L'idea che immagini e parole potessero fondersi in un'unica cosa ha le sue origini in tempi molto antichi. La cosiddetta poesia visiva vede infatti le sue prime espressioni già nel III secolo a.C. con L'uovo di Simia di Rodi, considerato l'inventore di tale genere letterario. Si cominciano così a diffondere quelli che verranno chiamati calligrammi o carmi figurati, componimenti poetici fatti anche per essere osservati oltre che ascoltati, in greco noti come technopaegnia.
Nei calligrammi, il disegno richiama spesso l'oggetto della poesia dando al lettore/osservatore un legame con il testo, ma può anche succedere che in alcuni casi, la forma presa dalle parole non abbia alcuna relazione con i termini verbali volendo quindi dare una suggestione in più che ha vita propria.
Futurismo tra poesia e creazioni avanguardiste
La vera esplosione della poesia visiva avviene tra la fine dell'Ottocento e il Novecento con il Futurismo il cui principale esponente fu Filippo Tommaso Marinetti (1976-1944) che diede il nome al movimento.
Il Futurismo mirava ad una rottura con il passato, uno svecchiamento della concezione dell'arte, incoraggiandone un suo avvicinamento anche al progresso tecnologico. Secondo i futuristi era sbagliato infatti per il poeta isolarsi dal progresso della tecnica, dall'evoluzione della società, bisognava invece porre la propria opera anche al servizio delle aziende, usando la creatività per realizzare ad esempio manifesti pubblicitari o slogan.
Questo movimento ha portato ad una grande rivoluzione sull'uso dell'arte, e proprio in questo contesto i futuristi consideravano la poesia un mezzo in grado di diffondere non solo messaggi verbali ma che potesse anche utilizzare la potenza visiva dell'immagine.
Uno dei maggiori creatori di calligrammi fu il poeta cubista francese Guillaume Apollinaire grande sostenitore del movimento futurista italiano, un personaggio molto estroso che fu perfino accusato nel 1911 del furto della Gioconda (accusa rivelatasi poi infondata).
Tra le sue opere più belle e famose troviamo Tour Eiffel, La cravate et la montre, La mandoline l'œillet et le bambou, e infine Poèmes à Lou.
Poèmes à Lou é una poesia scritta per Louise de Coligny-Châtillon, donna tra le prime aviatrici francesi, di cui Apollinaire era follemente innamorato. La poesia ha la forma della donna stessa e ne definisce i suoi tratti sia con le parole che con la sua immagine.
Riconosciti
Questa adorabile persona sei tu
Sotto il grande cappello da canottiere
Occhio
Naso
La bocca
Ecco l'ovale del tuo viso
Il tuo collo bellissimo
Ecco infine l'immagine non completa del tuo busto adorato visto come attraverso una nuvola
Un po' più basso è il tuo cuore che batte.
In Italia un poeta visivo famoso fu Corrado Govoni, e molto nota è la sua opera Il Palombaro.
Opere in cartolina: la magia dell'arte postale
Molto legata all'idea futurista della poesia visiva è l'arte postale, nota anche in inglese come Mail Art che consiste nello scambio internazionale tramite posta di cartoline fatte a mano, dipinte o disegnate, ma anche collages o poesie visive.
Gli scambi avvengono tra artisti di tutto il mondo e si sono andati creando nel tempo veri e propri centri di informazioni e scuole, la prima tra le quali fu la New York Correspondence School fondata nei primi anni '60 da Ray Johnson.
Johnson fu l'ideatore dell'arte postale, artista statunitense, collagista e personaggio chiave del movimento della Pop Art che per primo inviò a mezzo posta i suoi lavori in tutto il mondo
In quegli anni, infatti, si diffondeva sempre di più l'idea di commercializzare l'arte con scopi di profitto, e Johnosn con il suo esperimento si contrappone a questa concezione tramite la condivisione libera. La Mail Art considera ogni persona un potenziale poeta che può unirsi allo scambio internazionale e non pone limiti o obblighi con l'obiettivo di una condivisione sciolta dagli schemi del profitto.
Con la poesia visiva e l'arte postale le parole scritte acquisiscono quindi un doppio ruolo, dando il passo a un'idea di comunicazione fatta non solo attraverso le parole, ma con la forza inequivocabile delle immagini. Un nuovo modo di fare creatività, che rivoluziona un'epoca e ai giorni nostri ha il suo ultimo approdo nella pubblicità.
(a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)
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