occasioni perse. Il protagonista Zio Vanja si rende conto che l'illustre professor Serebrjakov, di cui per anni ha amministrato la tenuta, venuto per un periodo ad abitarci con la nuova moglie, è solo un uomo vile e mediocre. Prova a sedurre la moglie Elena, senza successo, e inizia così a detestarlo a tal punto da sparargli ma, fallendo la mira, non riesce a colpirlo. Quando il professore torna in città con la moglie, Zio Vanja rimane nella sua condizione d'insoddisfazione, malinconica e triste.

Eugène Ionesco - Romania

Drammaturgo rumeno del Novecento, per metà anche francese, è Eugène Ionesco. Raggiunge il massimo successo con Il rinoceronte, opera scritta nel 1959, che fa parte del teatro dell'assurdo. È un'opera molto attuale, con personaggi grotteschi e divertenti nella loro tragicità. Nel piccolo paesino francese dove vive il funzionario Bérenger, accade che le persone iniziano a trasformarsi in rinoceronti. Dopo lo sconvolgimento iniziale, quest'orribile cambiamento in bestie viene accettato. I personaggi allora auspicano la trasformazione e alla fine rimane solo Bérenger, nella solitudine di essere umano ancora Uomo di fronte alla disumanizzazione delle masse, metafora dell'ascesa dei totalitarismi, il cui potere politico appiattisce la volontà e la personalità.

Molière – Francia

In arte Molière, il suo nome vero è Jean-Baptiste Poquelin. Il grande commediografo francese inizia la sua carriera nel 1641 portando a termine gli studi e cominciando a frequentare l'ambiente teatrale, fino a costituire una compagnia di dieci membri. È solo dopo vent'anni che arriva però il vero successo con Sganarello o Il cornuto immaginario, dove il protagonista, per l'appunto Sganarello, è coinvolto in una serie di equivoci, improbabili tradimenti e un possibile matrimonio di due giovani, con un crescendo di conversazioni dal ritmo comico e incalzante e un lieto fine per tutti i personaggi.

Luigi Pirandello – Italia

Il drammaturgo italiano che ha rivoluzionato il concetto stesso di teatro è Luigi Pirandello. Molto discusso e criticato nella sua epoca, fu poi insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1934. La sua opera teatrale più famosa è sicuramente Sei personaggi in cerca d'autore, rappresentata per la prima volta nel 1921 al Teatro Valle di Roma. In quell'occasione sembra che quasi si generò un subbuglio, tra gli insulti all'autore e le grida "Manicomio! Manicomio!": se alcuni nel pubblico erano entusiasti, altri si sentivano presi in giro e si scagliarono contro Pirandello, lanciandogli monetine di rame. Qui l'autore sperimenta il teatro nel teatro, stravolgendo tutte le regole. La scena si apre con una compagnia teatrale sul punto di iniziare le prove quando, dal fondo della sala, ecco arrivare sei personaggi in cerca d'autore – non attori ma personaggi veri, una famiglia con una storia da raccontare. Con questa commedia Pirandello porta in una nuova dimensione il teatro in cui non si recita, ma si vive lo spettacolo.

Eduardo De Filippo – Italia

Nato a Napoli, figlio di un attore e di una sarta di teatro, Eduardo De Filippo, è considerato uno dei più grandi drammaturghi italiani del Novecento. Con i due fratelli fonda la compagnia del Teatro Umoristico "I De Filippo", con cui mettono in scena diverse opere dal forte spirito comico come, ad esempio, la commedia Quei figuri trent'anni fa. La compagnia mette in scena l'opera considerata ormai la più famosa: Natale in casa Cupiello dallo stile tragicomico, che ruota intorno a cinque giorni e ha come protagonista Luca Cupiello, amante delle tradizioni, pronto a dedicarsi alla composizione del Presepe. Le peripezie della sua famiglia renderanno però ardua questa impresa. Dall'opera è stato poi tratto il film omonimo con attore protagonista Sergio Castellitto.

Harold Pinter – Inghilterra

Harold Pinter è nato a Londra il 10 ottobre 1930 e morto il 24 dicembre 2008. La sua prima opera, The Room, è messa in scena dagli studenti dell'Università di Bristol quando lui ha ventisette anni. Le sue prime opere sono definite "commedie della minaccia" poiché iniziano in modo tranquillo per arrivare a situazioni assurde e minacciose imbastite dagli stessi personaggi. Il suo genio nasce dalle piccole cose come ad esempio per Party Time, commedia nata a seguito di una conversazione durante una festa, come lui stesso ammette: "Una sera mi trovavo ad una festa. Mi avvicino a due giovani signore turche che stavano chiacchierando tra di loro: 'Cosa ne dite delle torture che avvengono nel vostro paese?' Mi guardarono sbalordite: 'torture? Quali torture?' 'Ma come? Non sapete che ogni giorno vengono torturati decine e decine di uomini nel vostro paese?' 'Ma no, vi sbagliate, solo i comunisti vengono torturati.' Invece di strangolare le due signore me ne tornai a casa e cominciai a scrivere Party Time".

Caryl Churchill – Inghilterra

Caryl Churchill è la più famosa drammaturga inglese contemporanea. Le sue opere sono definite "postmoderne" poiché hanno spesso trame surrealistiche o frammentate. Tra i temi che affronta c'è il femminismo e vince l'Obie Award come miglior opera con Top Girls, in cui affronta il tema della denaturalizzazione delle donne nella ricerca spasmodica di essere leader in ambienti lavorativi dominati dall'uomo. Il suo primo dramma di successo è stato Settimo Cielo, un'opera teatrale andata in scena nel 1979 dove tutto è incredibilmente al contrario. Gli uomini sono interpretati da donne e le donne da uomini, i neri da bianchi e viceversa, e anche le età degli attori sono a volte sbagliate rispetto a quelle dei personaggi (la piccola Cathy viene, ad esempio, interpretata da un uomo di mezz'età). In questo mondo capovolto, lo spettatore vede la rigida società cui è abituato sgretolarsi e perdere consistenza, mentre appare chiaro il pregiudizio di razza che diventa lo specchio dell’oppressione sessuale.

(articolo a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)

Se vuoi collaborare con la Rubrica Letteraria del Club del Libro, segnalarci iniziative interessanti o semplicemente comunicare con noi, scrivici a:

Mail