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Il romanzo distopico Il mondo nuovo è il capolavoro di Aldous Huxley, scrittore e filosofo nato il 26 luglio 1894. Quest'anno si festeggia l'anniversario dei 130 anni dalla sua nascita e, per l'occasione, abbiamo deciso di rispolverare quest'opera, leggendola nell'ambito del percorso di lettura "Ricorrenze", anche per provare a capire cosa può dirci oggi, 92 anni dopo la sua pubblicazione.

La storia dei vari personaggi è ambientata in un mondo nuovo, il vero protagonista del libro. In quest'ultimo non esistono famiglia né monogamia, i bambini vengono condizionati fin da quando sono embrioni, il rimedio a tutte le insoddisfazioni è una droga euforizzante (il soma), il consumismo regna sovrano, la religione, la cultura, la storia sono state abolite, Dio è stato bandito (e parzialmente sostituito con Ford). L'obiettivo di questa società è quello di rendere tutti felici mantenendo l'ordine, perseguendo il progresso ma evitando cambiamenti troppo netti che possano creare instabilità.

Quello descritto da Huxley è a tutti gli effetti un totalitarismo, che però a molti sembra salvifico. Prestando attenzione, ci si rende conto che alla base della costruzione di questa società ci sono idee riguardo alle quali non siamo del tutto in disaccordo (come la serenità che si dovrebbe avere nei confronti della morte o il raggiungimento di un mondo senza guerre e lotte sociali), ma il problema è che queste vengono estremizzate talmente tanto (oppure vengono usati mezzi piuttosto discutibili per realizzarle) da diventare sbagliate. Ciò non è forse specchio di quello che potrebbe succedere anche oggi quando, pur di avere ragione, esasperiamo le nostre idee? Orazio diceva "Est modus in rebus", speriamo di non dimenticarlo.

L'assenza di Dio nel mondo nuovo è qualcosa che Nietzsche aveva già predetto con la morte di Dio e cioè l'abbandono della fede cristiana e di tutti i valori morali e teologici che comporta. Per Nietzsche era un risultato positivo che il superuomo avrebbe conseguito, riuscendo a scrollarsi di dosso tutte le false certezze costruite dall'uomo. Nel caso descritto da Huxley diventa però un evento negativo perché le persone non sono superuomini ma marionette che non conoscono più sentimenti come la compassione, la pietà e l'altruismo, tipici di un'educazione perlomeno influenzata dalla religione. Il nuovo Dio diventa il soma, la droga che inebetisce la gente allontanandola dalla realtà e da loro stessi. È questo quello che desideriamo per il futuro? Perché la strada che stiamo tracciando oggi, alimentando "valori" come l'egoismo, l'apparenza e la violenza, non sembra essere molto diversa.

"Il Cristianesimo senza lacrime, ecco che cos'è il soma."

Arriviamo infine alla riflessione più importante. Nel mondo nuovo di Huxley tutti sono felici perché, come spiega il Governatore mondiale: "La felicità universale mantiene in ordine gli ingranaggi; la verità e la bellezza non lo possono". È simile a ciò che viviamo oggi attraverso i social: bisogna sempre mostrarsi felici, al massimo delle proprie energie, mostrando di vivere la miglior vita possibile fino al punto di fingere pur di essere all'altezza delle aspettative altrui e guai a chi si mostra debole o in difficoltà. John il selvaggio è l'emblema di chi vuole ribellarsi a questa mentalità; non disprezza la tristezza, ma anzi crede sia sempre stata grande fonte di ispirazione. Il dolore ha la stessa dignità della felicità, anch'esso ci fa sentire vivi e soprattutto ci rende autentici, umani ed è per questo che:

"Io reclamo il diritto di essere infelice."

(articolo a cura di Sveva Serra)

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