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Lo Staff del Club del Libro comprende diversi volontari, che si occupano ognuno prevalentemente di una sezione del sito, tra cui il Forum, colonna portante del Club, e la Rubrica Letteraria, coordinata da Elisa Occhipinti Kirsch (conosciuta anche come @ZiaBetty). Ma forse non tutti sanno che anche tra gli utenti c'è chi fa di questo hobby un lavoro, come ad esempio Maria Chiara (alias @lettereminute).
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistarla e di chiederle come funziona il suo lavoro.

Il Club del Libro: Ciao, Maria Chiara! Innanzitutto, come stai? Come ti senti per questa intervista?
Maria Chiara Tamani: Ciao, Sara! Tutto bene, grazie. Questa è la prima volta che vengo intervistata. Mi è capitato più spesso il contrario, quindi sono curiosa di provare l'esperienza "dall'altra parte". Grazie per aver pensato a me!

Quando è nata questa tua passione? C'è qualcuno che ti ha fatto appassionare a questo mondo? La passione per la lettura è stata d'aiuto nel farti intraprendere questo lavoro?

La passione per la lettura è stata senz'altro determinante nell'avvicinarmi alla mia professione, anche se, ti dico la verità, lavorare in campo editoriale non mi era mai passato per la testa fino a quando non mi è capitato di farlo. Senza dubbio un ruolo importante l'ha avuto la mia coordinatrice, Francesca Tolaini, una persona che è stata importantissima per me anche a livello personale. Francesca mi ha dato fiducia da subito, riconoscendo in me un'inclinazione particolare per questo lavoro, ed è per me un vero punto di riferimento quando si tratta di costruire un'atmosfera gentile e collaborativa. In redazione scherziamo spesso sui "difetti" che ci rendono dei bravi redattori… come una buona dose di maniacalità! Che poi è un sintomo di passione, quando non è fine a sé stessa. Insomma, lavorare coi testi ti deve piacere proprio. Se non hai la passione può essere un lavoro noiosissimo.

Immagino che il mondo dell'editoria sia vago, anche se si conosce davvero poco. Di cosa ti occupi?

L'editoria è davvero vasta, e ogni settore fa un po' mondo a sé, ha il suo pubblico di riferimento, e anche le sue logiche produttive. Per esempio, avendo lavorato soprattutto in digitale ho avuto poco a che fare con aspetti di stampa e distribuzione, mentre sono molto ferrata nella progettazione di ambienti di apprendimento virtuali. Che è tutto un altro modo, per chi studia, di interagire con i contenuti, rispetto allo sfogliare un libro… ma il fine è sempre lo stesso: incamerare informazioni, comprendere ciò che si apprende, saper rielaborare le conoscenze acquisite.

Sul Club del Libro ti firmi dicendo che lavori anche per il web. In questo ambito, invece, di cosa ti occupi?

È vero, mi firmo sempre così! Anche nei biglietti da visita, o sul sito, mantengo questa doppia anima di "redattrice editoriale e per il Web". A volte mi definisco anche come "redattrice digitale" perché, come raccontavo, sono nata così. Scrivere testi per il Web mi viene abbastanza spontaneo. Ho curato le comunicazioni per il consorzio universitario con cui collaboro, variando molto anche i canali (social network, newsletter, testi per i siti, articoli per la sezione blog ecc.), per non parlare del micromondo delle piattaforme didattiche, in cui non sono presenti solo i testi da studiare ma anche, banalmente, le guide e i testi di "servizio". Ogni canale ha le sue regole di ingaggio, e la lettura su schermo segue regole diverse da quella su carta: pensiamo solo all'interazione che sullo schermo c'è tra testi e altri elementi multimediali come immagini, audio e video.

Sicuramente per un redattore essere al passo con i "trend" letterari è davvero molto importante. Quali mezzi usi per tenerti sempre al passo, senza mai rimanere indietro?

C'è davvero l'imbarazzo della scelta: blog e riviste di settore, gruppi di professionisti e forum, e poi gli eventi. Naturalmente non è possibile leggere tutto, o partecipare a tutto, perciò, per quanto possa suonare banale, vado dove mi porta il cuore.
Naturalmente leggo articoli di settore, specie quelli scritti da altri professionisti. Ma anche il Club del Libro è un ottimo modo per tenersi aggiornati! Si parla spesso delle novità, e si discute anche di trend e si tastano le reazioni dirette dei lettori. La modalità forum poi permette di esprimere (e leggere) dei pareri molto articolati, che vanno ben al di là del like o dei commenti su Instagram, più stringati o poco significativi (mettere un like può voler dire anche semplicemente "bella foto, mi piace l'estetica"). Tra i social utilizzo volentieri Instagram, che è più nelle mie corde rispetto ad altri come TikTok, che pure sta sviluppando una nutrita community di lettori. Ma il dono dell'ubiquità non ce l'ho, e questi strumenti portano via energia. Ogni social network è una sorta di ecosistema, quindi è meglio utilizzarne pochi ma ambientarcisi bene. Io uso Instagram sia per informarmi che per fare rete, è un ambiente vivace e risponde alle mie esigenze.
Poi come dicevo ci sono le fiere e gli eventi. Io partecipo a poche fiere nel corso dell'anno, ma regolarmente. Mi piacciono quelle piccole e presenziare soprattutto i primi giorni, quando gli editori sono "freschi" e chiacchierano più volentieri. Abitando a Pisa, per me è imperdibile il Pisa Book Festival, che ha anche una sua storia e una sua importanza nel panorama dell'editoria indipendente. Sogno un giorno di andare al Salone del libro di Torino, ma con le proporzioni che ha acquisito ora so già che sarà un'esperienza epica e dovrò arrivarci preparata… anche psicologicamente!

Ci sapresti spiegare come si svolge la correzione di un testo? Quali sono i passaggi essenziali?

A seconda del tipo di testo, possono esserci davvero tanti livelli da controllare e che potrebbero richiedere dei momenti dedicati. Per esempio, per quanto riguarda i testi di settore, ogni disciplina può avere degli elementi particolari che bisogna decidere come trattare (termini tecnici, formule matematiche, citazioni, esempi ecc.). Saggi, tesi e ricerche hanno note, appendici e bibliografia che devono rispettare un formato coerente, e così via. Ma anche un testo di narrativa, se particolare, può contenere degli elementi che vanno in qualche modo codificati e utilizzati in maniera coerente (citazioni, scambi di messaggi, flashback ecc.).

Cosa consigli a chi vuole intraprendere questo lavoro?

Riprendo un po' il discorso motivazionale di Andrea Ulivi, che è il direttore di Edizioni della Meridiana, una piccola casa editrice fiorentina indipendente, e che è stato mio docente al corso per redattori. Non per piaggeria, me perché l'ho "sentito" da subito. Innanzi tutto è un discorso di attitudine: un redattore deve avere un grande amore per la lettura ma anche per l'oggetto libro, che sia materiale o immateriale (anche un progetto multimediale: è artigianato anche questo, anche se in digitale); non avere pregiudizi, interessarsi di ogni cosa; avere una grande capacità di immedesimazione, per cogliere le intenzioni di chi scrive ma anche anticipare la prospettiva di chi legge; essere preciso, pignolo, fare le pulci, ma capire anche quand'è il momento di lasciar andare. Se queste qualità ci sono e la motivazione è alta, le strade poi sono tante.

Per finire: hai mai pensato di scrivere un libro? Se sì, di che genere?

Mi piace scrivere, ma non mi sono mai dedicata a un progetto mio, soprattutto non con un obiettivo reale in testa. È qualcosa che mi piacerebbe fare, per me sarebbe una conquista! Per ora non penso sia il momento giusto, ho già tanti progetti per le mani.
Però, se devo lavorare di fantasia, mi piacerebbe scrivere un bel romanzo introspettivo, dove le relazioni e i meccanismi psicologici dei personaggi siano protagonisti. Mi piacciono quei romanzi che inchiodano quei momenti "chiave di volta" che nella vita talvolta accadono, permettono la trasformazione delle persone. Capita che un evento importante o una rivelazione ad un certo punto metta in serio dubbio le proprie convinzioni, o le proprie abitudini, creando uno stallo da cui è possibile uscire solamente cambiando. Non tutti accettano di farlo, a volte è più una questione di combinazioni che di merito duro e puro, ma sono processi che mi affascinano.
E poi, naturalmente, mi piacerebbe scrivere un manuale! Che sia un saggio di critica, o un manuale di fai-da-te, per me hanno pari dignità… la divulgazione mi appassiona. Uno dei miei sogni è recuperare la mia vecchia tesi di laurea triennale. È un lavoro a cui sono molto affezionata, ma è "giovane", dispersivo, e sento che gli manca qualcosa. Sarebbe bello riprenderlo in mano con la maturità di oggi e dargli la dignità di una pubblicazione.

(articolo a cura di Sara Fumagalli)

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