io l'ho terminato stamattina. spero proprio che restiate soddisfatte della piega che Pennac fa prendere alla storia! io lo sono
durante la lettura mi sono segnata un paio di punti particolarmente interessanti. ad esempio il discorso sull'identità. Julie punzecchia Benjamin sul suo ruolo di capro espiatorio e lo accusa di "recitare sempre la parte dello stronzo. Non vorresti essere te stesso, una volta nella vita?". ma, quando Malaussène gira l'interrogativo alla Regina Zabo, questa risponde col suo classico cinismo fatto al 100% di verità: "L'identità, cos'è questo snobismo? Crede che siamo 'noi stessi' intorno a questo tavolo? Essere 'se stesso', signore, significa essere il cavallo giusto, al momento giusto, sulla casa giusta della scacchiera giusta!".
mi fa anche impazzire il modo in cui Benjamin si definisce "fratello di famiglia" ci trovo racchiusa tutta l'essenza del suo amore

Anche io ho sottolineato lo stesso passaggio sul tema identità!

Tra l'altro ho trovato Malaussene molto più protagonista in questo terzo romanzo!

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Iniziato oggi. Ho sempre più impressione che ogni suo libro, più si va avanti, meglio è. Le prime 50 pagine della Prosivendola mi sono piaciute parecchie. Credo che uno dei motivi è anche il cominciare a capire il linguaggio di Pennac, assai metaforico quanto fantasioso oltre che illuminante.

Sono a metà del terzo romanzo... ma quanto mi dispiace per le vicende che accadono ai Malaussène! Ma povero Benjamin... e che tenerezza la piccola Clara. Mi sono troppo affezionata a tutti questi fantastici e stranissimi personaggi. Adesso sono troppo curiosa di capire come si concluderà la prosivendola...
Il ciclo Malaussène è diventato la mia droga!! Aiuto!!

sì, Sara, i Malaussène creano dipendenza mi ricordo che, quando ho letto la saga per la prima volta, più di 10 anni fa, ero tristissima alla fine dell'ultimo romanzo. questa volta però ci sarà un capitolo in più da leggere, visto che l'anno scorso Pennac ha pubblicato un altro romanzo della saga me felice!

effettivamente non smetterei mai di leggerli sono quasi alla fine del secondo volume e non vedo l'ora di iniziare il terzo che da come nello dai vostri commenti sembra essere ancora più accattivante dei primi due

Ho finito la prosivendola ieri sera. Questo terzo volume l'ho praticamente divorato specialmente la seconda parte. Forse ho trovato un tantino forzato il Ma poi se ci rifletto bene parlare di forzatura nel ciclo di Malaussène non ha senso... le disavventure di questa famiglia sono molto strambe e surreali e mi piacciono proprio per questo. Ne resto dipendente! Non vedo l'ora di divorare i prossimi libri del ciclo.

infatti, Sara, è così: il surrealismo è parte integrante delle vicende Malaussène. e a mio parere uno dei motivi per cui questi personaggi sono così incredibilmente affascinanti

bella gente, vi ricordo che il 15 giugno iniziamo con "Signor Malaussène", per il quale, essendo un po' più voluminoso, ci siamo dati un mese e mezzo di tempo

ho appena terminato la fata carabina e questo secondo volume conferma la stranezza e bellezza di questa famiglia.... è un libro veramente inaspettato ancor più scorrevole del primo (credo perchè lo scrittore qui è molto più fluido nel racconto) e ti prende fino all'ultima pagina pieno di colpi di scena (credetemi per me era tutto offuscato fino alla fine) ed entrano in scena 2/3 personaggi nuovi : la vedova Ho, Van Thian (stessa persona con due anime diverse) e Pastor(credo che questo romanzo si incentri molto sulla sua persona)........
non so cosa aspettarmi nel terzo volume è una famiglia veramente surreale che si trovano sempre in mezzo ai guai credo che sia la maledizione del lavoro di Benjamin (capo espiatore di tutto ciò che succede nel mondo).....
lunedì inizio il terzo volume e saremo a vedere che succede............. e stasera inizio furore

Finito oggi il terzo della saga della famiglia strampalata Malaussene. Confermo, quanto scritto precedentemente, che il primo mi era piaciuto ... il secondo di più e questo ancora di più. Speriamo di continuare così.

Inoltre Pennac non perde occasione di trattare argomenti di grandissima attualità, seppur affrontati con uno stile che ben gli riconosciamo. In questo libro accenna il discorso del percorso di rieducazione per chi va in carcere e l'eterno dilemma del fine vita, quando una persona è in coma cerebrale.

Una saga che mi sta avvincendo sempre di più.